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La produzione più perfetta di questa industria
è quella degli skyphoi, che si avvicinano per la loro
sottigliezza e per la loro eleganza, agli skyphoi ori-
ginali fenicii di oro e di argento. Ce ne diede esempi
mirabili la tomba 8 del sepolcreto a sud sud-est di
contrada Morgi (fig. 3 P, tav. Ili P), ed uno di essi
è rappresentato nella fig. 133 (N. LXI, 31). Ha orna-
menti a linee finissime, che somigliano alle linee in-
cise a bulino nell'ornato delle coppe metalliche fenicie.

Fig. 133. ì : 3

Nella tomba medesima, la quale ci conservò ele-
menti preziosissimi per la storia della ceramica, si
trovarono altri skyphoi dell'industria stessa (N. LXI,
32), ma di maggiore grandezza, e con orlo rientrante,
come si vede nell'esempio che qui se ne adduce (fig. 134).

Vi si trovarono anche degli askoi, ma non si ebbe
finora alcun esempio di vasi di questa manifattura che

Fig. 134. 1:4

fosse con ornati geometrici e con zone di animali,
come nell'oinochoe rodia di cui sopra si è detto, e come
in preziosissimi vasi calcidesi scoperti in Clima, che ap-
partengono alla bella raccolta dell'egregio cav. E. Ste-
vens in Napoli. Ho voluto ricordare questi vasi cumani,
i quali hanno tanta somiglianza coi nostri, per dimo-

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strare erronea l'opinione di coloro che nella sempli-
cità di tali ornati geometrici vorrebbero riconoscere
le più antiche manifestazioni di questa manifattura,
mentre ci sono tazzine di lavoro perfettissimo sotto
qualunque riguardo e per la materia loro e pel ma-
gistero in cui furono fatte, le quali, benché ornate con
pochissime linee, ed a motivi semplicissimi, devono
essere attibuite al periodo migliore dell'arte.

In questo periodo avveniva sovente che agli ornati
geometrici si intramezzassero delle zone con rappre-
sentanza di animali.

Finalmente entrarono nel territorio falisco anche

Fig. 135. va

vasi precorinzì. Differiscono dagli altri principalmente
per l'argilla, se non meno depurata, certo meno solida,
e per le decorazioni che ripetono generalmente mo-
tivi dozzinali a fascie con pitture di oche e di altri ani-
mali, intramezzati da fiori, il tutto trattato mediante
colore a corpo. Con questi motivi sono ornate varie
piccole kylikes, scoperte nella tomba 69 del sepolcreto
di Monte Cerreto (fig. 3 M, tav. Ili M ; N. LXV, 2).
Una di esse è rappresentata nella fig. 135.

Pure con animali, quantunque in motivi più liberi,
furono dipinti alcuni bombylioi, che unitamente a tali
kylikes si rinvennero nella tomba stessa; e parimenti
con pitture di animali furono decorati altri bombylioi,
che si trovarono in tombe a camera con sarcofago.

Ma per questi nostri corinzi rimane molto incerto se
sieno di schietta provenienza greca; sembrando assai
probabile, massime per la poca consistenza delle loro
argille, che fossero lavorati e dipinti nelle officine
coloniali della Sicilia.

Entrarono pure nel territorio falisco alcuni vasetti,
specialmente skyphoi, di lavoro abbastanza sottile e
di creta sufficientemente depurata, i quali non pos-
sono attribuirsi alle figuline dell'arcipelago, e sembrano
più propri delle officine dei calcidesi di Cuma. Il più
bello ci venne dalla tomba 2 del terzo sepolcreto a
sud di Pizzo Piede (fig. 3 J, tav. III J; N. LX, 15).

DEI FITTILI SCOPERTI NELLA NECROPOLI DI NARCE
 
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