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RELIQUIE DI FIRENZE ANTICA

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di quella parte della necropoli fiorentina, da cui presu-
mibilmente esse sono state tratte insieme ad altri ma-
teriali da costruzione (').

Ritornando al nostro proposito, mi resta a dire di
due altri travamenti, che pur credo indubbiamente
connessi al tempio capitolino e con il culto di Giove.

Sotto il vicolo del Campidoglio, fra il soffitto di
stucco di cui abbiamo detto di sopra (p. 12 fig. 14),
e le colonne di bardiglio sopraccennate (p. 25, fig.19),
si rinvennero vari pezzi di una magnifica ara di tem-

Fig. 49.

pio di forma ottagona con festoni (serta) di foglie di
quercia e ghiande sostenuto da bucrani infoiati.

Fio. 50.

Il pezzo principale (n. 538), insieme con uno dei
frammenti meglio conservati della cimasa (n. 614),
diamo riprodotti ad un decimo del vero (figg. 49, 50).

(') Sul travamento di un sepolcro in situ presso la torre
degli Adimari, vedasi intanto il cenno nelle Notizie 1895, p. 878.
Questo travamento ha una grande importanza per stabilire i
mutamenti subiti dalle mura di Firenze già nell'età romana.
La tradizione conservataci da Malespini e Villani sul primo
cerchio romano risulterebbe finora fondata sul vero; però i limiti

Un altro frammento della cimasa (n. 530) esibisce mia
porzione del festone con gli ovuli della cornice sotto-
stante; un quarto frammento (n. 640), trovato nello
sterro per l'ascensore del Gambrinus, offre due an-
goli corniciati del plinto ottagono ; due altri frammenti
(nn. 645, 662), trovati anch' essi sparsi nel locale del
Gambrinus, offrono appena accennate le cornici del
basamento.

Sebbene questi frammenti non attacchino fra loro
in nessun punto, essi ci permettono di ricostruire quasi
per intero l'ara cui spettano. Il plinto essendo largo
m. 0,99, si può calcolare che l'ara avesse un' altezza
non inferiore di in. 1,32. Poi è da aggiungere la gra-
dinata su cui le are de' templi solevano essere collocate
e che io m'immagino di forma quadra; e devesi pureag-
giungerela parte superiore destinata al sacrificio (focus).

Le are ottagone essendo rarissime (conosco sola-
mente quella di Atene data dal Canina, Areh. gr.
tav. 100. = Guhl e Kohner, Leben d. Griech. u.
Rdmer6, p. 89, fig. 101), è difficile di stabilire la
forma che la nostra ara assumeva nella parte superiore.

Che questa parte fosse stata lavorata separatamente
si arguisce dalla maniera greggia, a subbia, con cui è trat-
tato il piano superiore del maggior frammento (n. 538)
e da un foro per l'attacco di una grappa, che ivi pure si
osserva. Se la nostra ara riprendeva superiormente la
forma quadra della presunta gradinata, io credo molto
probabile che essa fosse, secondo il tipo delle are
quadre, pulvinata. Due frammenti marmorei nn. 178,
184, congiungibili (v. fig. 48), raccolti vicino alla chiesa
di s. Donato dei Vecchietti fra le rovine del cali-
darium delle terme capitoline, appartengono appunto
ad un pulvinus di ara, ornato di foglie d'alloro, pro-
porzionato all'ara ottagona e per giunta lavorato stac-
catamente in due pezzi per essere imposto e adattato
sopra la cimasa di un' ara, quindi apparisce non inve-
rosimile la sua associazione all'ara ottagona (').

della città romana dati dal Malespini, almeno dalla parte della
torre degli Adimari, non sarebbero quelli che aveva Firenze all'e-
poca del suo massimo splendore, cioè nei primi due secoli a. Cr. e
nel primo dopo Cr. Di ciò tratterò particolarmente quando mi
parrà che le ricerche sieno esaurite.

(') Dagli sterri per la fabbrica Ricci presso s. Donato dei
Vecchietti, dove erano le Terme Capitoline, sono usciti anche
altri frammenti che certo appartengono al tempio di Giove : per
esempio il n. 51, frammento di pilastro scannellato ; ed i
nn. 0200,0201, frammenti di ornati a treccia, simili ai nn. 197,
730 = figg. 23, 24.
 
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