Overview
Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 2.1893

DOI issue:
Heft 5
DOI article:
Maresca di Serracapriola, Antonino: Il museo del Duca di Martina [2]
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.71016#0091

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

75

consi niellati, e dai francesi champlévés (V. In tutte le deco-
razioni di questa collezione predominano fogliami e dise-
gni fantastici su fondo per lo più celeste pendente al verde.
Degli smalti di Limoges, i cui soggetti sono per lo più
sacri, benché non figurino i più grandi nomi di quella
rinomatissima fabbrica, pure ve ne ha parecchi mirabili.
Ammiransi delle crocifissioni, delle immagini ed alcune
paci. Due soli pezzi portano la firma dei loro autori, l'uno
di forma ellittica, nel quale vedesi effigiato S. Uberto ge-
nuflesso dinanzi al tradizionale cervo sul cui capo rifulge
il Crocefisso; l'altro, rettangolare, rappresenta S. Rocco. Il
primo è firmato da M.r Duport 1581, il secondo da Izaac
Martin, senza data. Il Duport, benché per nulla conosciuto
dagli scrittori francesi che si occuparono degli artisti che
lavorarono in smalto, è degno di essere additato agli stu-
diosi come artista superiore al Martin, della cui esistenza
si dubitò fortemente. Il Molinier scrisse, che il marchese
de Laborde dopo qualche esitazione lo aveva prima classi-
ficato tra i pittori che eseguirono degli smalti sul gusto di
Leonardo Limosin, ed indi suppose che il nome d' Izaac
Martin, scritto su di una placca con l'effigie di S. Rocco,
non poteva essere altro che quello del possessore dello
smalto, membro forse di una confraternita di quel santo (2).
Potrebbe darsi che la placca del museo Martina fosse
la medesima veduta dal marchese de Laborde.
Fanno parte della collezione degli smalti alquanti cofa-
netti, medioevali, di bronzo arricchiti da figure a smalto
risultanti su fondo dello stesso metallo, e buon numero di
lavori del Petitot, il più celebre ritrattista sopra smalto,
allievo di Van Dyck, nato a Ginevra nel 1607, morto a
Vevey nel 1691.
Completano questa collezione infinite piccole miniature
sopra lamine circolari, che facevano parte di casse da
oriuoli tascabili, un gran numero di piccoli astuccetti di
metallo smaltato, e molti perfettissimi dipinti su smalto: si
osservano pure nella collezione delle tabacchiere di cui
parleremo.
Il discreto numero di maioliche policrome, formato da
grandi e piccoli piatti, da vasi di svariate forme e deco-
razioni, e da mattonelle pregiatissime, offre tipi sufficienti
per far ricordare le migliori fabbriche italiane, tra il co-
spicuo prodotto delle quali possono pure essere ammirati
differenti pezzi ispano-moreschi e qualche delicato lavoro
persiano.
La gran quantità di porcellane forma parte importantis-
sima del museo. E se dalla piccola quantità di maioliche

(1) Emile Molinier, Dictionnaire des Emailleurs, Paris, I. Rauam,
1885, p. 3. — Catalogo del Museo Civico G. Filangieri, Napoli, 1888,
T. i, p. 233. -

(2) Molinier, op. c., p. 57.

ci vien ricordato lo stile severo che l'arte usò prima e
durante il periodo del rinascimento classico, dagli innume-
revoli tipi di porcellana noi scorgiamo, sia il gusto squi-
sito degli antichi cinesi e giapponesi, sia maggiormente il
gusto nuovo prevalso in Europa, tra la fine del XVII ed
il principio del presente secolo.
Tutte le migliori fabbriche conosciute sono rappresen-
tate nel museo Martina, con tipi delle epoche più impor-
tanti di ciascuna fabbrica. La Cina ed il Giappone arric-
chiscono in modo straordinario la collezione con svaria-
tissimi vasi, coppe, piatti di ogni grandezza, statuine ed
infiniti oggetti di uso differente, il tutto vario per gran-
dezza, forma e decorazione. Le porcellane di Meissen ab-
bondano, e tra esse notansi vasi stupendi guarniti dal
bronzo squisitamente lavorato e dorato, appartenenti al
primo e classico periodo della fabbrica (1710-1730), ed
un' infinità di piccoli vasi, tazze, statuine e piatti diversi
dalle svariatissime forme e dalle delicate decorazioni. Tra
le medesime porcellane, segnate con marche di differenti
epoche, vanno segnalati molti piccoli quadretti con cor-
nici della medesima pasta, propriamente in biscotto, nei
quali vedonsi animali differenti, eseguiti da espertissimi
artisti. Della medesima fabbrica vi sono pure alcuni flauti,
vari graziosissimi oriuoli da tavola, un giuoco di scacchi,
un lampadaio e dei candelieri; molti coltelli da tavola, un
pregevole servizio da caffè per sei, messo ad oro e con
pitture delicate, elegantissime tabacchiere, ed un'infinità
di astuccetti ed odorini, i quali da soli basterebbero a di-
mostrarci la sfarzosa e gentile moda del tempo di Luigi
XV. Nelle porcellane di Sèvres figurano dei pezzi impor-
tantissimi per le diverse forme ed impareggiabili tinte,
varianti dallo azzurro cupo del zaffiro al cilestre brillante
della turchesia, dal giallo leggermente cromo al colore del
granato. Ma tra i tipi rari è degna di speciale osservazione
una singolarissima tazza, che fece parte di un servizio
della regina Maria Antonietta al piccolo Trianon: questa
tazza ha la coppa formata da una mammella muliebre, de-
licatissimamente modellata e tinta ad imitazione del vero,
ed è sostenuta da un tripode a base unita dalla tinta gial-
lognola e terminante superiormente con tre teste di capre:
tipo classico per la finezza della pasta e per la stranezza
della forma. Anche tra le porcellane di Sèvres sono da
contemplarsi molte tabacchiere finamente decorate, e molti
astucci ed odorini dalle forme più fantastiche e dalla de-
licata decorazione. Piatti, coppe, tazze, pupi, caffettiere ed
altri oggetti arricchiscono la collezione delle porcellane
di Sèvres, e di altre fabbriche francesi. Benché non nu-
merosi i pezzi che riguardano la fabbrica di Napoli, biso-
gna notare diverse tazze a varie decorazioni, alquanti pu-
petti, un servizio da caffè per sei decorato con vedutine,
qualche ciotola senza manico arricchita da finissime figure
 
Annotationen