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DESCRITTO ED ILLUSTRATO

CAMERE

DEI

PARAMENTI

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Q

'uesto spartito di fabbrica risulta di tre camere: la prima quasi quadrangolare pre-
cede quella de' paramenti, ed è all'antica usanza con focolare di marmo bianco: su-
perbo n' è il soffitto, poiché oltre essere a cassettoni scorniciati, è di grande inta»lio
messo a oro: una targa nel mezzo contiene l'arma di Pio IV ; vi si legge: pivs mi pont.
max. ann. mi i$63, anno in cui die termine al Tridentino concilio. Il lettore può
aver norma del precitato soffitto fissando piacevolmente l'occhio sulla Tavola Vili, che
presenta il generale spartito di esso , non che alla susseguente Tavola IX, che ne dà
a conoscere il dettaglio. Giova però sapere , che una circolare leggenda posta nella
periferia della suddetta larga avvisaci esser la sala stata dipinta per ordine di Gregorio
XIII; di quel Gerarca, che dichiaratosi protettore delle scienze e delle arti, vide i
primi istanti del suo pontificato contraddistinto dalle odiose allegrezze che fecersi in
Roma, per celebrare il dì crudele della strage di san Bartolommeo. La descrizione re-
lativa ad esso papa così parla: gregorivs xiii p. max. avlam hanc decorari picturi-
soue exornari ivssit ann. d. mdlxxvii. Il fregio oltre essere a fresco, è diviso in
varie storie: indicare i soggetti che dan tema a'dipinti fatti, saria un portare a lungo
la descrizione del colossale edilìzio; ma ciò che interessa si è, che dopo la morte di

che nel suo primo essere rendeva questa pittura meravigliosa.
Quando Giavanni da Udine dedicossi ai prefati ritocchi era
nel settantesimo anno di sua età i56.\ , cioè l'ultimo di sua
vita, Un cenno sul braccio settentrionale non riuscirà di-
scaro a chi mi legge , poiché essa parte di loggiato apresi
in sole nove arcate, cioè quattro per lato della gran rin-
ghiera. Neil' adornamento degli stucchi e delle pitture fu
compito da Gregorio XIII, e si illustre nome mirasi inciso
su i frontespizi delle porte , non che in altri luoghi. Gre-
gorio ebbe l'utile veduta di emulare l'altro da me descritto;
ma per molto , che i pittori scelti all'opera si studiassero di
imitare il Nanni, restarono di gran lunga inferiori al grande
esemplare. Correva allora in Roma il tempo infelice, che
per la farragine di tante pubbliche dipinture , che facevansi
più con tumulto che con esattezza, 1' arte cadesse dalla sua
preminenza. Tuttavolta non sono esse prive affatto di pre-
gio , sì per la varietà della composizione , che per l'attraente
brio delle tinte vaghe. Più, con laudevol partito di amena
prospettiva sono dipinte le volticelle: esse sono a vela, al-
tre a soffitto di scorniciati spartimenti , altre a ringhiera ,
altre a pergolato , altre a prospetto di basso in alto , con
(svariate logge di ben intesi ornati : i sottoarchi rcstauo
Erasmo Pistoiesi T. III.

eziandio ricchi di grottesche e di figurine ; le pareti, dove
risultano finti riscontri de' pilastri veri, sono anch'esse ar-
ricchite di capricciosissime pittoriche fantasie di stucchi, e
di colori con molta leggiadria, ma 1' abbondanza degli og-
getti producono non poca confusione. Grandi in vero fu-
rono le premure di Gregorio XIIUn iscegliere i più esperti
maestri per 1' esecuzione di tanto lavoro ; ed esaminata
la perizia di sperimentato soggetto, diedene la sopra inten-
denza a Cristofaro Roncalli , che dalle Pomarance sua
patria, venne chiamato il giovane Pomarancio. Rivestito'
di onorificenza sì grande, si accinse all' opera, e quantun-
que il Pontefice fosse persuaso dell' abilità del Roncalli,
non ostante passò a diligenze maggiori; e sapendo che alcuni
maestri in opere strepitose faceano una scelta pressoché ca-
pricciosa de' loro subalterni, incarico della generale presi-
denza delle pitture di tutto il nuovo loggiato il domeni-
cano Ignazio Danti da Perugia , il quale in Valleano
risiedeva a titolo di matematico e di cosmografo ponti-
ficio , dipingendo sulle pareti della galleria V erudite ta-
vole geografiche A' Italia tutta antica e nuova. Nulla può
dirsi della branca orientale, poiché le arcate neppure sono
ricoperte di stucco.

io


 
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