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GLI SCAVI RECENTI NELL'ABITATO DI OSTIA

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Non sorprende davvero la presenza di libere mani-
festazioni amorose designate con anatomica precisione
di vocaboli ; sembrava anzi strano che in una città
come Ostia non ci si fosse ancora imbattuti in luoghi di
commercio amoroso. Ma sorprende invece appunto per
questo fatto il trovare raccolto in due ambienti di un
appartamento piuttosto signorile ciò che invece manca
nelle più umili taborne e nelle case di minor conto.

Si sarebbe indotti a limitare queste libere e anormali
esercitazioni di piacere alla maschia famiglia servile
del proprietario o dell'affittuario della casa, sia perchè
non v'è menzione nò di anccllae nò di togatae, sia perchè
non solo la casa ma gli ambienti stessi, in cui esse si pro-

cizio del mestiere. Non si può applicare a questo caso
ciò che leggiamo in Ulpiano, e cioè che « in multorum ho-
nestorum virorum praediis lupanaria exercentur » {Big.
V, 3, 27) ; nò persuade il limitare alla servitù della casa
l'inverecondo linguaggio murale che essa ci ha con-
servato.

Tenuto presente che questi graffiti appartengono al-
l'epoca dell'ampliamento dell'abitazione la quale, tras-
formate in taberne le stanze sulla via di Diana, si' è
annesso anche il primo piano stabilendovi una diretta
comunicazione interna, si può pensare che tale abi-
tazione sia un albergo. Più che a un nuovo proprietario
dell'intero caseggiato o a un nuovo privato inquilino,

Fio. 14.

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Fio. 15.

ducono, non hanno alcuno dei caratteri necessaria al buon
andamento del mestiere di un lenone. Non si può infatti
in alcun caso pensare ad un lupanare neppure ristretto
a due sole ceMae le quali non potrebbero essere state mai
indipendenti dal resto della casa nò potevano comuni-
care direttamente con la strada, cioè avere i due requi-
siti necessarii ad ogni quartiere adibito a tale scopo, co-
me vediamo a Pompei. La stanzetta in fondo all'ambu-
lacro è divisa da questo e dal rimanente dell'appar-
tamento da un sottile tramezzo di muratura con una
tenda nel centro : e il sottoscala, in cui convengono, con
intenti ben chiari, gruppi di due o tre cinaedii, serve al
collegamento del piano-terra col primo piano. Chi abita
il piano-terra della casa deve essere di necessità consen-
ziente all'uso speciale a cui si adibiscono questi am-
bienti. Per quanto grande fosse l'avidità di guadagno
del padrone o dell'affittuario, ò difficile pensare ad un
subaffitto che, mentre avrebbe gravato di una molesta
servitù tutto l'appartamento, non avrebbe offerto, per
contro, al concessionario la libertà necessaria all'eser-

conviene infatti piuttosto alle necessità di un alber-
gatore l'ampliamento di una casa già piuttosto grande
per una sola famiglia. E nell'esercizio di una caupona
bene s'addice aver riservato alcune stanze, forse tutto
il primo piano stesso, al libero contatto dei dozzinanti.
Se fu albergo, la più che discreta signorilità dei mosaici
e dei dipinti, il decoro di ogni singola stanza, la posi-
zione stessa nel centro della città in uno stabile ben
tenuto, fan però pensare ad una caupona non di infimo
ordine, ma piuttosto ad uno di quegli alberghi di lusso
in cui potevano trovare riposo e piacere quei molti
commercianti e spedizionieri che a Ostia, più che altrove,
dovevano formare una popolazione fluttuante. Troppo
scarsi sono i dati per ricostruire la vita e i varii gradi di
un albergo antico perchè sia possibile di precisare quale
carattere abbia avuto questo ostiense, il quale non
ebbe bisogno in ogni modo che di piccoli adattamenti
per trasformare una abitazione privata. Nè troppo si
preoccupò l'albergatore di tenere appartate le camere
destinate agli illeciti amori : non sarebbe certo qui po-
 
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