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VASI DI CAMP A Ci NANO

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aveva creato tutta una classe di vasi che imitavano
i vasi attici a figure nere, qualche artista locale,
allorché furono importati i vasi a rigare rosse che pre-
sentavano un aspetto più vivo delle figure, cercò di
applicare la nuova tecnica. Solo, mentre i vasi a figure
nere d'imitazione venivano cotti dopo che ne era stata
decorata la superficie e quindi, per quanto non aves-
sero il brillante dei vasi attici originari, ne avevano
la medesima resistenza, in questi vasi a figure rosse
di imitazione sono stati dipinti tanto il fondo quanto
le figure, quando già essi erano stati cotti e non
sono stati sottoposti ad alcun processo perchè si fis-
sassero i colori. La pittura quindi poteva sparire anche
al semplice contatto dell'acqua. E l'acqua è stata
adoperata per i nostri due vasi dai loro primi sco-
pritori, che ne volevano vedere pulita dalla terra la
superficie: a ciò si deve se le figure sono in parte
svanite. Questa delicatezza della tecnica, mentre ci
spiega da una parte la rarità di vasi di tal genere ('),
giacché alcuni vasi, che sono stati tratti dal suolo
senza alcuna decorazione, possono averla perduta per
l'azione corrosiva del terreno, ci spiega dall'altra
perchè tale tecnica sia stata presto abbandonata e
rappresenti quasi un episodio isolato di un' officina ar-
tistica.

La tecnica di questi due vasi, infine, suggerisce
un'osservazione che riguarda il rito funebre. Siccome
questi due vasi non potevano servire per l'uso giorna-
liero, perchè ne sarebbe sparita la decorazione, ciò è
prova che nelle tombe, almeno in qualche caso, veni-
vano deposti vasi di apparenza, forse creati apposta per
il morto, e non veniva data a lui la suppellettile di
cui s'era servito nella vita.

Ora clie abbiamo accennato in generale alla tecnica
pittorica dei due vasi esaminiamo il suo procedimento in
particolare. I due colori adoperati sono un nero-mar-
rone molto diluito e un rosso di bel tono acceso, san-
guigno. Ad essi si deve aggiungere un colore bian-
castro, adoperato assai parcamente e solo per il chiaro
degli occhi delle figure. Dei tre colori il nero è il più

(') Conosco solo un altro esemplare, ma non proprio della
medesima tecnica. Esso è nel Museo Civico di Corneto Tar-
quinia. Porta il n. (l'inv. 6877. È nn cratere a colonnette ver-
niciato di nero con figure a colore rosso riportato. In ciascuna
delle facce vi sono due danzatori, uno nudo e l'altro panneg-
giato. Le figure sono molto evanide.

resistente, ed è possibile che il suo diluimento, anziché
originario, si debba all' azione del terreno.

Ecco in qual modo l'artista ha proceduto nella
applicazione dei colori e nella delineazione delle figure.
Egli prima ha delineato con un colore nero più denso
i motivi ornamentali e le figure, e con questo stesso
colore ha disegnato le parti interne, i capelli, gli
occhi, le orecchie, i muscoli. Poscia ha riempito con
il colore rosso l'interno dei motivi ornamentali e
delle figure, ed infine ha coperto il fondo con il colore
nero più diluito. Si ha la certezza materiale di questa
successione nel procedimento tecnico, perchè l'artista
nella delineazione delle figure ha avuto dei pentimenti
ed ha ripreso le linee un po' più in fuori o un po' più
in dentro. Ora queste superficie di pentimento, se sono
delle aggiunte, sono riempite di rosso, se sono delle
sottrazioni, sono dipinte di nero. Ciò vuol dire che la
delineazione ha preceduto l'applicazione di ambedue
i colori, rosso e nero. Vi è poi la prova che il
colore rosso dell' interno è stato dato prima del co-
lore nero del fondo, perchè talvolta il nero dilaga
sul rosso mentre non accade mai il contrario. L'artista,
prima delineando le figure e poseia empiendole di
colore, ha proceduto secondo il sistema proprio dei
pittori parietali e in generale dei pittori che non deb-
bono dare un fondo unico alla rappresentazione, ma
per imitare i vasi a figure rosse ha dovuto aggiun-
gere, come terza operazione, la colorazione nera del
fondo.

Come sono caratteristiche e locali la forma e la
tecnica pittorica, lo è il soggetto rappresentato. In am-
bedue i vasi si hanno dei giovani danzanti, ma nell'uno
i giovani sono nudi, nell'altro portano dei manti, i cui
lembi aggiungono movimento alla danza. Questo sog-
getto, soprattutto reso con particolari atteggiamenti,
che descriveremo nell'analisi stilistica, è quasi scono-
sciuto all'arte greca e in special modo all'arte attica,
mentre è stato il preferito, dentro certi decenni, nelle
pitture parietali delle tombe etnische, nei cippi fu-
nerari e nei sarcofagi arcaici della medesima civiltà.

E il carattere locale non si vede soltanto nella
scelta del soggetto, ma anche nella trattazione del
medesimo soggetto, con una variazione, la presenza del
manto, su due vasi destinati a farsi riscontro. Mentre
nell'arte attica sono rari i vasi appaiati, quasi che lo
spirito greco rifuggisse da questa simmetria, che po-
 
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