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303

STAZIONI PREISTORICHE NELLA PROVINCIA DI BOLOGNA

304

III.

Considerazioni generali.

Le antichità preistoriche di Villa Cassariui rice-
vono luce da quelle di Toscanella. come pure, seb-
bene meno direttamente, da quelle del Castellaccio.
Delle tre, la stazione del Castellaccio è quella che
presenta caratteri di maggiore arcaicità; la stazione
di Toscanella tiene un posto intermedio; quella di
Villa Cassariui sembra la più recente. Si tenga pre-
sente, a questo proposito, che il materiale litico (selci
scheggiate) è rappresentato abbondantemente al Ca-
stellaccio, e si rinviene in proporzioni più esigue a To-
scanella, e a Villa Cassarini è quasi scomparso,

Il tipo di stazione è sempre il medesimo: l'abi-
tato di capanne con focolare centrale di terra battuta.
È notevole che la sovrapposizione di uno strato più
recente di fondi di capanne a uno più antico, quale
si osserva a Villa Cassarini, e che allude a momenti
successivi nella vita delle genti ivi stanziate, si ve-
rifica pure a Toscanella, come vedemmo, e special-
mente al Castellaccio.

La stessa analogia presenta il materiale archeolo-
gico; il quale mostra quel carattere misto che già
conosciamo e che accenna alla presenza di due oriz-
zonti culturali distinti: il primitivo, risalente alle
epoche litiche, e il terramaricolo. Questo carattere
composito nel quale parve a taluno di vedere docu-
mentato un processo di transizione che avrebbe finito
per trasformare la civiltà neolitica in civiltà terrama-
ricola, oggi meglio s'intende, dopo quanto hanno scritto
in proposito il Pigorini, il Colini, il Ghirardini. il Peet,
e altri, come dovuto all'incontro di un elemento in-
digeno con un elemento (di origine terramaricola) im-
portato.

Al contatto con il popolo e con la civiltà delle
terremare, le genti primitive del territorio bolognese
modificarono la loro prisca civiltà. La novità maggiore
che s'introdusse dovette essere la lavorazione del
bronzo, che prima non si praticava. Era questo, in-
fatti, un elemento culturale di tale importanza, che la
civiltà di quelle antiche genti dovè uscirne radical-
mente trasformata, sì che da quel momento esse pos-
sono ben considerarsi come entrate nell'orbita della
civiltà terramaricola.

Le figurine fìttili di animali (quadrupedi) che si
rinvennero tanto a Toscanella quanto a Villa Cassarini
hanno i loro riscontri più prossimi precisamente nelle
terremare; mentre poi, una volta introdottasi l'usanza,
poterono derivarne. come applicazioni locali, anche
quelle figurine di ' volatili ' che sembrano estranee
alle terremare ('), e che compaiono, invece, a Tosca-
nella e a Villa Cassarini, adibite ad ornare le anse
di alcuni fittili. D'altro lato, nelle anse stesse si ri-
flettono i tipi della ceramica terramaricola, specie
nelle forme lunate o cornute, che comprendono poi
una notevole varietà di tipi secondari ; mentre le anse
anulari a cilindro retto rappresentano la continuità
della tradizione indigena. Un elemento caratteristico,
di genuina origine arcaica, è, poi, nel materiale fit-
tile, la decorazione stessa, abbondantemente distri-
buita sul corpo del vaso; onde la ceramica delle no-
stre stazioni bologoesi contrasta spiccatamente con
quella delle terremare, che di solito è liscia, o solo
scarsamente decorata; mentre poi nella tecnica a
incisione e nei motivi geometrici e nella distribu-
zione a zone, spesso punteggiate, testimonia, an-
ch' essa, della continuità di una tradizione che risale
all' eneolitico e al neolitico, e che è rappresentata
specialmente in stazioni dell' Europa orientale, p. es.
a Butmir.

Ma l'elemento più tipico e rappresentativo della
originaria civiltà in opposizione con quella delle ter-
remare, è l'abitazione in forma di capanne isolate (o
associate in gruppo di due, o poco più), ciascuna con
il suo focolare, e, di solito, una sua propria buca di
scarico. Questo elemento, nel quale è legittimo pen-
sare concentrato tutto un sistema di usi e di costu-
manze primitive connesse con la vita famigliare e
svolgentisi intorno al focolare domestico, è natural-
mente quello che ha più profonde radici nella tradi-
zione primordiale ed arcaica, e insieme anche quello
ch'è destinato a perpetuarsi più a lungo, sopravvi-
vendo al volgere dei secoli e al mutare della civiltà.
In linea ascendente esso si ricollega al fondo di ca-
panne delle stazioni neolitiche. Neil' Emilia, dove i
vari fondi di capanne neolitici furono constatati in vari
punti a partire dalle scoperte del Chierici nel Reg-

(') Vedi sopra a pp. 245 e 289.
 
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