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RELIQUIE DI FIRENZE ANTICA

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del Campidoglio) ('), celebrato nelle memorie de' primi
cronisti fiorentini (2), e mentovato in vari documenti del
mille (3), presuppone naturalmente un tempio di Giove
Capitolino, costrutto a similitudine ed imitazione di
quello di Roma dalla Colonia Florentia (4) nel luogo
più eminente della città romana (r').

Questo tempio, rimasto materialmente ignoto a
tutti i cronisti e storici di Firenze (fi), è stato possi-
bile di riconoscere in modo ormai certo.

leria e Colonia, al culto di Giove Capitolino fu sostituito quello
di s. Maria; v. Kuhfeldt, De Capitoliis, p. 43, 28, 75.

(') Il vicolo del Campidoglio richiama il clivus Capitolìnus
di Roma.

(2) V.Hartwig, Quellen u. Forsch. z. alt. Gesch. d. Stadt Fio-
rem, Marburg 1875; e Kuhfeldt, De Capitoliis imperii romani,
Berolini 1883, p. 33. Quest'ultimo riporta per intero i vari passi
dei primi cronisti di Firenze, relativi al Campidoglio fiorentino.
Villani, I, 38, che, secondo gli studi di Scheffer-Boichorst (1874),
avrebbe servito di fonte allo stesso Malespini (19, 21, 27), così narra
l'origine del Campidoglio di Firenze : « Marzio l'altro signore ro-
mano fece fare il Campidoglio al modo di Roma, cioè palagio,
ovvero la mastra fortezza della cittade, e quello fu di maravi-
gliosa bellezza; nel quale l'acqua del fiume d'Arno per gora
con cavate fogne venia e sotto volte, e in Arno sotterra si ri-
tornava; e la cittade per ciascuna festa dallo sgorgamento di
quella gora era lavata. Questo Campidoglio fu dove è oggi la
Piazza di Mercato Vecchio, di sotto alla Chiesa che si chiama
s. Maria in Campidoglio ».

(3) Vedi i contratti del Capitolo Fiorentino citati dal Manni
nelle note al Borghini, Discorsi, I, p. 125, 2. Quello del 1067
(non 1007) è anche riportato dal Del Migliore, o. e, p. 457
e dal Richa, Not. stor. delle chiese fiorentine (a. 1754, IV,
p. 159) " claustrum casas et terrara posit. in Civ. Fior, ad Orien-
tem iuxta Capitolium, a quo ad quartam partem est ecclesia
s. Donati ». Il Lami nelle Lezioni, p. 350 e Mem. Feci., p. 81
riporta un documento del Registro arcivescovile detto Bui-
lettone, il quale reca la data del 921 e dice: «..... l'odo Epi-

scopus Florentinus dedit ad livellarium Petro fìlio Gherardi et
Rainierio Iohannis et quibusdam aliis in dicto instrumento con-
tentis unam casam cum quadam petia terrae posita ad Mugnone
foras muros prope Carnpidolium prò annua pensione duodecim
denariorum argenti ».

(4) V. la base dedicata al GENIO COLONIAE FLOBENTIAE
da me edita nelle Notizie 1890, p. 109. Intorno ai Campidogli
dei municipi e delle colonie romane e di Firenze stessa v. Braun,
Die Rapitole, Bonn 1849, e Kuhfeldt, o. c. Nella trattazione di
Kuhfeldt figurano quindici città italiane con Campidoglio, cioè:
Capua, Nola, Pompeii, Histonium, Marruvium Marsorum, Abel-
linum, Benevontum, Ostia, Falerii, Faesulae, Florentia, Ravenna,
Verona, Aquileia, Brixia. Lo Aust in Roschers Lexicon, III,
p. 743 aggiunge Lanuvium, Fabrateria nova, Formiae, Suessula.
Puteoli, Ulubrae, Pagus Veianus, Aquae Cutiliae, Furfo, Saepi-
num. A queste si aggiunga altresì Tergestum, v. Kunz, Museo
civico di Trieste, 1879, p. 23; e Pervanoglu, Atti del Museo
civico di Trieste, 1880, p. 1-20.

(5) Piazza Luna era il luogo più elevato della Firenze del
primo cerchio.

(G) V. Borghini, Discorsi, I, p. 124 sgg. e Kuhfeldt, o. e,
p. 32. Il Manni nelle note al Borghini, 1. e, scrive : « Il nostro

Il merito del primo riconoscimento spetta al so-
lerte architetto della Commissione storico-artistica
comunale, prof. Corinto Corinti, il quale è andato a
rintracciarlo a lume di candela nei fondi delle can-
tine degli edirizì- medioevali di piazza Luna, sotto le
antiche case degli Strinati, Manfredi, Della Luna,
e Vecchietti ('), e che, con mirabile pazienza e in-
telligenza, ha potuto seguirlo in pianta per tutta la
sua estensione, di mano in mano che si operarono, nello
spazio di oltre quattro anni, gli sterri e le demolizioni per
la grande fabbrica della ditta Simonelli (ala destra).

Il disegno che diamo della sua pianta (fig. 13 A)
basta di per sè ad escludere qualunque dubbio sulla
natura del maggior tempio di Firenze romana.

Esso è perfettamente orientato ai quattro punti
cardinali, secondo i canoni augurali etruschi col fronte
a levante (2). Ha quasi la forma quadra del tempio
tuscanico in antis descritto da Vitruvio (IV, 7), e,
nell'elevazione, dà a vedere che occupava un' area di
circa m. 26 X 30, di cui una metà riservata alle celle,
e l'altra metà al pronao (3). Ha tre celle per la triade
della religione di stato romano, quella centrale desti-
nata a Giove O. M., un po' più larga delle due la-
terali, destinate a Minerva (cella di sinistra) ed a
Giunone (cella di destra).

L'edilìzio, probabilmente esastilo, come quello ro-
mano riedificato da Siila (v. più innanzi p. 60), sor-
geva sopra una platea elevata col fronte quasi corrispon-
dente all'attuale ala destra della fabbrica Simonelli.

A questa platea si riferiscono le costruzioni a fila-
retto segnate in pianta, le quali in parte hanno ser-

Campidoglio allora fu creduto avere avuto il suo tempio, quando
nel restaurarsi o votarsi un pozzo smaltitoio in Mercato Vecchio
fu trovato un pavimento come di tempio formato d'ambrogette,
ciò che fu da trent'anni sono » (a. 1725). Due altre memorie
di trovamenti referiti al Campidoglio diedi nelle Notizie degli
scavi 1887, p. 31, nota G a (doc. del 1513), c (doc. del 1581).
Ivi, per equivoco, sono citate come provenienti dal Campido-
glio le iscrizioni del C. L L., rinvenute presso la fortezza
(un. 1054-6-1658 ecc.).

(') V. la pianta del Carocci edita negli Studi storici
della Commissione Storico-archeologica. Firenze 1889, p. 49.

(*) I tempi capitolini di Roma, e quello di Pompei ave-
vano invece il fronte a sud-est.

(3) Il tempio capitolino urbano sorgeva sopra una pianta
di m. 51 X 74, quello di Pompei sopra una pianta di
m. 16,98 X 37 con la lunghezza cosi composta:
m. 5,91 scala
» 12,02 atri-.
» 18,43 cella
» 0,05 passaggio a tergo.
 
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