Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
133

CAVERNETTE E RIPARI PREISTORICI NELL'AGRO FALISCO

134

tendere e completa il significato dui precedenti depo-
siti, legandoli tra loro (').

In tutti, notiamo la persistenza dell'industria mu-
steriana propriamente detta, che ci si presenta cbia-
ramente con l'armamentario fabbricato specialmente
di quarzite: invece il numero sterminato delle strette
lame meglio tagliate e degli oggetti tratti da lame
è di silice. I tipi sono gli stessi, meno lievi differenze
secondarie; in tutti vi si accompagna largamente la
lavorazione dell'osso ; ma. si noti, soltanto per otte-
nerne delle punte, e solo ai Balzi Rossi, eccezional-
mente si ha qualche cuspide ossea a base fenduta.

A cominciare specialmente dalla sepoltura H nella
grotta dei Bambini, ai Balzi Rossi, si hanno le stesse
lame ritoccate e i raschiatoi che si ravvicinano a quelli
triangolari falisci a corpo stretto, alquanto massicci
e perfettamente ritoccati superiormente con tecnica
che non può separarsi dalla neolitica (2).

Taluni dei grattoirs del sesto focolare, F, si av-
vicinano a quelli « carénés » di Corchiano, si incon-

(') Stasi e Regalia, Grotta Romanelli (Castro, Terra di
Otranto), Archivio per l'Anfcr. e l'Etn. 1904, voi. 34.— Pigorini,
La Grotta Romanelli, lì. P. L, XXX, 1904. — Regalia e Stasi,
Grotta Romanelli, Seconda nota, Risposta a una critica, Afch,
e. s. 1905, l. fcav. — Botti, La grotta del Diavolo, Staz. preist. del
Capo di Ieuca, Bologna, 1871. — Ciofalo, Notizie di alcuni avanzi
preistorici rinvenuti nei dintorni di Termini I., Rivista scien-
tifico-industriale di Vimercati, 1875, aprile. — Andrian, Prà-
historische studien aus Sicilien, Zeitschrift. fur Etnol. 1878. —
Colini, Le scoperte archeolog. del dott. C. Rosa ecc., B. P. I.,
XXXII, 1906, pp. 22G-7, nota 189. — Mochi, L'industria litica
della grotta di Golino, nei monti delV Ucccllina (Talamone, prov.
di Grosseto). Archiv. per l'Antr. e l'Etnol. XLI, 1911. — Id.,
Nuove ricerche nella gr. di Golino a Talamone, Archiv. c. s. XLII,
1912. —: Capellini, Grotta dei Colombi, à V ile Palmaria, golf e de
In Spezia, Congrès intern. etc8 Bologna. 1871. — Patiri, L'arte
primitiva e la selce scheggiata e figurata dell'officina termitana,
Palermo, 1905, con tav. fotografica. — Id. L'arte minuscola pa-
leolit. dell'officina termitana, età, Termini Imerese, 1910. —■ Id.,
L'Uomo dell'età d. pietra in Terni. Im., Palermo, 1902. — Id.,
Le corna emblematiche, in uso sin dall'età d. pietra, Archiv. per
l'Antrop. XXXIX, 1909. — Id., L'Arte schemat. paleolitica etc.
Sicania, III, 1915. — Id., Figure animali a bocca, aperta, etc,
La Siciliana, IV, 1915. — Giuffrida Ruggeri, Materiale paletno-
logico della Gr. d. Castello etc, Soc. Romana di anfcropol. XIII.
1907. — Schweinfurth, Ueber das Ilolen-Palàolithikum von Si-
zilien und Sudtunesien, Zeitschr. f. Etimologie, 1907. — Rollini,
Materiali neolit. ed eneolit. della Marca Alta, B. P. L, XXXV,
1909, pag. 50 sg. nota.

(4) Les Grottes de Grimaldi, t. II, pi. XVII, 5, 12, 14; XXI,
!) (raschiatoi-punteruoli triangolari). Lo stesso Cartailhac nota
« proposito di taluni di questi raschiatoi che « ces pointes ne sont
peut-étre que des soies pour l'emmanchure », quindi anch' egli
esclude che possano essere delle cuspidi come a prima vistar si
crederebbe.

trano coltelli-punteruoli a dorso arcuato e ritoccato;
cuspidi à cran. Sono presenti nella detta grotta, fino
dallo strato più basso, quei piccoli e graziosi raschiatoi
circolari tanto abbondanti a Romanelli e soprattutto
a Termini-Imerese, mentre uno solo ne potevo racco-
gliere nella caverna dell'Acqua, sul Rio Fratta.

L'identità dell'industria di Romanelli con quella
dello strato superiore di Grimaldi<gfu per primo rico-
nosciuta dall'Issel, cui lo Stasi avea inviato un saggio
del suo materiale

Ultimamente il Blanc riprendeva gli scavi nella
caverna di Romanelli. Per sua cortesia ho potuto ve-
dere una parte del materiale che egli conserva in
Roma ed ho notato la sua strettissima affinità con
quello falisco. Non entro in particolari per doveroso
riserbo, in attesa della illustrazione che il Blanc ci
darà.

Solo avverto, a quanto il Blanc mi diceva, che egli
non ha raccolto nè cuspidi à cran, nè grattoirs ca-
rénés, nè io ne ho riscontrati nel materiale esaminato.

La grotta del Diavolo, presso il Capo di Leuca,
può essere esaminata comparativamente alla prece-
dente.

Certo, come riconobbe lo stesso scopritore, il Botti,
essa fu visitata in tempi diversi.

Lo scavo risale al 1870. Ma il Botti vide bene
che le selci giacevano soltanto nello strato inferiore
associate alla ceramica rozza. Coteste selci, di cui un
saggio può vedersi nel Civico di Bologna e presso
l'Istituto tecnico di Lecce, erano sempre strette lame
o coltelli, come dice il Botti. Anzi egli insiste su
questo carattere delle selci, che lo aveva colpito, tanto
da ascrivere quello strato all'età che allora in Francia
si disse Ydge des couteaux (2).

Oltre le lame brute si riconoscono, nel materiale
che ci è pervenuto o che è figurato dal Botti, cuspidi
con ritocco unilaterale, lame ritoccate in testa a guisa
di raschiatoio, e certo una più attenta osservazione
avrebbe permesso distinguere altre forme, come quelle
che abbiamo esaminato negli antri falisci.

Anche qui troviamo con le lame silicee la stessa
industria ossea di Romanelli.

(1) Stasi e Regalia, Grotta Romanelli etc, cit.

(2) Due terzi delle selci della Gr. del Diavolo erano coltelli
o frammenti di coltelli. — Hamy, Precis de Paleontologie humaine,
pag, 296,
 
Annotationen