10
Introduzione
13. Lo stesso papa aveva dato ordine al P. Francesco
Eschinardi, della C. di G., perché si applicasse, come dice
egli stesso, « all’Impresa di esprimere in Carta Topografica
tutte le Tenute dell’Agro Romano sotto una stessa Scala
di proportione. Ma quest’opera restò interrotta per la morte
del Pontefice; finché questi anni passati hebbi fortuna d’in-
contrarmi nel Sig. Gio: Battista Cingolani da Vrbino,
Agrimensore peritissimo, desideroso d’applicarsi anch’esso
ad una così degna Opera, la quale nell’anno 1692, è stata
finalmente da esso a sue spese condotta al desiderato fine,
con aggiungerui la nota delle Rubia di ciascuna tenuta,
e de’ Padroni di esse: Benché io haverei voluto, che li
nomi delle Tenute fossero inserite, ciascuno ne’ proprii
luoghi. Et auanti la Dedicatione alla Santità di N. S. Inno-
centio XII ora Regnante, per vbidire a’ suoi Cenni, non
hò mancato di esaminare ciascun luogo con ispettione
personale (quanto mi è stato possibile), come haveuo
cominciato prima, secondo le regole della Geografia, e Geo-
metria Prattica » (Esposizione della Carta Topografica an-
golana dell'Agro Romano, Roma, 1696, p. xm-xv). 1
La carta è infatti basata sopra il Catasto di Ales-
sandro VII, come ho potuto accertare da un esame del Ca-
tasto medesimo, conservato all’Archivio di Stato in Roma.
Di quella nota od indice delle tenute e loro padroni,
non ho mai visto copia in stampato, ma si ebbe una
nuova edizione a cura di G. D. Campiglia nell’anno 1770.
La carta stessa del Cingolani, in sei fogli della mi-
sura di m. 0.654 X 0.456 ciascuna, vide la luce già nel-
l’anno 1692.
La dedica ad Innocenzo XII redatta dal Cingolani
stesso è nel primo foglio, nel margine sinistro superiore.
Ha il titolo seguente nel terzo foglio:
TOPOGRAFIA GENERALE \ DELL’AGRO ROMANO \
OVERO LA MISVRA PIANTA, E QVANTITA \ DI
TVTTE LE TENVTE, E CASALI DELLA CAMPAGNA
DI ROMA | CON LE CITTA TERRE, E CASTELLI
CONFINANTI AD ESSE TENVTE | LE STRADE
FIVMI FOSSI AQVEDOTTI \ ET ALTRE COSE PRIN-
CIPALI, E MEMORABILI SI ANTICHE COME MO-
DERNE | MISVRATE, E DELINEATE CON TVTTA
ESATTEZZA] DA GIO. BATTISTA CINGOLANI
DALLA PERGOLA \ A BENEFICIO PVBLICO ET AL
MANTENIMENTO DELL' ABBONDANZA DI ROMA |
DELL’ANNONA, E DI TVTTO ESSO AGRO ROMANO \
Intagliata da Pietro Paolo Girelli Romano. Si stampa in
Piazza Navona all’insegna della Stampa di Rame da Mat-
teo | Gregorio Rossi Romano con Privilegio Apostolico e
licenza de Superiori l’Anno \ MDCLXXXXII.
Di questa prima edizione ho visto una copia nel Pa-
lazzo Chigi ad Ariccia. Vi fu un’altra edizione nell’anno 1704;
la fine del titolo fu cambiata così:
IN ROMA NELLA STAMPERIA DI DOMENICO
DE ROSSI2 ALLA PACE CON | PRIVIL. DEL SOM.
1 L’Eschinardi prosegue « Con questa occasione si dà notizia al
Lettore di un’altra mia carta Topografica del Territorio di Frascati, e
luoghi convicini » (v. pure p. 369, 387). Questa non l’ho mai vista (Pa-
per s, v. p. 311).
2 C. 1691 - c. 1720, secondo l’Ehrle, op. cit., p. 24.
PONT. E LICENZA DE SVPER10RI L'ANNO
MD CCIIII.
Sul primo foglio poi ancora più tardi alla dedica per
Innocenzo XII venne sostituita un’altra al Marchese Fran-
cesco Maria Ruspoli firmata da Lorenzo Filippo de Rossi
(c. 1720 - 1738). 3 Questi furono gli ultimi cambiamenti fatti
sui rami, i quali ancora si conservano alla Regia Calco-
grafia di Roma (n. 1507 deH’ultimo catalogo).
14. Poco dopo l’Ameti pubblicò le sue due carte del
Lazio e del Patrimonio di S. Pietro, ciascuna in quattro
fogli di 0.549 X 0.40 m. l’uno.
