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Palatino 455

dall' arco di Tito verso la Meta Sodante sono vesti-
gia di camere di opera laterizia simile affatto a quella
degli orti Variani edificati da lui, cioè di mattoni sot-
tili e con molto cemento ; oltre poi l'essere la pianta
di quelle camere separate una dall'altra bene adatta a
tale uso, è da notarsi ancora che erano aderenti verso
il monte ad un'ampio ricettacolo di acqua, e che la più
conservata fra le camere è un bagno di sorma semicir-
colare già rivestito di lastre di marmo bianco, che con-
serva ancora le traccie del condotto di piombo, che vi
portava l'acqua come pure l'emissario per vuotarla. Fece
inoltre Elagabalo secondo lo stesso Lampridio c.I. e c. ITI
un tempio magnisico al suo dio Elagabalo nel Palatino,
dove era già il tempio dell'Orco, del quale fu parlato di
sopra, presso la parte da lui abitata, la quale io credo
essere stata quella che domina immediatamente la via
sacra dall'arco di Tito a quello di Costantino, ed in
questo nuovo tempio volle raccorre tutte le cose sa-
cre di Roma , come il simulacro della Madre Idèa ,
il fuoco di Vesta, il Palladio , gli Ancili , ec. asfin-
chè in questo nume tutti gli altri si riducessero: il si-
mulacro di esso, secondo Erodiano lib. V. era un aero-
lite, 0 pietra di color negro rotondata nella parte in-
feriore ed accuminata di sopra a guisa di cono: il tem-
pio dopo la sua morte fu abbandonato, e le cose sacre
sovraindicate vennero riposte nel luogo primitivo. Im-
maginò inoltre di edificare una torre altissima a piè del-
la quale distese tavole gemmate e dorate coll'animo in
caso di necessità di gittarsi di là, dicendo, che anche
la morte sua dovea essere preziosa: veggasi Lampridio
c. XXXIII. E' noto come finì ben diversamente que-
sto indegno successore de' cesari, che morì per le ma-
ni de'buffoni, fu trascinato per le piazze, e per la cloa-
ca massima mandato al Tevere: et occisus e<t per scur-
 
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