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TOMBA CON VASI E BRONZI ECC.
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L'oggetto che nel caso nostro può offrire qualche
argomento di discussione riguardo alla fabbricazione
e al luogo di provenienza, è l'elmo di bronzo con age-
minature d'argento. Nei casi dubbi occorre doman-
darsi :
1°) se oggetti consimili siano mai stati rin-
venuti in paesi stranieri (Grecia e colonie greche) o
se almeno sussistano documenti per attestare che vi
fossero ;
2°) se ed in qual misura intervenga l'elemento
locale nell'opera d'arte, sempre tenuto conto dell'età
cui questa appartiene : e cioè se lo spirito animatore
rinzio, trovato a Vulci, anteriore al nostro, il cui
prototipo si trova fra i bronzi rinvenuti negli scavi
di Olimpia (1). Lo stile dei rilievi delle guanciere è
affine agli esemplari della più pura arte greca del
V secolo. Anche i motivi ornamentali secondari della
calotta, se trovano analogia tra le opere dell'arte
etrusca nel V secolo (es. : gli ipogei dipinti), non
accusano meno la loro provenienza dal mondo elle-
nico. Rimane la decorazione argentea, che è una delle
caratteristiche principali dell'elmo. L'argento era nel
V secolo già da tempo conosciuto e usato dagli
Etruschi (2); molto più remota tuttavia era la tradi-
di certe opere d'arte industriale collimi più facilmente
colla coltura straniera o colla paesana.
A seconda della varia soluzione che si può dare
a ciascuna delle questioni accennate, si potrà parlare
di oggetti d'ispirazione e fabbricazione greca, d'ispi-
razione e fabbricazione etrusca, d'ispirazione greca
e fabbricazione etrusca. A quest'ultima categoria ap-
partiene forse la massima parte delle suppellettili
enee delle necropoli etnische.
La forma dell'elmo è però rigorosamente quella
dall'elmo greco aulopide, pel quale basta richiamare
alla memoria gli esemplari classici sui frontoni di
Egina, nonché le pitture vascolari attiche a figure
rosse. Si è poi già rilevata l'affinità del disegno e
della decorazione dell'elmo di Todi con un elmo co-
ducono ordinariamente o statue atletiche nei motivi della pa-
lestra o tipi popolari di divinità (Grenier, 1. cit.) ; il tipo
dell'efebo ammantato è però assai poco comune.
zione e molto più comune l'uso di questo metallo
prezioso in Grecia (3), indipendentemente dalla tecnica
assai più progredita in questo paese. Ond' è che alla
domanda se l'elmo debba ritenersi un oggetto impor-
tato dalla Grecia, alla stessa maniera dei vasi dipinti,
noi risponderemo affermativamrnte, a differenza dei
vasi ed altri oggetti di bronzo, esemplari notevoli
dell' industria locale influenzata dall'arte greca.
Nonostante le necessarie distinzioni, la suppellet-
tile descritta costituisce dunque una testimonianza non
trascurabile della corrente d'importazione commer-
ciale e d'influenza artistica che in età abbastanza
remota. dall'Oriente greco, e più precisamente dalla
(') Olympia Ausgrabungen, Bromen, tav. LXIII e testo,
pag. 168.
(2) E. Saglio, in Dictionnaire, s. v. Argentum.
(3) L'uso dell'argento in Etruria risulterebbe molto più
ristretto di quello dell'oro (Martha, op. cit., pag. 557),
TOMBA CON VASI E BRONZI ECC.
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L'oggetto che nel caso nostro può offrire qualche
argomento di discussione riguardo alla fabbricazione
e al luogo di provenienza, è l'elmo di bronzo con age-
minature d'argento. Nei casi dubbi occorre doman-
darsi :
1°) se oggetti consimili siano mai stati rin-
venuti in paesi stranieri (Grecia e colonie greche) o
se almeno sussistano documenti per attestare che vi
fossero ;
2°) se ed in qual misura intervenga l'elemento
locale nell'opera d'arte, sempre tenuto conto dell'età
cui questa appartiene : e cioè se lo spirito animatore
rinzio, trovato a Vulci, anteriore al nostro, il cui
prototipo si trova fra i bronzi rinvenuti negli scavi
di Olimpia (1). Lo stile dei rilievi delle guanciere è
affine agli esemplari della più pura arte greca del
V secolo. Anche i motivi ornamentali secondari della
calotta, se trovano analogia tra le opere dell'arte
etrusca nel V secolo (es. : gli ipogei dipinti), non
accusano meno la loro provenienza dal mondo elle-
nico. Rimane la decorazione argentea, che è una delle
caratteristiche principali dell'elmo. L'argento era nel
V secolo già da tempo conosciuto e usato dagli
Etruschi (2); molto più remota tuttavia era la tradi-
di certe opere d'arte industriale collimi più facilmente
colla coltura straniera o colla paesana.
A seconda della varia soluzione che si può dare
a ciascuna delle questioni accennate, si potrà parlare
di oggetti d'ispirazione e fabbricazione greca, d'ispi-
razione e fabbricazione etrusca, d'ispirazione greca
e fabbricazione etrusca. A quest'ultima categoria ap-
partiene forse la massima parte delle suppellettili
enee delle necropoli etnische.
La forma dell'elmo è però rigorosamente quella
dall'elmo greco aulopide, pel quale basta richiamare
alla memoria gli esemplari classici sui frontoni di
Egina, nonché le pitture vascolari attiche a figure
rosse. Si è poi già rilevata l'affinità del disegno e
della decorazione dell'elmo di Todi con un elmo co-
ducono ordinariamente o statue atletiche nei motivi della pa-
lestra o tipi popolari di divinità (Grenier, 1. cit.) ; il tipo
dell'efebo ammantato è però assai poco comune.
zione e molto più comune l'uso di questo metallo
prezioso in Grecia (3), indipendentemente dalla tecnica
assai più progredita in questo paese. Ond' è che alla
domanda se l'elmo debba ritenersi un oggetto impor-
tato dalla Grecia, alla stessa maniera dei vasi dipinti,
noi risponderemo affermativamrnte, a differenza dei
vasi ed altri oggetti di bronzo, esemplari notevoli
dell' industria locale influenzata dall'arte greca.
Nonostante le necessarie distinzioni, la suppellet-
tile descritta costituisce dunque una testimonianza non
trascurabile della corrente d'importazione commer-
ciale e d'influenza artistica che in età abbastanza
remota. dall'Oriente greco, e più precisamente dalla
(') Olympia Ausgrabungen, Bromen, tav. LXIII e testo,
pag. 168.
(2) E. Saglio, in Dictionnaire, s. v. Argentum.
(3) L'uso dell'argento in Etruria risulterebbe molto più
ristretto di quello dell'oro (Martha, op. cit., pag. 557),