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DellaVolpaia, Eufrosino; Ashby, Thomas [Hrsg.]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Appendice 2): La campagna romana al tempo di Paolo III: mappa della campagna romana del 1547 di Eufrosino della Volpaia ; riprod. dall'unico esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1914

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https://doi.org/10.11588/diglit.25720#0062
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46

Introduzione

da Eugenio IV (T. IV, 77): e nel 1447 le reddite furono
destinate ai canonici.

Nel 1496 fu affittato a Giacomo Frangipani (ACL. B. Ca-
pogalli f. 66 ap. J. F. 371) e rimase sempre al Capitolo (ved.
Cat. A. VI, 24) fino a che, più tardi, non fu confiscato.

L’origine del nome, che non si può rintracciare oltre il
sec. xv, è incerto. È più comune la forma Trigona. Il Casale
occupa il sito di un editìzio romano (L. M. L. 140).

d. * Caste 1 Romano.

La strada da Trigona a Castel Romano e di là a Lau-
rento (la Via Laurentina antica) non è indicata, sebbene
ve ne fossero traccie (che adesso non si vedono più) ancora
al tempo del Nibby, il quale (I. 437 : v. Schede I, 50, 79)
le nota fra Decimo e Capocotta e Pratica, ove egli fa ter-
minare la strada.

Il T. (IV, 78) rileva che il Casale quod dicitur Romano è
tra i fondi donati a S. Alessio da Ottone III (ASA. 5), ma
mi pare che stia fra gli altri che erano situati fuori della
Porta di S. Pietro.

Non ne abbiamo quindi altra notizia prima della con-
segna di esso fatta, insieme con quella di molti altri beni,
dal Commendatario di S. Saba, Card. Innocenzo del Monte,
a Tiberio Naro, l’affittuario, nel 1554 (AST. prot. 6166,
G. Reydet, 581, ap. L. M. L. 158). Segue la compra che Gon-
disalvo Alberi ne fece nel 1568 dal Commendatore di S. Spi-
rito, Bernardino Cirillo; vi furono compresi pure La San-
tola, Trefìnate, Pescina Torta e Valle Carbonara (C. Sac-
coccia 98, 230 ap. L. M. L. 160: v. anche Decisio S. Rotae
coram de la Tremolile 12 Die. 1700 D. C).

Per altri documenti relativi v. L. M. L. cit. V. pure
Cat. A. VI, 18, che lo dice ancora degli Albóri.

Nel 1691 fu dei Sacchetti, e nel 1721 del card. Alberoni,
che forse edificò il grandioso Casale attuale, attribuito però
dall’Ameyden a Giovanni Battista Albóri, arcivescovo di
Ragusa. Nel 1770 fu del collegio di S. Lazzaro a Piacenza.
Il castello vecchio sta al S. di esso, un po’ più basso, ed
è quasi tutto diroccato (T. cit.).

s.*Monte d’Oleuano.

Il nome medioevale, castrum montis Olibani (v. Castel
di Leva) si incontra almeno nel 1330 (AVL. in Cod. Vat.
Lat. 8050 f. 186; T. IV, 79).

Nel 1541 apparteneva ai Della Valle (L. S. S. I, 122). Nel
1552 (20 Giugno) fu venduto da Marc’Antonio Palosci al
card. Federico Cesi (A. Cap. C. Saccoccia 156 ap. J. C. 992,
L. S. S. IV, 111). V. Cat. A. VI, 38, che lo dice dei Gabrielli e
dei Nari. Nel 1770 fu dei Gavotti.

La nostra Carta indica la torre ancora esistente a N. O.
del Casale, sulla sponda opposta del fosso.

s. *S. Petronella.

La forma Per onda appare nel 1330 (doc. cit. : T. IV, 82).
Nel 1489 (7 Apr.) vari membri della famiglia Frangipani
divisero fra loro il Casale di Petronella ; i confini sono così
indicati: da una parte la Mascione, da un’altra il Casale
di Pratica, da una parte quello di Monte Olevano, e da
un’altra quello di Solforata (A. Cap. P. P. Benincasa f. 97v
ap. NC. 57).

