Tempio della Concordia 537
fino all’anno 1817 in clic vennero di nuovo scoperti gli
avanzi del tempio vero, e con essi le iscrizioni ripor-
tate di sopra, Dopo quella epoca rimase ingombro an-
cora dalle macerie addossatevi principalmente dopo le
nuove costruzioni fatte da Michelangelo, o sopra i di-
segni suoi lino all’annoj!830, allorché ne feci sgombra-
re tutti gli avanzi, come oggi si veggono, scoprendo il
piano della cella, il portico, il solco lasciato dalle pie-
tre de’fondamenti delle colonne del prospetto, ed il mas-
so della scala. Dalle reliquie superstiti apparisce, che la
fronte del tempio essendo rivolta al Foro , salivasi ad
esso per una scala ricordata da Cicerone nella Filippi-
ca VII. capo Vili: questa nella parte rivolta al Foro
presentava un podio, onde non ingombrare il ripiano
del clivo sacro, e due rampe laterali portavano al pia-
no sopra questo podio, dove cominciava la gradinata di
fronte? questi particolari, che si tracciano sugli avanzi
esistenti accordatisi perfettamente col medaglione rife-
rito di sopra che dà il prospetto di questo tempio. Da
questo medaglione come pure dal frammento della
icnografìa di Roma apparisce, che sei erano le colonne
del portico, delle quali ninna reliquia rimane , poiché
veggonsi rapiti perfino i massi rozzi de’fondamenti che
le sostenevano: esse erano però di marmo bianco, come
tutto il rivestimento esterno della fronte del tempio per
testimonianza di Ovidio nel passo riferito di sopra. Ma
se vennero rapite le colonne rimasero parti dell’archi-
trave, della cornice, e del timpano che reggevano, del-
le quali i pezzi meno danneggiati dal fuoco furono ri-
coverati nel portico del Tabularlo per non esporli alla
barbarie de’moderni vandali; essi destano ammirazione
per la giustezza delle proporzioni e la squisitezza del
lavoro. Nella medaglia sovraindicata sulla faccia de’pie-
destalli che stringevano la scala veggonsi caducei, e co-
fino all’anno 1817 in clic vennero di nuovo scoperti gli
avanzi del tempio vero, e con essi le iscrizioni ripor-
tate di sopra, Dopo quella epoca rimase ingombro an-
cora dalle macerie addossatevi principalmente dopo le
nuove costruzioni fatte da Michelangelo, o sopra i di-
segni suoi lino all’annoj!830, allorché ne feci sgombra-
re tutti gli avanzi, come oggi si veggono, scoprendo il
piano della cella, il portico, il solco lasciato dalle pie-
tre de’fondamenti delle colonne del prospetto, ed il mas-
so della scala. Dalle reliquie superstiti apparisce, che la
fronte del tempio essendo rivolta al Foro , salivasi ad
esso per una scala ricordata da Cicerone nella Filippi-
ca VII. capo Vili: questa nella parte rivolta al Foro
presentava un podio, onde non ingombrare il ripiano
del clivo sacro, e due rampe laterali portavano al pia-
no sopra questo podio, dove cominciava la gradinata di
fronte? questi particolari, che si tracciano sugli avanzi
esistenti accordatisi perfettamente col medaglione rife-
rito di sopra che dà il prospetto di questo tempio. Da
questo medaglione come pure dal frammento della
icnografìa di Roma apparisce, che sei erano le colonne
del portico, delle quali ninna reliquia rimane , poiché
veggonsi rapiti perfino i massi rozzi de’fondamenti che
le sostenevano: esse erano però di marmo bianco, come
tutto il rivestimento esterno della fronte del tempio per
testimonianza di Ovidio nel passo riferito di sopra. Ma
se vennero rapite le colonne rimasero parti dell’archi-
trave, della cornice, e del timpano che reggevano, del-
le quali i pezzi meno danneggiati dal fuoco furono ri-
coverati nel portico del Tabularlo per non esporli alla
barbarie de’moderni vandali; essi destano ammirazione
per la giustezza delle proporzioni e la squisitezza del
lavoro. Nella medaglia sovraindicata sulla faccia de’pie-
destalli che stringevano la scala veggonsi caducei, e co-