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Introduzione
della vendita fatta da suo padre di 17 rubbia di terreno
dello Statuario per 4-250 scudi. I contini furono: i beni di
S. Maria Nuova, della Società del Salvatore stessa, e Casale
Rotondo di Ottavio Gabrielli (dS<S. cit. 42). Lo Statuario
dell’ospedale del SS. Salvatore infatti trovavasi fra lo Sta-
tuario di S. Maria Nuova e Casale Rotondo {Cai. A. Vili, 10).
Il fondo «Sex Columnae» è indicato in una donazione
del 961 a S. Gregorio (MATC. I, pag. 64), mentre nel 1158
(22 Febbr.) Gregorio di Benedetto de ludice vendette a
S. Maria Nuova terroni que vocatur a Muratis sub ponti-
cello et supra... posita extra portoni S. Iohannis in loco
qui vocatur Tres Columpne... ab uno latóre tenet monaste-
riurn Clivuscauri, a secundo ego venditor, a tertio vos
tenetis, a quarto silex que pergit ad Tres Columpnas.
(AMN. 79). Un’altra parte fu venduta a S. Maria Nuova
dai Sanguigni nel 1393.
Il fondo rimase a S. Maria Nuova fino ai tempi mo-
derni (Cat. A. VII, 45): e, se spettò dal 1807 al 1816 al
Capitolo di S. M. in Trastevere, questo non fu che un
passaggio temporaneo.
Per la Villa dei Quintilii v. Ashby in Ausonia, IV,
48 sgg. Il nome « Villa di Scipione Asiatico » è puramente
arbitrario. La Torre di Selce è rappresentata (senza nome)
con una casetta annessa fra i ruderi della Villa e Casal
Rotondo.
s. Casal ritondo.
Nel 1392 le monache di S. Sisto permutarono il Casale
Vecchio alias ’Turris rotando col Casale Falcognano che
fu dei monaci di S. Maria Nuova {A. V. A.B. Bonif'acii IX.
IV, 13, p. 97 DC.). Abbiamo visto che questi ultimi entra-
rono un anno prima in possesso della tenuta confinante.
Il nome della tenuta, derivato da un gran mausoleo ro-
tondo antico, s’incontra pure nel secolo xv, nel diario di
G. Pontani (MSS. nuova edizione III, 2, p. 51; vedi T.
IX, 103).
Nel sec. xvi una metà (non il tutto) fu dei Pichi, che
10 vendettero ad Antonio Santacroce (A. Gap. Felix de
Villa not. ap. J. P. 753, S. 250). Ma pare che lo abbiano
riavuto, poiché nel 1545 ne vendettero una metà ai Rustici,
l’altra essendo di Porzia Gabrielli vedova di Marcello Al-
bertoni.
È nominato come essendo dei Gabrielli in un atto del
1594, 24 Sett. (ASS. II, iii, 42); appartenne poi ai Giusti-
niani (Cat. A. VII, 9); passò quindi ai Merolli e ai Tor-
lonia.
A d. della strada si vede una torre medioevale e un
casale con torre. Saranno da identificarsi: a) col Casale
della tenuta di Torric-ola, ora completamente ammodernato;
11 nome però si riscontra già nell’anno 1195 (T. IX, 100,
v. Cat. A. VII, 54); b) coi ruderi medioevali alla quota
altimetrica 91, 2 km. a S. di esso a S. O. del Torraccio
del Palombaro.
Via Appia.
s. Bagniatore.
È un bagno per le pecore, di forma abbastanza comune
nella Campagna Romana. Sarà da ricercarsi nella fontana
per la Via Appia Antica e la Nuova, poco dopo il miglio 6°
di questa.
d. Seluotta.
Nella carta sono stati confusi due fossi diversi, quello
di Fiorano o dell’Acquacetosa e quello della Cecchignola.
I ruderi mi pare che siano quelli di un castello medioe-
vale, ora detto Palaverta. Prende il nome da un certo
Paolo Averta, che ne fu proprietario (Rita moglie del fu
Paolo Verta è menzionato in un atto del 1443 citato dal
J. P. 242): e fu venduto a Prospero Colonna insieme
col Caslrum Gastellutiae confinante con esso, da Fabrizio
Colonna nel 1509 (A. Col. perg. XXIV, 5).
Nel 1567 era già della badia di Grottaferrata (vedi T.
IX, 299, che descrive pure i ruderi).
Ad 0. c’è ancora il quarto detto dello Scopeto, mentre
il NM. (I, 187) parla di un prato detto della Macchiarei la,
ove esisteva il fontanile della tenuta della Falcognana.
d. Mola.
