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GONNESA ECC.

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cennano le fonti classiche e che erano non solo centri
di predatori, ma i luoghi dove pulsava — specie nel
periodo di vita indipendente — l'energia sociale col-
lettiva dei Sardi primitivi.

La bella tomba dei giganti e le traccie di altra
consimile ci richiamano alle forme tradizionali del-
l'architettura funeraria protosarda, a quella tomba a
corridoio che si svolse dal dolmen ed a gradi rag-
giunse il suo grande sviluppo. Così credo di aver di-
mostrato con gli esempì raccolti sull'altipiano di Ab-
basanta, confermando l'ipotesi del Mackenzie sull'ori-
gine del tipo. Ma questa tomba, per quanto di grandi
proporzioni, non potè bastare alla numerosa popola-
zione del villaggio, la quale nascose i suoi morti o
nelle naturali cavità del suolo, causate dalla erosione
della roccia trachitica, od in cellette scavate in essa

e non ancora rivelate alla nostra ricerca; la tomba
monumentale, fatta per il capo e fondatore della
tribù, fu riserbata ognora a chi gli succedeva nel-
l'autorità suprema.

Prima di chiudere queste brevi note invio un re-
verente saluto al benemerito sig. Ignazio Sanfìlippo,
oggi lontano dalla Sardegna, il quale additando agli
studiosi questo villaggio, permise di trovare le prove
della modesta vita e dello spirito associativo della
famiglia e della tribù sarda, che già si poteva chia-
ramente intuire da quelle mirabili manifestazioni di
energia collettiva che sono i nuraghi, le cittadelle
nuragiche e sopratutto gli aggruppamenti di siffatte
costruzioni, destinate alla sorveglianza ed alla tutela
di ben definiti e precisi distretti o territori di de-
terminate tribù.

Nota. Resta ora da esaminare come lo studio della strut-
tura di queste capanne di Serrucci possa essere utilizzato pei
il problema dell'erigine del nuraghe sardo. Era mio intendi-
mento di rimandare ad altra occasione la discussione di tale
argomento, a cui ho t fugacemente accennato più sopra (vedi
testo a col. 684) nell'attesa di altri dati'di fatto, ma la Me-
moria del prof. Patroni, L'origine del Nuraghe sardo e le
relazioni della Sardegna con l'Oriente (Atene e Roma, anno
XIX, 1916, pag. 145) rende necessario che mi soffermi alquanto
sul tema. Lo scritto, poderoso e dotto'del chiaro collega offre
largo campo alla trattazione dell'arduo tema, più di quanto
mi è qui concesso, essendomi la Memoria del Patroni perve-
nuta quando^lo scritto mio era già composto e presentato alle
stampe.

Il prof. Patroni prende in esame l'opinione espressa in
un lavoro (del sig.^Nissardi e mio sull'origine del {nuraghe
{L'altipiano della Giara di Gesturi, in Mon.dei Lincei, XXIII,
col. 114) che cioè questo caratteristico edificio della Sardegna
abbia avuto origine direttamente dalla capanna di frasche e
di fango, rotonda, con alta copertura, ottenuta dal graduale
restringersi del frascame, e che esso sia la trasformazione
diretta di tale motivo primitivo. A questa ipotesi oppose in-
vece la sua, meglio che ipotesi, teoria che il nuraghe sardo
derivi dalla capanna conica di mattoni crudi, di origine asiana
(Caldea), trasferita in Sardegna dalle spiaggie dell'Egeo, dove
essa è rappresentata in strati premicemi. Questo tipo di ca-
panna conica, secondo il Patroni, ebbe origine in Caldea, dove
per la mancanza di legname, sorse l'idea di coprire l'edificio
con lo stesso materiale delle pareti, cioè con mattoni di ar-
gilla seccati al sole. Dalla Caldea il tipo passò in Assiria, che
ce ne tramandò la testimonianza nel bassorilievo di Kujungik
(Ninive) dato dal Layard (The monuments of Niniveh, ser. II,
tav. 17). Le alte cupole ivi rappresentate erano appunto edifici
in mattoni crudi, a copertura conica alta, perchè la chiusura
si otteneva con l'aggetto progressivo dei filari sovrapposti e
con tale sistema la copertura era portata molto in alto per
necessità tecnica, essendo molto limitato lo sporto di ciascun
corso in confronto al corso sottostante. Una continuazione di

quel tipo di costruzioni si ha nelle attuali capanne dei villaggi
del Kurdistan, nelle quali, con gli zoccoli, stipiti ed architravi
di pietra, si conservano ancora le cupole coniche in mattoni
seccati al sole. Da un lato questo motivo di cupola si sarebbe
disteso verso sud, all'Egitto, dove fu usato quale granaio, poi
lungo le coste dell'Arabia e per il Mar Rosso sarebbe pene-
trato nell'Africa, sino alla regione dell'alto Nilo Bianco e del
lago Ciad, dove ancora perdura.

Verso l'occidente questo tipo sarebbe passato, per l'Asia
Minore, nell'Europa, nel bacino dell'Egeo, dove ci è rivelato
dagli scavi di Orchomenos, in capanne risalenti al III mille-
nario a. C. con zoccoli in pietra e con pareti di mattoni crudi
che accennano a restringersi a cupola. L'affinità di tali costru-
zioni con i nuraghi era stata notata anche dal loro scopritore,
il Bulle (Orchomenos, I: Die àlteren Ansiedlungsschichten, in
Abhandl. d. philos. pkilol. Klasse d. K. Bayerischen Akademie
d. Wissenschaft, XXIX, parte 2a (1907), che però non aveva
veduto alcun nesso fra i due tipi, propenso ad ammettere invece
una origine poligenistica ed indigena nei varii territorii ove
tipi simili sarebbero stati sinora riscontrati. Il Patroni, invece,
ammette che dall'Egeo il motivo, manifestatoci dalle scoperte
di Orchomenos, si sarebbe diffuso, quando ancora era usato
per abitazione, verso l'occidente, toccandovi l'estremità meri-
dionale della penisola italiana e determinandovi il motivo
ancora persistente dei truddhi ; poi avrebbe toccato la Sar-
degna, dove dette origine al nuraghe a cella rotonda. Una
successiva ondata diffuse il tipo di cella allungata, subrotonda,
elittica od ovale, pure a volta, che, come dimostrano gli scavi
di Orchomenos, rappresenta un momento posteriore nello svi-
luppo delle costruzioni a cupola. Questo tipo, che è sporadico
in Sardegna, si trova invece frequente nei talayots delle
isole Baleari, le quali perciò sarebbero state aggiunte da queste
influenze orientali in un periodo più recente in confronto alla
Sardegna. L'ultima tappa della diffusione di tale motivo di
cella rotonda a cupola si ha, come riconobbe il Mackenzie,
nelle case ad alveare, o beehive houses delle isole Britanniche
a cupola di argilla e talune con zoccoli di pietra, importate
dalla corrente costiera commerciale mediterranea ed atlantica,
 
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