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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0266
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523

LA CAVERNA DI LATRÒNICO ECC.

524

Nell'estate del 1913 percorrevo la valle del Ce-
sano, nella provincia di Pesaro. Sostando a S. Lorenzo
in Campo esaminavo i tagli eseguiti per l'acquedotto,
in prossimità del paese.

Quivi, alla profondità di poco più di un metro,
sotto l'humus in uno spazio limitato di appena qualche
metro, appariva uu sottilissimo straterello di terra
nera. Vi si erano raccolte oltre una trentina di taz-
zine monoansate, qualche frammento di vaso grande,
pochi cocci graffiti: non posso escludere che qualche
oggetto sia andato smarrito: non osservai avanzo di
pasto animale. Mi colpì la riunione di quelle cape-
duncole, ma non avendo fatto uno scavo regolare, non
posso dir nulla sui caratteri di quel deposito.

Fig. 40, — Da S. Lorenzo in Campo. 1:1

Cotesta ceramica è certo dell'età del bronzo. Le
tazzine sono tutte eguali : d'impasto piuttosto rozzo,
con superfìcie lisciata, ma non ingubbiata, grigiastra
o rossastra, con strato intermedio nero per l'imper-
fetta cottura. Hanno il fondo lievemente tondeggiante,
il ventre un po' sporgente, con breve gola e labbro
semplice; tre piccolissimi tubercoli sul ventre le ador-
nano: l'ansa, a vertice acuminato, si attacca all'orlo
e al ventre.

Corrispondono pienamente alle tazze della tor-
biera di Polada, che sono anche più rozze.

I frammenti spettanti a un vaso assai grande,
rozzissimi, han la superfìcie ruvida, nè meno lisciata,
di color rosso vivo.

In questo materiale comparve qualche rarissimo
frammento come quello delle fig. 40 che è un orlo di
tazza, decorato con lo stile di Latrònico. Qui l'im-
pasto è più fine dei casi precedenti, di color nero,
con la superficie levigata.

Più abbondanti materiali potevo raccogliere nel
famoso villaggio delle Conelle, dove i lavori agricoli
avevano messo in luce tre nuovi fondi di capanna,
poco prima del mio arrivo sul luogo: ma neppur qui
ebbi da eseguire un regolare scavo.

Il materiale litico raccolto nel cavaticcio com-
prende :

1°) Dieci cuspidi di silice rossa, ovali, corte e
larghe come quelle di Rivolo Veronese, scheggiate su
entrambe le facce.

2°) Sei cuspidi o tipiche lame solutréennes, a
foglia di olivo di perfetta fattura, alcune molto sottili.

3°) Sette cuspidi per giavellotti triangolari, con
alette e peduncolo.

4°) Due bei pugnali silicei con alette e codolo,
del tipo Remedello, di quasi eguale grandezza
(min. 100 X 35).

5°) Uno strumento amigdalare di selce rossa,
lavorato su entrambe le facce (mm. 117X74), che
ricorda taluno di quelli maggiori che il Monti aveva
raccolto a Nidastore, presso S. Lorenzo in Campo,
che figurano nel Museo di Ancona (x).

6°) Un altro abbozzo amigdalare, più grande.

7°) Parecchie scheggie ritoccate, di aspetto
moustérien.

8°) Alcuni frantoi e una macina.
Si deve notare la frequenza delle cuspidi solu-
strèennes, e dei loro abbozzi che dimostrano la lavo-
razione sul posto.

Erano uscite alcune olle intere, che sarebbero state
così preziose, ma io dovetti limitarmi a raccoglierne
i frammenti, poiché i lavoratori le avevano spezzate
per la solita speranza del tesoro.

La ceramica presenta alcune varietà, con impasti
rozzi come quelli delle tazze di S. Lorenzo. Sono

(') Queste fogge sono diverse dai veri e propri amigda-
loidi chelleani; piuttosto si stringono alle così dette iimand.es
degli strati più alti di Saint-Acheul, e sono forse una deriva-
zione di cotesto tipo.» Purtroppo gli esemplari qui citati non
provengono da uno scavo regolare, ma non ho ragione di sepa-
rarli dal resto del materiale. D'altronde ricordo che le stesse
fogge, associate alla stessa ceramica, si eran raccolte in un
saggio di scavo dal dott. Agostino Monti a Nidastore, come
anche dal Mosso e dal Dall'Osso alle Conelle: le belle serie
smio conservate nel ricco Museo Archeologico di Ancona. —
Monti, Staz. dell'età d. pietra presso Nidastore, B. P. I.,
IV, 1878. — Dall'Osso, in « Giornale d'Italia» 29 nov. 1911,
n. 332.
 
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