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Napoli nobilissima: rivista d' arte e di topografia napoletana — 2.1893

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Heft 5
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de la Ville sur-Yllon, Ludovico: La chiesa di S. Barbara in Castelnuovo [1]
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Maresca di Serracapriola, Antonino: Il museo del Duca di Martina [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.71016#0090

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74

NAPOLI NOBILISSIMA


Statua della Vergine nella Sagrestia,
(da fotografia del signor L. Fortunato).

cati pel prezzo di una immagine fatta in marmo della
Vergine SS. col Cristo in braccio, la quale è stata posta
sulla porta della cappella del Castelnuovo; ed il 20 aprile
seguente si pagano carlini 6 a mastro Matteo Fortimani
pel trasporto di detta statua (0.
Questa statua fu dunque scolpita nell'anno 1474 per
collocarsi sulla porta della cappella, e da ciò deve supporsi
che questa porta fosse già stata fatta in quell'anno dal
Majano. Però nelle ce-
dole sopra citate non vi
è alcuna traccia di que-
sto artista in questa epo-
ca, ed il suo arrivo a
Napoli per fare certe fab-
briche si trova notato so-
lo undici anni più tardi,
cioè nel 1485. La porta
quindi non fu scolpita
da Giuliano da Majano,
principalmente poi per-
chè egli, come nota il
Milanesi!1), non fu scul-
tore, ma solamente ar-
chitetto.
Un altro monumento
di scultura, che esiste
tuttora nella chiesa pres-
so l'altare, in cornu evan-
gelii, è un ciborio di
marmo. Rappresenta, in
basso rilievo, la navata
di una chiesa con tre ar-
chi per ciascuna parte ed
in mezzo l'altare, sul
quale era la porta, che
chiudea la cella, conte-
nente le ostie consacra-
te. Il soffitto è scompar-

tito a cassettoni con rosoni delicatamente cesellati. Ai piedi
dell'altare sono sei angeli, tre per parte, inginocchiati in

atto di adorare. Sopra vi è una lunetta con l'Eterno Padre
che benedice, fiancheggiato da due piccoli obelischi. Quat-
tro statuette sorgono in altrettante nicchie nelle ' fasce la-
terali ed in quella inferiore è scolpita, in piccolo rilievo,
l'ultima cena di nostro Signore. Dalla purezza del disegno,
dalla sobrietà della composizione, si ravvisa anche in que-
sta il vero stile del Risorgimento. Ne fu autore Jacopo
della Pila, milanese V).
Nel giorno 25 settembre 1481 si danno 17 due., 2 tari
e io grana a « mastro Jacopo della Pila per un taberna-
« colo di marmo per la cappella di Castelnuovo per con-
« servare il Corpus Domini » (2).
Un altro avanzo del secolo XV si vede nell'attuale sa-
cristia ed è una statua della Vergine col bambino, attri-
buita pure a Giuliano da Majano dal Cicognara, però è
di stile molto più arcaico e meno puro del bassorilievo
della porta ora descritto, e tanto dal suo carattere gene-
rale, che dagli ornamenti semigotici della nicchia, che la
contiene, può senza errore affermarsi che le due sculture
non furono fatte dallo stesso artista e certamente non dal
Majano.
Nel secolo XVI e seguenti troviamo registrati molti
lavori ed abbellimenti fatti nella cappella regia; abbellimenti,
ristauri e mutamenti, che la ridussero nel miserevole stato
attuale, di cui ci occuperemo prossimamente.
Ludovico de la Ville sur-Yllon.

IL MUSEO DEL DUCA DI MARTINA
(Continuazione. Vedi fase, precedente).
Gli smalti contribuiscono largamente ad arricchire il
museo, ed àvvene sparsi in tutte le sale, diversi per ori-
gine e per epoca. Sono in maggior numero i lavori giap-
ponesi ed orientali, tra essi moltissime vaschette, coppe,
vasettini, piatti di tutte le fogge e differenti grandezze,
molte placche di forma circolare, una delle quali con dia-
metro di m. 0,64, due vasi alti m. 0,74, ed un altro m. 0,95,
il tutto su metallo smaltato a tramezzi fissi, metodo di
adoperare lo smalto detto a niello, per cui detti smalti di-

la chiesa del Crocifisso nella città di Noto un'altra statuetta, che esi-
ste ancora e porta l'iscrizione: francescvs a lavrana me fecit.
mcccclxxi. Il Laurano ebbe fama grandissima in Sicilia, le statuette
da lui eseguite rappresentanti la Vergine col Bambino sono quasi tutte
ripetizioni di uno stesso modello e conservano una rigidezza di tratto
che ha più della prima che della seconda metà del secolo XV. (V.
Di Marzo, Scultura in Sicilia, Vol. I, 44; Vol. II, 7, 8, 47, 48, 49 e
Filangieri, Indice degli artefici, II, 43). Forse fu suo fratello quel Lu-
ciano da Laurano, architetto del famoso palazzo dei Duchi di Urbino,
a cui il Baldi, Descriz. del Palazzo di Urbino, attribuisce il palazzo di
Poggioreale.
(1) Vasari, ediz. Milanesi, Vol. II, 472.

fi) Questo scultore lavorò molto in Napoli dall'agosto 1471 al
luglio 1502. Fece il sepolcro dell'Arcivescovo Piscicelli tuttora nel
Duomo di Salerno, alcune fontane di marmo pei giardini del Castel-
nuovo, fornì marmi per Porta Capuana, scolpì il sepolcro di Tommaso
Brancaccio in S. Domenico Maggiore, quello di Niccolò d'Alagno nel
castello di Torre Annunziata (ora nel Museo Civico Filangieri), quello
di Pietro Brancaccio in S. Angelo a Nilo, un arco di marmo con ro-
soni ed altri ornamenti, in S. Pietro Martire, un altare di marmo
per messer Pietro Rocco in S. Lorenzo. Era proprietario di una cava
di pietre dolci a S. Aniello di Napoli (Filangieri, Indice degli artefici,
11, 283.
(2) Cedole cit., p. 417.
 
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