Il primo (Tomassetti, n. 23) porta la seguente leg-
genda :
IL LAZIO | Con le sue più Cospicue Strade Antiche e
Moderne | e principali Casali e Tenute di esso \ Descritto
da Giacomo Filippo Ameti Romano | e dato in luce da Do-
menico de Rossi erede di Gio. Giac.0 \ de Rossi dalle sue
stampe in Roma alla Pace con Priuilegio del Som. | Pon-
tefice e licenza de Sup. l’Anno 1693.
È dedicato da Domenico de Rossi al Cardinale Pietro
Ottoboni.
Il secondo (Tomassetti, n. 25) è intitolato così:
PATRIMONIO | DI S. PIETRO, olim \ Tuscia Subur-
hicaria \ ecc.
Il resto è simile alla leggenda del Lazio, ma ha la
data 1696. L’opera fu dedicata al Cardinale Francesco Nerli.
1 rami di tutte e due le carte si conservano ancora nella
R. Calcografia (nn. 1505-1506 del Catalogo). Le carte stesse
furono ristampate in scala ridotta diverse volte, come ad
esempio dall’Homann nel 1745.
La pubblicazione di tutte queste carte nuove condusse
naturalmente all’abbandono della carta di Eufrosino della
Volpaia, anche come fonte di indicazioni, e non ne tro
veremo più traccia. Mi sembra quindi inutile il voler con-,
tinuare la bibliografia delle carte della campagna romana
per i secoli xvm e xix: rimando piuttosto il lettore al-
l’opera citata del Tomassetti (pp. 255 sgg.).
Giova però ricordare che, se la carta del Cingolani ha
la medesima grandezza di quella del Volpaia, essa com-
prende un’estensione di territorio molto più grande, e si
può dire che fino ai lavori del secolo xix, nessuno come il
cartografo finora sconosciuto del 1547 abbia mai avuto cura
di delineare i dintorni di Roma su scala così grande.
IH. - Indice e illustrazione delle leggende
della nostra carta.
VIA SALARIA (f. Il, I).
s. P(orta) Pinciana.
P(orta) Salaria.
s. Per aiolo.
Nel 932-954 il fondo Pelaiolus appartenne ad Alberico,
senatore di Roma; fu donato da lui al Monastero di S. Sil-
3 Secondo l’Ehrle, op. cit., p. 24. Pare così avverata la sua conget-
tura (p. 23) che « abbiamo qui a fare con due parti della stessa fami-
glia», poiché di questa pianta almeno (e erodo anche quelli di altre
incisioni) i rami passarono da una parte all’altra, dai de Rossi di
Piazza Navona a quelli della Pace.
Introduzione
13. Lo stesso papa aveva dato ordine al P. Francesco
Eschinardi, della C. di G., perché si applicasse, come dice
egli stesso, « all’Impresa di esprimere in Carta Topografica
tutte le Tenute dell’Agro Romano sotto una stessa Scala
di proportione. Ma quest’opera restò interrotta per la morte
del Pontefice; finché questi anni passati hebbi fortuna d’in-
contrarmi nel Sig. Gio: Battista Cingolani da Vrbino,
Agrimensore peritissimo, desideroso d’applicarsi anch’esso
ad una così degna Opera, la quale nell’anno 1692, è stata
finalmente da esso a sue spese condotta al desiderato fine,
con aggiungerui la nota delle Rubia di ciascuna tenuta,
e de’ Padroni di esse: Benché io haverei voluto, che li
nomi delle Tenute fossero inserite, ciascuno ne’ proprii
luoghi. Et auanti la Dedicatione alla Santità di N. S. Inno-
centio XII ora Regnante, per vbidire a’ suoi Cenni, non
hò mancato di esaminare ciascun luogo con ispettione
personale (quanto mi è stato possibile), come haveuo
cominciato prima, secondo le regole della Geografia, e Geo-
metria Prattica » (Esposizione della Carta Topografica an-
golana dell'Agro Romano, Roma, 1696, p. xm-xv). 1
La carta è infatti basata sopra il Catasto di Ales-
sandro VII, come ho potuto accertare da un esame del Ca-
tasto medesimo, conservato all’Archivio di Stato in Roma.
Di quella nota od indice delle tenute e loro padroni,
non ho mai visto copia in stampato, ma si ebbe una
nuova edizione a cura di G. D. Campiglia nell’anno 1770.
La carta stessa del Cingolani, in sei fogli della mi-
sura di m. 0.654 X 0.456 ciascuna, vide la luce già nel-
l’anno 1692.
La dedica ad Innocenzo XII redatta dal Cingolani
stesso è nel primo foglio, nel margine sinistro superiore.
