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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0315
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621

LA CAVERNA DI LATRÒNICO ECC.

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lega strettamente all'altra della caverna della Per-
tosa, e a tutta la ceramica incisa di quei depositi,
ma presenta la perfezione dello stile.

Mentre nei magnifici vasi della seconda fase di
Camares lo splendido effetto decorativo è raggiunto
dalla ispirazione naturalistica, qui l'artista tutto trae
dal suo pensiero, esprimendo con gusto squisito un
complesso concetto geometrico.

Acciò i raccordi delle curve potessero riuscire,
1 artista dovette prima segnare i punti all'equatore
del vaso e circoscriverli, quindi gli spazi « a fiamma »
per modo che la spirale restava disegnata negativa-
mente. In sostanza, l'artista vede due cose distinte:
il fondo, e la decorazione su di essa.

Ritengo che simili concetti risentano dell' influenza
della ceramica dipinta come era stato notato per certi
esemplari di meandri incisi raccolti anche in Italia:
quindi questo stile si svolse là dove lo stile geome-
trico dipinto era in onore. Con ciò non intendo affatto
ammettere nè la derivazione delle fogge incise da
quelle dipinte, nè la diretta importazione di questo
vaso, che non sarebbe sostenibile.

Non ritengo raggiunta la prova dell'origine della
prima ceramica dipinta italiana, con le affrettate con-
clusioni del Mosso, nè d'altronde sarà facile stabilire
il luogo dove la pittura vascolare fece la prima com-
parsa. La quale potè anche avvenire in luoghi diversi
con tentativi elementari, quasi nello stesso tempo in
cui si facevano le prime prove dell' incisione a mano
libera (*).

(*) Così lo Jatta non solo separò con Peet la pittura
vascolare a larghe fasce da quella bellamente dipinta, ma
nella prima distinse un tipo più rudimentale e probabilmente
più antico. Puglia preistorica, pag. 122. — Quanto allo strato
più basso di Festo, il Dussaud pur chiamandolo, seguendo il
Mosso, neolitico, avverte che era difficile distinguere ciò che
è neolitico da quanto spetta al minoico primitivo nei 5 metri
di detrito accatastato, e aggiunge, che il Mosso a ogni modo

Solo intendo qui notare che a Creta, nel più splen-
dido fiorire della civiltà minoica (M. M. Ili) quando
essa estende sulle Cicladi il suo impero, trionfava la
decorazione dipinta naturalistica con l'ultima fase
di Camares e col Palace Style soffocando l'ispira-
zione geometrica e la decorazione incisa. Invece, nella
civiltà tessala le due tecniche si svolsero parallele,
influenzandosi a vicenda, tuttavia mantenendosi nel-
l'ambito dello stile geometrico

Ciò stacca le due aree di civiltà e ci riconduce a
guardare l'orizzonte tessalo per l'origine dello stile
inciso di Latrònico-Pertosa.

Emerge, da quanto ho troppo rapidamente richia-
mato, che notevole dovette essere l'importanza del-
l'età eneolitica, della quale, primi, i dotti italiani
riconobbero il valore. Fu durante cotesta età che si
vennero svolgendo i semi della cultura neolitica, con
sviluppi paralleli, talora indipendenti, talora insieme
legati, prima che la diffusione del bronzo recasse un
nuovo e vigoroso impulso.

U. R.

non fece quella distinzione. Nelle Cicladi manca lo strato neo-
litico propriamente detto : esse non furono abitate prima del-
l'epoca del rame caratterizzata dalla ceramica lustrata a mano
e incisa ; così all'epoca del rame spetta la prima occupazione
di Filacopi (Dussaud, l. e, pp. 100, 101). Per spiegare come
si trovassero nello strato inferiore di Cnosso nuclei e oggetti
di ossidiana, il Mackenzie suppose che lo sfruttamento delle
cave a Melo fosse fatto in origine, durante il neolitico, prima
dell'occupazione stabile dell'isola, poi pei cresciuti bisogni si
fondò Filacopi. La spiegazione è ingegnosa, ma poiché man-
cano le tracce di un'occupazione neolitica a Melo, che non
poteva esser transitoria per una bisogna così importante, è
meglio in accordo coi fatti ritenere: che lo strato più antico
di Cnosso e di Festo con l'ossidiana associata alla ceramica a
stralucido corrisponda allo strato dell'eneolitico cicladico.

(*) Specialmente a Dimini nel secondo periodo litico di
Tsountas era comunissima la ceramica incisa con ornamenti
simili alla bella ceramica dipinta, e fu raccolta largamente
anche dai sigg. Wace e Thompson. Le figg. 113, 114, 115, di
Tsountas, op. cit., sono dell'identico punctured-band work di
Latrònico Pertosa.
 
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