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Prefazione
Auguriamoci per altro di essere riusciti a fissare nell'introduzione la vera data della incisione
della pianta e di aver chiarito alcuni punti oscuri della biografia e dell’attività artistica di Gio-
vanni Maggi, ideatore della pianta.
Perchè fino ai giorni nostri, come già rilevai in un’altra occasione, 1 gl’interessi dei raccogli-
tori e degli studiosi delle stampe ed incisioni si sono rivolti quasi esclusivamente alle opere del-
l’arte pura, sicché una grandissima quantità d’incisioni ed un numero rilevante di artisti intagliatori
non hanno richiamato quell’attenzione, che pur meritavano. Fra questi artisti, che coltivarono
non l’arte pura, ma l’arte applicata, e messa al servizio dell’archeologia, della storia, dell’archi-
tettura e di altre arti e scienze ancora o della stessa religione, il nostro Maggi tiene un posto
abbastanza cospicuo, ed avrebbe meritato nel Peintre-Graveur del Bartsch un posticino accanto
al Tempesta, col quale ha molti punti di contatto tanto nella scelta dei soggetti, quanto nella
tecnica.
Mi resta a porgere i doverosi ringraziamenti all’filmo sig. Edmond Bruwaert, ministro ple-
nipotenziario di Francia, al Revrho Mons. Conte Stan. Legrelle, al chiarmo Dott. Orbaan e al
chiarmo Prof. Dr. Crist. Hùlsen, ai quali debbo molte preziose indicazioni, senza le quali il lavoro
non avrebbe raggiunto la sua forma presente. L’ottimo collega Dott. Carusi ha procurato che
il lavoro uscisse in buona veste italiana. 2
1 La pianta di Roma Dii Pérac-Lafréry del 1577. Roma,
1908, p. 6.
2 Approfitto della presente pubblicazione per fare le se-
guenti aggiunte e correzioni a quanto già stampai intorno
alla pianta del Bufalini.
1) Pubblico la registrazione del privilegio accordato
dal Senato Veneziano al Bufalini per la sua pianta; ne debbo
la copia alla gentilezza dei Signori Horatio Brown e T. Ashby.
Venezia, Archivio di Stato, Senato, Terra, Registro 37:
« xxm Aprilis 1551, a Leonardo Bufalini da S. Daniele per
il disegno fatto da lui novamente del circuito di Roma antiqua
et moderna con li siti de li luoghi, con li edificii celebri sì
antiqui come moderni et piante di essi ».
2) Sembrava che nel Museo di Berlino fosse conser-
vato un frammento d’una pianta grande di Firenze, incisa
in legno, la quale, perchè era stata nella bottega di Fran-
cesco Rosselli, accanto ad una simile pianta di Roma, aveva
un interesse speciale per noi. Adesso il chiarmo prof. Htilsen
ha mostrato, colla precisione che è sua propria, che non il
frammento Berlinese, ma un altro, inciso in rame, e con-
servato nella Collezione della Società Colombaria di Firenze
appartiene alla interessantissima pianta di questa città. Di
tale pianta Rosselliana, anteriore al 1493 (Schedel), il fram-
mento di Berlino non è che una imitazione, intagliata in
legno, forse, come crede il Kristeller, da Lucantonio degli
Uberti (dopo 1505). Vedi Ch. Hulsen, Die alte Ansicht von
Florenz im Kgl. Kupferstichkabinett u. ihr Vorhild nel-
V Iahrbuch der kgl. preussischen Kunstsammlungen. 1914,
fase. 3/4, pp. 1-13.
3) Inoltre mi affretto a correggere un errore incorso
nella Introduzione p. 33, nota 4: si tratta della vigna non
del card. Simonetta, ma del card. Nicolò Sermoneta Cae-
tani f 1585, vedi Ciaconius, l. c. III. Ferrajoli nell’ Archivio
stor. della Soc. Rom. (1914), 296, nota 2.
4) Alla introduzione della Pianta Du Pérac - Lafréry
diede utili supplementi L. Onzola, Gli editori di stampe a
Roma nei Sec. xvi e xvn nel Repertorium fùr Kunstwissen-
schaft 1909, pp. 400-411.
