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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 12.1906

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https://doi.org/10.11588/diglit.19820#0174
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NOTIZIE

La frase poi « ut raereatur (tigna cimi sanctis » rende lo
stesso concetto di quello espresso in una iscrizione scoperta da
poco in una regione presso il cimitero di s. Callisto « cesquc
in pace cum sanctis cum quos mereris » (sic).

L’anonima defunta doveva essere persona distinta, e lo ar-
guisco dalla lunghezza del titolo, dalla rara forma metrica del-
l’elogio, dalla ubicazione speciale del sepolcro, e dalla quantità
di rottami vitrei, testimonio di riguardose cure, segnalati nel
sito stesso della lapide. La lingua in cui il titolo è redatto ed
i frequenti richiami alle forme dell’epigrafia cimiteriale romana,
c’inducono a credere che la morta fosse romana, e non appar-
tenesse alla parte greca della popolazione di Siracusa, che ancora
nel secolo V era greca di lingua se non di costume. Le famiglie
romane di funzionari, di militi o di commercianti costituivano
ancora una esigua minoranza, e lo prova la percentuale bassis-
sima dei titoli cimiteriali latini in confronto dei greci. Per tutto
ciò è a lamentare vivamente che il titolo ci sia pervenuto mutilo
e privo di tutta la intestazione.

2° Metà di una spessa lastra di paria di cm. 26 '/2 X 18 '/3,
rinvenuta messa in opera nel pavimento vecchio sotto l’altarino,
ora distrutto, dell’abside settentrionale.

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