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le tracce di identico muro nelle fondamenta della rocca
che fu dei Farnese, e la stessa è la posizione di Vi-
gnanello, di Gallese, di Givitacastellana, di Veio, ecc.

Chi guarda la scena dai piani di Santa Lucia ha
sott'occhio come una sintesi dai caratteri speciali di
quella regione. Di fronte, lo sprone ove esistette il
pago alla confluenza dei due fossi ; si distinguono a
destra gli avanzi dell'aggere. Sullo sfondo, il profilo
angoloso del Soratte domina i plateaux. La parete vul-
canica tufacea precipita a picco sulle ghiaie che for-
mano il letto del torrente: in essa si scorgono' tre
caverne quali si presentarono dopo lo scavo.

Era dapprima ben visibile soltanto quella centrale,
che dirò Grotta Alta, ampia e bella, asciutta, che
dovette essere certo utilizzata in tempi preistorici.
Disgraziatamente il suolo ne è tutto compatto. Una
strida di terra alla bocca fu saggiata e mostrò i
residui di due differenti età.

Più superficiale raccolsi ceramica dell'età'del ferro,
tra cui i frammenti di una capeduncola di bucchero,
sagomata, ed una fuseruola ornata. Incontrai quindi
un pavimento formato di ciottoloni calcarei portati su
dal fiume, e sotto stava uno strato di terra nerissima
coi soliti avanzi di pasto e con frammenti di vasi
della consueta ceramica di carattere eneo.

Presso cotesta caverna riuscivo a identificarne due
altre, che erano quasi interamente sepolte.

L'una, più a valle, si apriva su un breve spiazzo
apparendo come una bassa e stretta fenditura nella
quale non si poteva penetrare. Era quasi totalmente
riempita di terra rossa pozzolanacea, derivata dallo
sfacelo lento e regolare del tufo. Come fu completa-
mente vuotata, apparve una grotta asciutta e abba-
stanza regolare larga alla bocca m. 6, profonda circa
altrettanto.

Mi dette abbondantissima e interessante industria
litica ed ossea perfettamente rispondente a quella del
riparo del Sambuco. Anche qui tutto il materiale litico
è lavorato solo da una parte e verrà più oltre de-
scritto complessivamente con quello degli altri de-
positi. Anche qui raschiatoi moustériens e abbondanti
cuspidi à cran, indiflerentemente nei vari livelli. In-
teressanti i vari gradi della lavorazione dell'osso, che
qui potei più agevolmente osservare perchè la caverna
era più asciutta. Mancavano invece gli avanzi di pasto,
che tante volte ho raccolto nei fondi di capanna. m

14

Anche in questa caverna notai due strati ben di-
stinti, che eran facili a rilevare perchè separati da
un lieve strato sterile, e inoltre 1 inferiore era molto
più compatto e tenace. Ma mentre l'industria litica
e ossea era in entrambi la stessa, qui un fatto nuovo
si presentava. Lo strato superiore conteneva anche
frammenti di ceramica rozzissima, fatta a mano, che
è certo dell'età della pietra. Alcuni frammenti si rac-
colsero nella parte più interna della caverna, altri
sul davanti, ma sempre sotto lo strato superficiale
sterile.

Avevo terminato l'esame di queste due caverne,
quando, lavorando più tardi in un'altra, che è sull'op-
posta ripa del fosso, sospettai l'esistenza della terza
caverna. Essendo prossima alle precedenti, che avean
dato abbondante materiale, e chiusa dalla frana, mi
fece concepire le migliori speranze, che andaron pur
troppo deluse. Dopo che con lungo lavoro si rimossero
gì' immani blocchi e si nettò attentamente la caverna,
non si riesci a recuperare dallo strato inferiore che
poche lame del solito tipo, benché ben tagliate, mentre

10 strato superiore dette solo qualche coccio più tardo.
E singolare una olletta rozza fatta alla ruota, ma
assai sbilenca, monoansata che ha due fori verticali,
l'uno poco sotto l'orlo l'altro vicino al piede, dei quali
non so indicare lo scopo.

Caverna delle Galere. — È nota in quel contado
con questo nome una grotta relativamente grande,
che si trova in un borro selvaggio il quale va a fi-
nire nel Posso delle Eote, sulla destra del Rio Fratta.

11 predio è detto delle Monache ed è di proprietà di
Luigi Crescenzi.

La caverna si apre tra due strati tufacei paral-
leli, l'inferiore più ricco di cristalli leucitki. E lunga
circa m. 18, larga m. 7 e forma a due terzi dell'in-
gresso, un gomito risentito. Ma salvo che alla bocca,
in nessun punto vi si può star in piedi.

Mancando il riempimento, si saggiò all'apertura
e non dette che poche scaglie silicee senza significato.

Una singolarità di questa caverna consiste nel-
l'avere, a intervalli regolari, tre larghi pozzi qua-
drangolari, a guisa di comode « calatoie » con inci-
sure a guisa di scalini, che sboccano nella campagna
soprastante, dalla quale pertanto può agevolmente ca-
larsi nelle caverne, assai meglio che dalla apertura
naturale.

' CAVRENETTE É RIPARI PREISTORICI NELL'AGRO FALÌSCÒ
 
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