4$ Foro Romano
non era distante dalla porta del Palatino T quando
cominciò a gridare di aver vinto i nemici ec. Ora
dicendoci Vitruvio (i), che i Fori doveano farsi
quadrilunghi in Italia a cagione de’giuochi de’gla-
diatori, che vi si davano, ne segue, che la dire-
zione del quadrilungo nel Foro Romano era da
oriente ad* occidente, affinchè potesse il Foro tro-
varsi fra il Palatino ed il Campidoglio. Questa ra-
gione rende improbabile Γ opinione di coloro , i
quali vollero prolungarlo fino all’arco di Tito, poi-
ché in tal caso non sarebbe fra il Palatino, ed il
Campidoglio , ma piuttosto fra il Palatino , e l’Esqui-
lino. Inoltre la differenza, che v’ha di circa 3o
piedi fra il livello dell’ arco di Tito , e quello del-
la colonna di Foca riconosciuto concordemente per
il livello del Foro ; ed il trovarsi tutti gli edificj
antichi esistenti di là dal Tempio di Antonino , e
Faustina, e questo Tempio stesso, e Γ Arco di
Tito notati dentro i limiti della IV. Regione ?
mentre il Foro Romano dava nome all’ ottava, tol-
gono ogni dubbio per determinare la situazione del
Foro fra i due colli Capitolino , e Palatino , e la
sua lunghezza da oriente ad occidente.
Trovata la situazione è necessario fissarne i
limiti : ora dicendoci Vitruvio , che il Foro nelle
città d’Italia dovea farsi cpiadrilungo 7 ed essendo
certi da ciò che si disse di sopra che la lunghez-
za era da oriente ad occidente , ne siegue , che
trovati i due punti estremi di un lato si trove-
ranno gli altri , almeno ad un incirca , tanto più
che Vitruvio stesso fissa le proporzioni della lar-
(i) Lib. V. c. I. Qraeci in. quadrato amplissimis et dupli-
cibus porticibus fora constitaunt .... Italiae vero urbibus
non eadein est ratione faciendam , ideo qaod a majoribas
consuetuda tradita est gladiatoria mainerà in foro dari.
non era distante dalla porta del Palatino T quando
cominciò a gridare di aver vinto i nemici ec. Ora
dicendoci Vitruvio (i), che i Fori doveano farsi
quadrilunghi in Italia a cagione de’giuochi de’gla-
diatori, che vi si davano, ne segue, che la dire-
zione del quadrilungo nel Foro Romano era da
oriente ad* occidente, affinchè potesse il Foro tro-
varsi fra il Palatino ed il Campidoglio. Questa ra-
gione rende improbabile Γ opinione di coloro , i
quali vollero prolungarlo fino all’arco di Tito, poi-
ché in tal caso non sarebbe fra il Palatino, ed il
Campidoglio , ma piuttosto fra il Palatino , e l’Esqui-
lino. Inoltre la differenza, che v’ha di circa 3o
piedi fra il livello dell’ arco di Tito , e quello del-
la colonna di Foca riconosciuto concordemente per
il livello del Foro ; ed il trovarsi tutti gli edificj
antichi esistenti di là dal Tempio di Antonino , e
Faustina, e questo Tempio stesso, e Γ Arco di
Tito notati dentro i limiti della IV. Regione ?
mentre il Foro Romano dava nome all’ ottava, tol-
gono ogni dubbio per determinare la situazione del
Foro fra i due colli Capitolino , e Palatino , e la
sua lunghezza da oriente ad occidente.
Trovata la situazione è necessario fissarne i
limiti : ora dicendoci Vitruvio , che il Foro nelle
città d’Italia dovea farsi cpiadrilungo 7 ed essendo
certi da ciò che si disse di sopra che la lunghez-
za era da oriente ad occidente , ne siegue , che
trovati i due punti estremi di un lato si trove-
ranno gli altri , almeno ad un incirca , tanto più
che Vitruvio stesso fissa le proporzioni della lar-
(i) Lib. V. c. I. Qraeci in. quadrato amplissimis et dupli-
cibus porticibus fora constitaunt .... Italiae vero urbibus
non eadein est ratione faciendam , ideo qaod a majoribas
consuetuda tradita est gladiatoria mainerà in foro dari.