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THAPSOS

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di bipenne, che si ripetono sul ventre del bacino (fig. 47).
Una olletta quadriansata è simile all'esemplare tav. V,
14. Una scodella festonata, a. cm. 8, risponde in tutto
all'esemplare disegnato al sep. 38 (zinco), ma è priva di
manico. Una bella capeduncola, diam. cm. 15, col suo
alto manico bicornuto vedesi riprodotta dalla fig. 48,
mentre altre eguali erano ridotte in frammenti.

Sepolcro 61. Piccola stanza a cupola (diam.
m. 1,80, alt. 1,60), preceduta da lunghissimo canale,
che termina a mare ; sebbene distante una trentina di
metri dalla linea d'acqua tranquilla, essa, come tutte
le circostanti è colma di ghiaja e fango marino, che
in tanti secoli ne ha profondamente alterato l'impor-
tante contenuto archeologico. Gli scheletri erano 19 ed

Fig. 49.

i crani quasi tutti ammassati nella metà destra della
cella; numerosi i vasi ma tutti in pessima condizione
causa la dissolvente azione del salso marino; anch'essi
erano nella metà destra della cella. Una capace an-
fora, come quella del sep. 32 (fig. 29) era stata rotta
anticamente e di proposito, perchè dentro un grande
pezzo di essa era stata collocata la scodella, qui dise-
gnata nella fig. 49 (diam. cm. 16), la quale conte-
neva un grosso pezzo di carbone ; nuova ne è la forma,
non meno che la decorazione con losanghe inscritte
nelle quattro fascie dei prospetti. Una olletta bian-
sata con fregi a linea spezzata vedesi nella tav. V, 20.
Aggiungasi una coppa emisferica e due anforette mice-
nee, una completamente disfatta, l'altra riprodotta nel

zinco fig. 49; è alta cm. 14 a fondo bianco, con fascia-
ture bruno-rosse, e superficie alquanto ruvida.

Ma ciò che ha interesse peculiare è la presenza
in questo sepolcro di varie perlette di pastiglia: ove
si ponga mente, che anche nella stagione più ardente,
per secoli e secoli il fondo del sepolcro è rimasto umido
e fangoso, si comprenderà che i pochi esemplari pa-
zientemente estratti dalla melma non sono che un saggio
di quelli completamente disfatti ; la precedente vignetta
(fig. 49) ne dà la riproduzione al vero. All'infuori della
perletta sferica in alto a destra, che è di ambra, tutto
il resto è pastiglia con tracce di smalto ('). Che sieno
articoli di fattura fenicia, difficilmente potrà essere
messo in dubbio ; ma ciò non basta ancora a provare
che i Fenici si sieno stabiliti a Thapsos ; chè, se così
fosse realmente, tali articoli anziché rari dovrebbero
apparire profusi nei sepolcri.

Sepolcro 02. Stanza circolare (diam. m. 2,90) a
cupola depressa(a. m. 1,64) con una piccola porta aperta

Fig. 50.

in un padiglione di ampiezza straordinaria (fig. 50). Come
sempre, la tomba venne frugata col solo scopo di racco-
gliere metallo ; quindi frantumati i vasi grandi e lasciati
poi sul suolo, o cacciati nel padiglione ; intatti i piccoli
ed appena tocchi gli scheletri. All'angolo destro di chi
entra sette vasetti, uno accosto all'altro, altri intatti,
altri scomposti; erano sci delle solite ollette ansate,
ed una scodella ad alto manico verticale, a. cm. 17

(') La necropoli di Jalysos ha fornito parecchi esemplari
di coteste perle in forma «li ^rano d'orzo cogli spigoli rigonfiati,
e poi perle laconiche costolate, perle globari liscie, e perlette a
disco affatto eguali alle nostre (Furtwaengler & Loeschcke, My-
kenische Vasen, tav. A, 2, 3, 4, 12, 13; 13, 24). Anche la ne-
cropoli di Camiros ha dato esemplari biconico-costolati e di-
schetti (Salzmann, Camiros, tav. III). Le stesse perle a grano
d'orzo si ebbero a Menidi (Das Kuppelgrab von Menidi, tav. Ili)
e le biconico-costolate a Palamidi (Perrot, La Grfcc primitive,
fig. 509).
 
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