Prefazione
Auguriamoci per altro di essere riusciti a fissare nell'introduzione la vera data della incisione
della pianta e di aver chiarito alcuni punti oscuri della biografia e dell’attività artistica di Gio-
vanni Maggi, ideatore della pianta.
Perchè fino ai giorni nostri, come già rilevai in un’altra occasione, 1 gl’interessi dei raccogli-
tori e degli studiosi delle stampe ed incisioni si sono rivolti quasi esclusivamente alle opere del-
l’arte pura, sicché una grandissima quantità d’incisioni ed un numero rilevante di artisti intagliatori
non hanno richiamato quell’attenzione, che pur meritavano. Fra questi artisti, che coltivarono
non l’arte pura, ma l’arte applicata, e messa al servizio dell’archeologia, della storia, dell’archi-
tettura e di altre arti e scienze ancora o della stessa religione, il nostro Maggi tiene un posto
abbastanza cospicuo, ed avrebbe meritato nel Peintre-Graveur del Bartsch un posticino accanto
al Tempesta, col quale ha molti punti di contatto tanto nella scelta dei soggetti, quanto nella
tecnica.
Mi resta a porgere i doverosi ringraziamenti all’filmo sig. Edmond Bruwaert, ministro ple-
nipotenziario di Francia, al Revrho Mons. Conte Stan. Legrelle, al chiarmo Dott. Orbaan e al
chiarmo Prof. Dr. Crist. Hùlsen, ai quali debbo molte preziose indicazioni, senza le quali il lavoro
non avrebbe raggiunto la sua forma presente. L’ottimo collega Dott. Carusi ha procurato che
il lavoro uscisse in buona veste italiana. 2
1 La pianta di Roma Dii Pérac-Lafréry del 1577. Roma,
1908, p. 6.
2 Approfitto della presente pubblicazione per fare le se-
guenti aggiunte e correzioni a quanto già stampai intorno
alla pianta del Bufalini.
1) Pubblico la registrazione del privilegio accordato
dal Senato Veneziano al Bufalini per la sua pianta; ne debbo
la copia alla gentilezza dei Signori Horatio Brown e T. Ashby.
Venezia, Archivio di Stato, Senato, Terra, Registro 37:
« xxm Aprilis 1551, a Leonardo Bufalini da S. Daniele per
il disegno fatto da lui novamente del circuito di Roma antiqua
et moderna con li siti de li luoghi, con li edificii celebri sì
antiqui come moderni et piante di essi ».
2) Sembrava che nel Museo di Berlino fosse conser-
vato un frammento d’una pianta grande di Firenze, incisa
in legno, la quale, perchè era stata nella bottega di Fran-
cesco Rosselli, accanto ad una simile pianta di Roma, aveva
un interesse speciale per noi. Adesso il chiarmo prof. Htilsen
ha mostrato, colla precisione che è sua propria, che non il
frammento Berlinese, ma un altro, inciso in rame, e con-
servato nella Collezione della Società Colombaria di Firenze
appartiene alla interessantissima pianta di questa città. Di
tale pianta Rosselliana, anteriore al 1493 (Schedel), il fram-
mento di Berlino non è che una imitazione, intagliata in
legno, forse, come crede il Kristeller, da Lucantonio degli
Uberti (dopo 1505). Vedi Ch. Hulsen, Die alte Ansicht von
Florenz im Kgl. Kupferstichkabinett u. ihr Vorhild nel-
V Iahrbuch der kgl. preussischen Kunstsammlungen. 1914,
fase. 3/4, pp. 1-13.
3) Inoltre mi affretto a correggere un errore incorso
nella Introduzione p. 33, nota 4: si tratta della vigna non
del card. Simonetta, ma del card. Nicolò Sermoneta Cae-
tani f 1585, vedi Ciaconius, l. c. III. Ferrajoli nell’ Archivio
stor. della Soc. Rom. (1914), 296, nota 2.
4) Alla introduzione della Pianta Du Pérac - Lafréry
diede utili supplementi L. Onzola, Gli editori di stampe a
Roma nei Sec. xvi e xvn nel Repertorium fùr Kunstwissen-
schaft 1909, pp. 400-411.