È una delle mole mosse dall’acqua dell’Emissario del
Lago Albano.
d. Fonte ioturna.
Sarà forse la così detta fontana di Sala, vicino alla
terza mola (carta delFL G. M.).
Albano.
Il sepolcro enorme che si vede poco prima di arrivare
ad Albano è quello generalmente detto di Pompeo. Gli
avanzi delle Terme non si distinguono : spicca invece il
campanile di San Giovanni Battista a destra (vedi T.
IX, 226).
s. S. Maria.
Il lato E. del recinto del Castro Pretorio di Albano (T.
IX, 195) si vede accanto alla chiesa,
s. S. Paulo.
È la chiesa di S. Paolo, sotto l’anfiteatro, che fu co-
struita nel 1282 (T. IX, 228) ma fu intieramente riedificata
nel 1769. Il chiostro che si vede nella nostra pianta è
menzionato nella bolla di Alessandro VI, 8 Die. 1492, per
i monaci Girolamini (v. Giorni, Storia di Albano, 134).
s. Coliseo.
E l’anfiteatro di Albano, rappresentato abbastanza con-
venzionalmente ( T. IX, 192).
Passato Albano, si vede chiaramente rappresentato il
sepolcro detto degli Orazi o di Arrunte. La via antica real-
mente lo lasciò a destra (v. T. IX, 231).
s. La Riccia.
Per la storia antica dell’Ariccia v. T. IX, 230, e per
quella medioevale ivi, 238. Il primo esempio della moderna
storpiatura del nome è nella bolla di Bonifacio IX del 1399,
15 Nov. (La Rixa).
È rappresentata la strada d’accesso dalla Via Appia
antica, che attraversò la valle sottostante. Si vedono le
mura medioevali, ora distrutte, ed un’altissima torre, che
deve essere quella della chiesa di S. Maria (T. 240, 244).
II paese è stato tutto trasformato da Alessandro VII.
* Strada che ua in Campomorto.
È l’attuale Via di Anzio, per la quale si può andare
pure a Campomorto passando per la Torre di Spaccasassi.
d. * Mola.
È piantata sul fosso che esce dal Laghetto, ma forse do-
vrebbe stare piuttosto sul fosso della Torre, che riceve le
Introduzione
della vendita fatta da suo padre di 17 rubbia di terreno
dello Statuario per 4-250 scudi. I contini furono: i beni di
S. Maria Nuova, della Società del Salvatore stessa, e Casale
Rotondo di Ottavio Gabrielli (dS<S. cit. 42). Lo Statuario
dell’ospedale del SS. Salvatore infatti trovavasi fra lo Sta-
tuario di S. Maria Nuova e Casale Rotondo {Cai. A. Vili, 10).
Il fondo «Sex Columnae» è indicato in una donazione
del 961 a S. Gregorio (MATC. I, pag. 64), mentre nel 1158
(22 Febbr.) Gregorio di Benedetto de ludice vendette a
S. Maria Nuova terroni que vocatur a Muratis sub ponti-
cello et supra... posita extra portoni S. Iohannis in loco
qui vocatur Tres Columpne... ab uno latóre tenet monaste-
riurn Clivuscauri, a secundo ego venditor, a tertio vos
tenetis, a quarto silex que pergit ad Tres Columpnas.
(AMN. 79). Un’altra parte fu venduta a S. Maria Nuova
dai Sanguigni nel 1393.
Il fondo rimase a S. Maria Nuova fino ai tempi mo-
derni (Cat. A. VII, 45): e, se spettò dal 1807 al 1816 al
Capitolo di S. M. in Trastevere, questo non fu che un
passaggio temporaneo.
Per la Villa dei Quintilii v. Ashby in Ausonia, IV,
48 sgg. Il nome « Villa di Scipione Asiatico » è puramente
arbitrario. La Torre di Selce è rappresentata (senza nome)
con una casetta annessa fra i ruderi della Villa e Casal
Rotondo.
s. Casal ritondo.
Nel 1392 le monache di S. Sisto permutarono il Casale
Vecchio alias ’Turris rotando col Casale Falcognano che
fu dei monaci di S. Maria Nuova {A. V. A.B. Bonif'acii IX.
IV, 13, p. 97 DC.). Abbiamo visto che questi ultimi entra-
rono un anno prima in possesso della tenuta confinante.
Il nome della tenuta, derivato da un gran mausoleo ro-
tondo antico, s’incontra pure nel secolo xv, nel diario di
G. Pontani (MSS. nuova edizione III, 2, p. 51; vedi T.
IX, 103).
