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Maggi, Giovanni; Maupin, Paul; Losi, Carlo; Ehrle, Franz [Auth. o. Intro.]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Band 4): Roma al tempo di Urbano VIII. — Roma, 1915

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https://doi.org/10.11588/diglit.25473#0011
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INTRODUZIONE

I. - Il disegnatore della nostra pianta.

Del disegnatore della nostra grandissima pianta e
dei suoi autori non si sapeva fin adesso molto più di
quello, che ne scrisse Giovanni Baglione nelle sue « Vite
de’ pittori, scultori et architetti dal pontificato di Gre-
gorio XIII (1572-1585) sino a tutto quello di Urbano Vili
(1623-1644), le quali seguitano le vite, che fece Gior-
gio Vasari».1 Essendo l’elogio del Maggi abbastanza
succinto ed il libro del Baglione a Roma stessa non
molto comune, credo opportuno di pubblicarlo qui per
intero.

Pag. 293. « Vita di Gio. Maggi Romano. - Di-
cono, che a gli allegri non passa mai il tempo, e pure il
tempo e l’allegrezza mancarono a Giov. Maggi Romano.

Questi fu dipintore et intagliatore all’acqua forte, et in
particolare disegnaua di prospettiua, e faceua diuersi paesi
dal naturale assai belli, che s’ei gli auesse coloriti di buona
maniera (come hanno operato, et operano alcuni), hauerebbe
assai nome acquistato, perch’egli ben possedeua il disegno.

Fece Giouanni una Roma grandissima, cauata e disegnata
in piano con tutte le strade, piazze, chiese, palagi e case
priuate con tutto quello, che vi si troua, colorita; ma il
pover’huomo per mancamento di danari non la potè com-
pire, e la necessità fu cagione, che a quella perfettione,
che hauerebbe fatto, se comodo stato fusse, egli non la
potesse condurre, la quale poi fu intagliata in legno da Paolo
Maupini.

Il Maggi fece alcune belle vedute in disegni molto
ben'intese e con buon gusto formate.

1 Roma, 1642, pp. 393-394. Una copia con note di Giov. Pietro

Bellori, poco importanti, si trova nel Vatic. Ottob. 2977 (ol. Stosch).

Una nuova edizione critica e ben annotata corrisponderebbe ai
desideri di molti storici dell’arte.

Sonui disegnate di suo le noue chiese di Roma, ma da
altri a bulino intagliate, le quali sono assai belle.

Era huomo allegro e faceto, e si pigliua gusto di dire
le più bizzarre inuentioni del mondo, e cose fuor di modo
ridicole. Fu virtuoso in diuerse materie et intendente anche
d’architettura, come altresì hebbe vena di poesia in cose
burlesche.

Finalmente sempre stando su le burle, Gio. Maggi Romano
s’ammalò da douero, e con poca comodità, sopra il corso
de gli anni cinquanta, in questa gran Città terminò i giorni ».

Prima di poter impinguare questa noterella del Ba-
glione, per il tema nostro preziosissima, affin d’illustrare
l’attività artistica del Maggi, convien chiarire alcuni
dubbi nati in parte ai giorni nostri intorno alla persona
ed al vero nome del nostro artista. Possiamo quindi
rivolgere questa domanda : Gianandrea Maggi, Gianpaolo
Maggi, Giovanni Maggi sono diversi nomi d’una sola
persona o indicano due o tre persone distinte?

1) Gianandrea Maggi. - Nel grande, sommario
catalogo della ricchissima collezione di stampe conser-
vate nel Map-Room del Museo Britannico 2 sono regi-
strate tredici stampe sotto il nome di Gianandrea Maggi,
e la seconda di queste stampe : una pianta di Firenze,3
porterebbe secondo il compilatore del detto catalogo
l’iscrizione I[oannes] A[ndreas\ M[aggins\ disegna-
uit 1597, mentre le altre dodici stampe avrebbero o nes-
sun nome o soltanto quello di « Ioannes Maggius ». Non
trovando alcuna altra prova per questo nome all’infuori
del X Enciclopedia metodica, critico-ragion ale delie Belle

2 Catalogne of printed maps, plans and charts in thè British
Museum. London, 1881, II, 2581.

3 L c., la stampa: S. 69. (12).
 
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