ANFITEATRO
_L*a sanguinosa zuffa, mentovata da Tacito, che tra i coloni di Nuceria ed i Pompeiani si accese
nello spettacolo gladiatorio offerto al popolo da Licinio Regolo, già raso dal Senato, attestava sicura
la esistenza di un anfiteatro sotto le vulcaniche ceneri che ricuoprono la nostra antica città. In
fatti l'Alcubierre, che fu il primo a dirigere gli scavi pompeiani, annunziava nel suo giornale, il
dì 2 novembre dell'anno 1748, il ritrovamento di questo sontuoso edilìzio. Si rinvennero allora,
senza la rivestitura del piperno, gli scalini forse spogliati in qualche altro scavo anticamente fatto.
Ma in quel tempo furono i lavori, poco dopo principiati, dall'Alcubierre medesimo sospesi, né ivi
vennero riattivati che nel maggio dell'anno 1813, e durarono fino al decembre del 1816, epoca
in cui e gli scavi, ed i rassettamenti delle fabbriche all'Anfiteatro poterono dirsi compiuti.
La contesa da Tacito rammentata avvenne l'anno 59 dell'era nostra, e poco dopo giudicata
a Roma. Ivi il Senato, fra l'altre cose, sentenziò che il pompeiano Anfiteatro rimanesse per un
decennio chiuso. Nel quale intervallo il tremuoto del 03 gravi danni cagionò a questo edilìzio,
riparati per opera segnatamente di taluni opulenti romani, magistrati presso Pompei nel borgo di
Augusto Felice, ed a'quali, in ricompensa, fu dato l'onore di sedere nel podio, ed in taluni posti
additati dalle iscrizioni che sull'orlo della sua cornice si leggono. I sottarchi e gli sproni aggiunti
a sostegno e de'corridoi scoperti, e delle arcate, ben chiari segni sono delle antiche sostruzioni.
Spogliato, probabilmente dagli abitanti istessi, e delle statue, e de' marmi, e mutilato dopo da
posteriori scavi, pure quest'Anfiteatro è tornato alla luce come il più intero del tempo romano.
Adottando il sistema grafico del Gau, continuatore del Mazois, nel delineare la pianta del nostro
Anfiteatro, Tav. I, dividiamo in due distinti emicicli la pianta medesima ; 1' uno posto al di sotto
della Tavola indica le sostruzioni dell'edilìzio; l'altro mostra la parte più elevata, con una sezione
presa a'piedi del muro che regge la summa cavea.
A A. Grande adito a volta che forma l'ingresso dell'arena dal lato settentrionale. Su i lati evvi
un canale per lo scolo delle acque; ed in seguito arcate che lasciano fra loro un qualche spazio.
R. Seconda entrata a volta la quale raggiunge il grande asse dell'ellisse. Questo corridoio a
volta, ha sei arcate , ed è fiancheggiato da canaletti. Ambedue i pavimenti di questi androni sono
selciati, come le strade della città, e gli androni discendono sopra un piano sensibilmente ripido,
perocché apronsi al livello del suolo che trovasi all'altezza della seconda cinta dell'Anfiteatro, e
sboccano poi nell'arena molto al di sotto scavata.
G G. Entrata che conduce al corridoio ellittico D D.
D D. Corridoio il quale, salvo una lieveinterruzione, percorre il giro dell'emiciclo, e conduce
alle scalinate, mercè le quali perviensi a tutti i gradini delle cave inferiori.
E E. Scaletta rispondente nel corridoio D D, mercè la quale, salendo tre scalini, attraversando
un pianerottolo, e salendo altri tre scalini, si giunge all'altezza dei secondi gradini della prima cavea.
F. Scalinate che rispondono allo stesso corridoio , e mercè le quali, salendo due scalini, e
volgendosi a dritta o a manca sopra un pianerottolo per salirne altri dieci, giungesi al livello della
prima cinta, ed a'piedi della seconda cavea.