Nel sec. xvi una metà (non il tutto) fu dei Pichi, che
10 vendettero ad Antonio Santacroce (A. Gap. Felix de
Villa not. ap. J. P. 753, S. 250). Ma pare che lo abbiano
riavuto, poiché nel 1545 ne vendettero una metà ai Rustici,
l’altra essendo di Porzia Gabrielli vedova di Marcello Al-
bertoni.
È nominato come essendo dei Gabrielli in un atto del
1594, 24 Sett. (ASS. II, iii, 42); appartenne poi ai Giusti-
niani (Cat. A. VII, 9); passò quindi ai Merolli e ai Tor-
lonia.
A d. della strada si vede una torre medioevale e un
casale con torre. Saranno da identificarsi: a) col Casale
della tenuta di Torric-ola, ora completamente ammodernato;
11 nome però si riscontra già nell’anno 1195 (T. IX, 100,
v. Cat. A. VII, 54); b) coi ruderi medioevali alla quota
altimetrica 91, 2 km. a S. di esso a S. O. del Torraccio
del Palombaro.
Via Appia.
s. Bagniatore.
È un bagno per le pecore, di forma abbastanza comune
nella Campagna Romana. Sarà da ricercarsi nella fontana
per la Via Appia Antica e la Nuova, poco dopo il miglio 6°
di questa.
d. Seluotta.
Nella carta sono stati confusi due fossi diversi, quello
di Fiorano o dell’Acquacetosa e quello della Cecchignola.
I ruderi mi pare che siano quelli di un castello medioe-
vale, ora detto Palaverta. Prende il nome da un certo
Paolo Averta, che ne fu proprietario (Rita moglie del fu
Paolo Verta è menzionato in un atto del 1443 citato dal
J. P. 242): e fu venduto a Prospero Colonna insieme
col Caslrum Gastellutiae confinante con esso, da Fabrizio
Colonna nel 1509 (A. Col. perg. XXIV, 5).
Nel 1567 era già della badia di Grottaferrata (vedi T.
IX, 299, che descrive pure i ruderi).
Ad 0. c’è ancora il quarto detto dello Scopeto, mentre
il NM. (I, 187) parla di un prato detto della Macchiarei la,
ove esisteva il fontanile della tenuta della Falcognana.
d. Mola.
È una delle mole mosse dall’acqua dell’Emissario del
Lago Albano.
d. Fonte ioturna.
Sarà forse la così detta fontana di Sala, vicino alla
terza mola (carta delFL G. M.).
Albano.
Il sepolcro enorme che si vede poco prima di arrivare
ad Albano è quello generalmente detto di Pompeo. Gli
avanzi delle Terme non si distinguono : spicca invece il
campanile di San Giovanni Battista a destra (vedi T.
IX, 226).
s. S. Maria.
Il lato E. del recinto del Castro Pretorio di Albano (T.
IX, 195) si vede accanto alla chiesa,
s. S. Paulo.
È la chiesa di S. Paolo, sotto l’anfiteatro, che fu co-
struita nel 1282 (T. IX, 228) ma fu intieramente riedificata
nel 1769. Il chiostro che si vede nella nostra pianta è
menzionato nella bolla di Alessandro VI, 8 Die. 1492, per
i monaci Girolamini (v. Giorni, Storia di Albano, 134).
s. Coliseo.
E l’anfiteatro di Albano, rappresentato abbastanza con-
venzionalmente ( T. IX, 192).
Passato Albano, si vede chiaramente rappresentato il
sepolcro detto degli Orazi o di Arrunte. La via antica real-
mente lo lasciò a destra (v. T. IX, 231).
s. La Riccia.
Per la storia antica dell’Ariccia v. T. IX, 230, e per
quella medioevale ivi, 238. Il primo esempio della moderna
storpiatura del nome è nella bolla di Bonifacio IX del 1399,
15 Nov. (La Rixa).
È rappresentata la strada d’accesso dalla Via Appia
antica, che attraversò la valle sottostante. Si vedono le
mura medioevali, ora distrutte, ed un’altissima torre, che
deve essere quella della chiesa di S. Maria (T. 240, 244).
II paese è stato tutto trasformato da Alessandro VII.
* Strada che ua in Campomorto.
È l’attuale Via di Anzio, per la quale si può andare
pure a Campomorto passando per la Torre di Spaccasassi.
d. * Mola.
È piantata sul fosso che esce dal Laghetto, ma forse do-
vrebbe stare piuttosto sul fosso della Torre, che riceve le