Il 30 Maggio 1547 Curzio e Mario Frangipani locarono
a Tiberio Nari, per nove anni, a 500 scudi annui, il loro

Casale chiamato Petronella, confinante da un lato con un
altro Casale dei Frangipani, pure chiamato Petronella, da
un altro con Pratica, che era di Luca Massimo, da un’altro
con la Mascione oppure Maggione, ora Casale della Mag-
giore, che era dei Leni, da un’altro con la Solforata che era
degli Alberini (A. Cap. B. Conti ap. N. C. 34).

Il Nari comprò questa parte il 31 Maggio 1582 (Atti di
Curzio Saccoccia ed Ovidio Erasmo, citati sulla pianta della
tenuta, che fu fatta il 16 di Novembre di quell’anno e
copiata nel Cat. A. VI, 52).

Da questa compra viene la divisione del fondo in Petro-
nella Nari e Petronella Frangipani (Cat. A. VI, 51, 52).

Nel 1584 (9 Maggio) vi fu una misurazione delle due
tenute (A. Cap. C. Saccoccia 348 ap. J. F. 359). Secondo
L. S. S. Ili, 82 vi erano pure i Mattei nel 1555: ma non ne
ho trovato altro ricordo.

La nostra carta non indica altro che una chiesa con
alto campanile, ora scomparso. Il casale ha resti di forti-
ficazioni del sec. xm (N. A. II, 242).

Non è segnato qui il laghetto, che è pure indicato da
Mat., Am. e Cing., e fu situato a N. O. del Casale.

d. *Capocotta.

Della storia e dell’origine del nome non si sa niente ;
sappiamo solo che sulla fine del quattrocento era già pas-
stato in possesso della famiglia Capranica ; la sua storia è
immedesimata con quella dei debiti della famiglia che inco-
minciano col 24 Luglio 1543 (L. M. L. 183: v. ivi, XVI, 274).

Nel 1585 (21 Ott.) ne furono venduti dai fratelli Capra-
nica, figli di Camillo Capranica, a Giovanni Battista e Pom-
pilio Luraghi di Como, rubbia 407. 38. 348 a 24 scudi e
22 baiocchi per rubbio (P. Campana 486 ap. N. C. 26). 11
primo però ne vendette 200 V, rubbia ad Antonio Macca-
rani il 15 Seti. 1592 (Campana lib. instr. f. 626 ap. J. L. 320),
due delle figlie del quale erano maritate con Pompilio e
Paolo Luraghi (T. ivi). Giovanni Battista Luraghi si inte-
ressò, pare, di antichità. Ne\VAntiquarum Statuarum Urbis
Romae Tertius et Quartus Liber, pubblicato da Giambattista
Cavalieri nel 1594, f. 61, c’è una statua di Cupido puber in
aedibus Io. Baptistae Luragi.

La statua riapparve nella raccolta del Thomassin al
tempo di Paolo V (lib. I, tav. 33) coll’iscrizione in aedi-
bus ..., cosicché allora aveva già cambiato padrone (L. S. S.
Ili, 223).

Nell’ indice del B si ha « Capreotta de Capranichi per
due terzi, e un terzo del Lorago ». Poi passò ai Borghesi,
come anche forse la statua- V. Cat. A, VI, 13.

s. * Pa tria.

Il possessio Patras sub civitate Laurentum fece parte
della donazione di Costantino alla Basilica Sessoriana
(L. P. I, 170: T. IV, 83, q. v).

Nel 1074 la civitas Patrica cum omnibus appendiciis et
cum tota ecclesia S. Laurentii, sicuti b. Marinus pp. con-
cessa monasterio tuo è fra i beni di S. Paolo menzionati
nella bolla di Gregorio VII (APa. 1) e ricorre nelle bolle
d’Innocenzo III ed Onorio III (ivi, 13, 16).

Nel 1385 (21 Lugl.) l’abbate di Grottaferrata vendette a
Giovanni di Pietro Cerrone l’erba ecc. di tre quarti della
metà castri olim nunc reducti ad casale quod vocatur Patrica:
 
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