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GLI SCAVI DEL PALAZZO

Essa doveva forse nella mente del re goto emulare
un altro palazzo famoso che sull'opposta sponda del-
1 Adriatico, quasi dirimpetto al lido ravennate, osten-
tava sul mare la sua mole superba: il palazzo di
Diocleziano.

Mentre di questo, attraverso ai secoli, sono giunti
a noi grandiosi e nobilissimi avanzi, infesta fu in
verità la sorte toccata al monumento ostrogoto, del
quale quasi più nulla di quanto si elevava sopra terra
è sfuggito al flagello del tempo e degli uomini.

DI TEODORICO A RAVENNA 834

destra (tìg. 37). Vedesi il prospetto di un edificio
ornato di un portico con nove intercolunni, tre dei
quali maggiori s'innalzano e sporgono innanzi, nel
centro, sormontati da un frontone recante nel fregio
la scritta PALATIVM che ne assicura l'identifica-
zione col palazzo teodoriciano. Biechi cortinaggi rac-
colti a festoni sono appesi fra gli intercolunni là
dove originariamente erano effigiati personaggi della
corte che la damnatio memoriae del regno ostrogoto
e della fede ariana volle più tardi cancellati (*).

Basta tuttavia la serie varia e molteplice delle
opere musive, ancorché in gran parte distrutte, per
dare valore archeologico all'edilìzio scomparso; ba-
stano le singolari stratificazioni e le trasformazioni
da esso subite per fare intendere il lungo e laborioso
processo della sua storia, per mettere in luce l'entità
dell'opera del re barbaro intesa a correggere le cattive
condizioni del terreno ove la reggia si era innalzata.

Non si può dire finalmente ignoto affatto l'aspetto
del palazzo. Tutti sanno ch'esso fu rappresentato in
uno de' musaici meravigliosi che adornano le pareti
della navata maggiore della basilica di S. Apollinare
Nuovo: il primo della zona inferiore della parete

tica circa palatium perfecit ». Sembra che codesti portici fossero
esterni al palazzo, se giravano intorno ad esso, e che uno di
questi fosse il portico o atrio della facciata rappresentata nel
musaico. Meno si approprerebbe la frase « portica circa pa-
latium » al quadriportico, da noi scoperto, che veniva a tro-
varsi non d'intorno, ma dentro al palazzo medesimo.

Monumenti Antichi — Vol. XXIV.

Dietro alle due ali minori del portico sporgono le
estremità di alcuni edifici: due a sinistra e tre a
destra. Più lontano spicca un recinto di mura merlate.

Quale rapporto intercede fra questa rappresenta-
zione e gli avanzi scoperti nei nostri scavi? E innanzi
tutto, quale lato del palazzo è in essa effigiato?

Credevasi comunemente si trattasse del lato orien-
tale, dalla parte delle mura della città ; e s'interpre-
tavano conseguentemente le fabbriche che dietro alla
facciata emergono nello sfondo, come i principali e
più caratteristici monumenti della città di Ravenna.
Diverso avviso manifestò il senatore Pier Desiderio
Pasolini, che ritenne il palazzo figurato dal lato di
occidente in corrispondenza con la facciata della chiesa
di S. Apollinare, e credette altresì che i pochi edifici
dello sfondo non fossero monumenti della città, ma

(l) Cfr. Ricci, Guida cit. pag. 98.

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