Ha il titolo seguente nel terzo foglio:
TOPOGRAFIA GENERALE \ DELL’AGRO ROMANO \
OVERO LA MISVRA PIANTA, E QVANTITA \ DI
TVTTE LE TENVTE, E CASALI DELLA CAMPAGNA
DI ROMA | CON LE CITTA TERRE, E CASTELLI
CONFINANTI AD ESSE TENVTE | LE STRADE
FIVMI FOSSI AQVEDOTTI \ ET ALTRE COSE PRIN-
CIPALI, E MEMORABILI SI ANTICHE COME MO-
DERNE | MISVRATE, E DELINEATE CON TVTTA
ESATTEZZA] DA GIO. BATTISTA CINGOLANI
DALLA PERGOLA \ A BENEFICIO PVBLICO ET AL
MANTENIMENTO DELL' ABBONDANZA DI ROMA |
DELL’ANNONA, E DI TVTTO ESSO AGRO ROMANO \
Intagliata da Pietro Paolo Girelli Romano. Si stampa in
Piazza Navona all’insegna della Stampa di Rame da Mat-
teo | Gregorio Rossi Romano con Privilegio Apostolico e
licenza de Superiori l’Anno \ MDCLXXXXII.
Di questa prima edizione ho visto una copia nel Pa-
lazzo Chigi ad Ariccia. Vi fu un’altra edizione nell’anno 1704;
la fine del titolo fu cambiata così:
IN ROMA NELLA STAMPERIA DI DOMENICO
DE ROSSI2 ALLA PACE CON | PRIVIL. DEL SOM.
1 L’Eschinardi prosegue « Con questa occasione si dà notizia al
Lettore di un’altra mia carta Topografica del Territorio di Frascati, e
luoghi convicini » (v. pure p. 369, 387). Questa non l’ho mai vista (Pa-
per s, v. p. 311).
2 C. 1691 - c. 1720, secondo l’Ehrle, op. cit., p. 24.
PONT. E LICENZA DE SVPER10RI L'ANNO
MD CCIIII.
Sul primo foglio poi ancora più tardi alla dedica per
Innocenzo XII venne sostituita un’altra al Marchese Fran-
cesco Maria Ruspoli firmata da Lorenzo Filippo de Rossi
(c. 1720 - 1738). 3 Questi furono gli ultimi cambiamenti fatti
sui rami, i quali ancora si conservano alla Regia Calco-
grafia di Roma (n. 1507 deH’ultimo catalogo).
14. Poco dopo l’Ameti pubblicò le sue due carte del
Lazio e del Patrimonio di S. Pietro, ciascuna in quattro
fogli di 0.549 X 0.40 m. l’uno.
Il primo (Tomassetti, n. 23) porta la seguente leg-
genda :
IL LAZIO | Con le sue più Cospicue Strade Antiche e
Moderne | e principali Casali e Tenute di esso \ Descritto
da Giacomo Filippo Ameti Romano | e dato in luce da Do-
menico de Rossi erede di Gio. Giac.0 \ de Rossi dalle sue
stampe in Roma alla Pace con Priuilegio del Som. | Pon-
tefice e licenza de Sup. l’Anno 1693.
È dedicato da Domenico de Rossi al Cardinale Pietro
Ottoboni.
Il secondo (Tomassetti, n. 25) è intitolato così:
PATRIMONIO | DI S. PIETRO, olim \ Tuscia Subur-
hicaria \ ecc.
Il resto è simile alla leggenda del Lazio, ma ha la
data 1696. L’opera fu dedicata al Cardinale Francesco Nerli.
1 rami di tutte e due le carte si conservano ancora nella
R. Calcografia (nn. 1505-1506 del Catalogo). Le carte stesse
furono ristampate in scala ridotta diverse volte, come ad
esempio dall’Homann nel 1745.
La pubblicazione di tutte queste carte nuove condusse
naturalmente all’abbandono della carta di Eufrosino della
Volpaia, anche come fonte di indicazioni, e non ne tro
veremo più traccia. Mi sembra quindi inutile il voler con-,
tinuare la bibliografia delle carte della campagna romana
per i secoli xvm e xix: rimando piuttosto il lettore al-
l’opera citata del Tomassetti (pp. 255 sgg.).
Giova però ricordare che, se la carta del Cingolani ha
la medesima grandezza di quella del Volpaia, essa com-
prende un’estensione di territorio molto più grande, e si
può dire che fino ai lavori del secolo xix, nessuno come il
cartografo finora sconosciuto del 1547 abbia mai avuto cura
di delineare i dintorni di Roma su scala così grande.
IH. - Indice e illustrazione delle leggende
della nostra carta.
VIA SALARIA (f. Il, I).
s. P(orta) Pinciana.
P(orta) Salaria.
s. Per aiolo.
Nel 932-954 il fondo Pelaiolus appartenne ad Alberico,
senatore di Roma; fu donato da lui al Monastero di S. Sil-
3 Secondo l’Ehrle, op. cit., p. 24. Pare così avverata la sua conget-
tura (p. 23) che « abbiamo qui a fare con due parti della stessa fami-
glia», poiché di questa pianta almeno (e erodo anche quelli di altre
incisioni) i rami passarono da una parte all’altra, dai de Rossi di
Piazza Navona a quelli della Pace.