G. Pianerottolo o sommità delle scale F, sulle quali trovasi l'ultimo scalino inferiore dell'«fàlera
_L*a sanguinosa zuffa, mentovata da Tacito, che tra i coloni di Nuceria ed i Pompeiani si accese
nello spettacolo gladiatorio offerto al popolo da Licinio Regolo, già raso dal Senato, attestava sicura
la esistenza di un anfiteatro sotto le vulcaniche ceneri che ricuoprono la nostra antica città. In
fatti l'Alcubierre, che fu il primo a dirigere gli scavi pompeiani, annunziava nel suo giornale, il
dì 2 novembre dell'anno 1748, il ritrovamento di questo sontuoso edilìzio. Si rinvennero allora,
senza la rivestitura del piperno, gli scalini forse spogliati in qualche altro scavo anticamente fatto.
Ma in quel tempo furono i lavori, poco dopo principiati, dall'Alcubierre medesimo sospesi, né ivi
vennero riattivati che nel maggio dell'anno 1813, e durarono fino al decembre del 1816, epoca
in cui e gli scavi, ed i rassettamenti delle fabbriche all'Anfiteatro poterono dirsi compiuti.
La contesa da Tacito rammentata avvenne l'anno 59 dell'era nostra, e poco dopo giudicata
a Roma. Ivi il Senato, fra l'altre cose, sentenziò che il pompeiano Anfiteatro rimanesse per un
decennio chiuso. Nel quale intervallo il tremuoto del 03 gravi danni cagionò a questo edilìzio,
riparati per opera segnatamente di taluni opulenti romani, magistrati presso Pompei nel borgo di
Augusto Felice, ed a'quali, in ricompensa, fu dato l'onore di sedere nel podio, ed in taluni posti
additati dalle iscrizioni che sull'orlo della sua cornice si leggono. I sottarchi e gli sproni aggiunti
a sostegno e de'corridoi scoperti, e delle arcate, ben chiari segni sono delle antiche sostruzioni.
Spogliato, probabilmente dagli abitanti istessi, e delle statue, e de' marmi, e mutilato dopo da
posteriori scavi, pure quest'Anfiteatro è tornato alla luce come il più intero del tempo romano.
Adottando il sistema grafico del Gau, continuatore del Mazois, nel delineare la pianta del nostro
Anfiteatro, Tav. I, dividiamo in due distinti emicicli la pianta medesima ; 1' uno posto al di sotto
della Tavola indica le sostruzioni dell'edilìzio; l'altro mostra la parte più elevata, con una sezione
presa a'piedi del muro che regge la summa cavea.
A A. Grande adito a volta che forma l'ingresso dell'arena dal lato settentrionale. Su i lati evvi
un canale per lo scolo delle acque; ed in seguito arcate che lasciano fra loro un qualche spazio.
R. Seconda entrata a volta la quale raggiunge il grande asse dell'ellisse. Questo corridoio a
volta, ha sei arcate , ed è fiancheggiato da canaletti. Ambedue i pavimenti di questi androni sono
selciati, come le strade della città, e gli androni discendono sopra un piano sensibilmente ripido,
perocché apronsi al livello del suolo che trovasi all'altezza della seconda cinta dell'Anfiteatro, e
sboccano poi nell'arena molto al di sotto scavata.
G G. Entrata che conduce al corridoio ellittico D D.
D D. Corridoio il quale, salvo una lieveinterruzione, percorre il giro dell'emiciclo, e conduce
alle scalinate, mercè le quali perviensi a tutti i gradini delle cave inferiori.
E E. Scaletta rispondente nel corridoio D D, mercè la quale, salendo tre scalini, attraversando
un pianerottolo, e salendo altri tre scalini, si giunge all'altezza dei secondi gradini della prima cavea.
F. Scalinate che rispondono allo stesso corridoio , e mercè le quali, salendo due scalini, e
volgendosi a dritta o a manca sopra un pianerottolo per salirne altri dieci, giungesi al livello della
prima cinta, ed a'piedi della seconda cavea.
G. Pianerottolo o sommità delle scale F, sulle quali trovasi l'ultimo scalino inferiore dell'«fàlera