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DellaVolpaia, Eufrosino; Ashby, Thomas [Hrsg.]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Appendice 2): La campagna romana al tempo di Paolo III: mappa della campagna romana del 1547 di Eufrosino della Volpaia ; riprod. dall'unico esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1914

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https://doi.org/10.11588/diglit.25720#0090
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Introduzione. — III. - Indice e illustrazione delle leggende della nostra carta

la terra de Macerano posita ad Petrarn Pertusiam fu con-
fermata da Adriano IV alla Basilica Vaticana (All V. 47)
che ebbe la tenuta fino ai nostri giorni (Cat. A. I, 26).

d. Centocelle.

È un sepolcro rotondo di opera reticolata di tufo : sta
alla quota 81 sulla carta dell’I. G. M. (« Ruderi »). Ha 17
nicchie nell’esterno, e viene chiamato Centocelle per una
esagerazione non rara nella nomenclatura popolare (T. I,
451 ; X, 260).

d. Borghetto.

Il Casale è costruito dentro gli avanzi di un arco qua-
drifronte romano in opera laterizia, probabilmente del
periodo Costantiniano (v. Hiilsen, Il Libro di Giuliano da
Sangallo, Testo p. 53, 80).

Nel medioevo fu chiamato Burgus S. Nicolai de arcu
Virginia (T. I, 449: X, 262: D. C. 77), nome che occorre
nel 1256. Forse è il burgus S. Mar ciani delle bolle papali
per Silva candida.

Nel 1278 fu venduto al Capitolo di S. Pietro, al quale
spettava fino ai nostri giorni.

Sono indicate pure le fortificazioni del castello medioe-
vale. ancora riconoscibili (Cat. A. I, 17).

s. S. Cornelia.

V. T. X, 100, 261.

La chiesa di S. Cornelio nel Domusculta di Capracorum
fu fondata da Adriano 1 (L.P. I, 506 v. 520 n. 83): ed il fondo
Cornelianum ed il monastero di S. Cornelio sono ricordati
nelle bolle di Leone IX, Adriano IV e Gregorio IX per
S. Pietro (ABV. 17, 47: BV. I, 113).

Nel 1328, quando passò a SS. Cosma e Damiano, era già
chiamata tenuta di S. Cornelia: nel 1449 passò ad Orso
Orsini, che la cedette agli Agostiniani di Bracciano (Cat. A.
Il, 23). Ora è di Donna Maria Massimi Colonna.

L’odierno Casale di S. Cornelia non contiene resti di
questa chiesa, che deve però essere stata posta o sul me-
desimo sito o poco lontano.

s. Scrofano.

V. T. [, 452, 607 : X, 266.

Scrofanum è notato fra i fondi donati a S. Maria in
Cosmedin dal dux Eustathius. Dopo diversi cambiamenti
di proprietà, venne nelle mani degli Orsini nel sec. xiv, ai
quali rimase fino al 1662, quando fu venduto ai Chigi.
L’origine del nome è incerta.

Spiccano la torre del castello baronale, ed il campanile
della chiesa di S. Giovanni Battista.

d. La fico Osteria.

Il Bue. (13v) la chiama « P hostaria del fico che e de
ariano ».

Dovrebbe essere quindi l’Osteriola sopra Riano, ma è
molto malamente collocata.

s. Mola.

È la mola, due chil. ad O. N. O. dell’Osteriola, nella
valle del fosso di S. Antonino, sotto il monte Marielle.

d. Castel Novo.

V. T. I, 481 : X, 288.

È menzionato per la prima volta nella bolla di Gre-
gorio VII per S. Paolo, come spettante ad esso per metà
(A Pa. 1); ma almeno dal 1326 in poi fu in parte, e dopo
in tutto dei Colonna. Nel 1581 la S. Sede prese possesso
del Castello, ma non lo ebbe definitivamente che nel
sec. xvn.

L’aggiunta moderna di Porto deriva dal fatto che appar-
tiene a questa diocesi.

Vi si vedono due campanili di due chiese, delle quali
non rimane che una, la collegiata, cioè, di S. Maria As-
sunta (v. L’Arte, 1902, 39).

d. Monte della Guardia.

Il luogo corrisponde all’antica Stazione postale ad vice-
simum (miliarmm). Sopra la chiesetta della Madonna della
Guardia si vedono ancora i resti di un castello medioevale
(T. X, 296, 298).

Nella carta si vedono indicate una casa ed un’osteria.
 
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