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IL TEMPIO NURAG1CO ECC.

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mava questo culto, e quali ne fossero le manifesta-
zioni.

In questo campo si sono provati già due studiosi
del pensiero religioso primitivo, il prof. Luigi Adriano
Milani, ed il prof. Raffaele Pettazzoni. esponendo due
interpretazioni all'atto diverse, ma che hanno questo
in comune: di supporre uno sviluppo psicologico dei
protosardi assai elevato e complesso.

Il prof. Milani ('), condotto dai suoi studi spe-
ciali a trovare l'evidenza dei vincoli che uniscono la

Pio. 92, 92 a. — Croci astili in ferro.

Sardegna con la civiltà penetrata in Italia nell'età
eneolitica e svoltasi in Etruria nella prima età del
ferro, è tratto ad ammettere il nesso psichico e reli-
gioso della Sardegna con la civiltà asiatica dell'Ana-
tolia e dell'Oriente greco, associando il problema
sardo a quello etrusco. In armonia a tale idea fon-
damentale il prof. Milani sottopone alle sue indagini
sii elementi raccolti a Santa Vittoria, ne dimostra
la indipendenza dalle infiltrazioni cartaginesi e li ri-

Ci L. A. Milani, // tempio nuragiro e la civiltà asiatica
in Sardegna (in Atti della R. Accademia dei Lincei, 1910,
p. .r>79 srr.) ; Sardorum sacra et sacrorum signa, de l'epoque des
nouragues (in Fhlprecht Anniversary Volume. Leipzig 1909,
|). 31(5). In questo lavoro il dottissimo Collega, di cui oggi
piangiamo la perdita, collegò la relazione protosarda a quella
dell'Etruria e dell'Oriente preellenico.

tiene espressioni del pensiero protosardo, ma collegato
a concetti della religione babilonese.

Come il templum romuleo, da lui riconosciuto
sotto al niger lapis del Poro, così il tempio nuragico
corrisponde all' ideologia del fnundus, cioè di quel
ftói)Qog religioso che, secondo la tradizione romana
conservataci in Ovidio ed in Plutarco, corrispondeva
al centro religioso ed augurale di Roma, fondata
etrusco ritu.

Del tempio sardo le parti essenziali sono il puteus
sacer, e la mensa o ara innanzi alla scala; ai due
lati sono i sedili per gli assistenti ai sacra, e il bacile
esterno, destinato alle abluzioni preliminari. Il mo-
dello di tempio di Mandas (tìg. 93) è invocato come
aiuto a ricostrurre il tipo del tempio nuragico; avremmo
il tempio rappresentato nella torricella ad angoli lobati,
il vaóg, o atrio, nel sacello col tetto a doppio spio-
vente. In questo modello, agli angoli, sorgono quattro
pilastrini capite!lati, che egli compara ai quattro pila-
strini che sorgono ai bordi della navicella votiva di
Mandas. Essa ha al centro una colonnina sormontata
dalle come falcate del toro, sulle quali si posa la
colomba; essa darebbe il carattere divino di questo
pilastro betilico, il cui significato sarebbe analogo a
quello dell' idolo sorgente a poppa della navicella della
tomba del duce, di Vetulonia, composta di un ptav
principale, che si imposta su quattro yiovsq, minori.
In tutti questi simboli è rappresentato il dio solare,
sorgente sui quattro cardines del mondo.

Il cono rappresentato dalla cupola del pozzo è il
parallelo del cono fittile babilonese, dell'obelisco egi-
zio, simbolo materiale della potenza dei raggi solari,
vivificatrice e creatrice ; ed il carattere betilico del
cono sarebbe confermato dal piccolo betilo trovato sul
tempio.

Il fulcro od il fondamento specifico del tempio è
costituito, da un lato, dalla connessione della torre
templare con il cono betitico e col puteus sacer; dal-
l'altro, dalla connessione del vaóg con la mensa sacri-
ficale. L'acqua raccolta nel pozzo viene dal cielo :
quindi la torre con la cupola, ed il betilo dànno l'im-
magine del sole e del cielo, donde proviene l'acqua
serbata nel pozzo, aqua manalìs che serviva per la
purgalio o mundatio. La scala che conduce al pozzo
è l'immagine dell'ostium Orci, che scende agli inferì
donde si attingo l'acqua pura, manalis, salutare al
 
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