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OBLICZA IIISTORYZMU W M ALARSTWIK RZYMU 1 BOIONII W LATACH OKOł.O 1580 1615

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IL VOLTO DELLO STORICISMO NELLA PITTURA DI ROMA E
BOLOGNA NEGLI ANNI 1580-1615

Riassunto

Oggetto delFarticolo sono la distinzione e il tentativo d'interpretazione dei fatti di carattere storico nella pittura di Roma с di
Bologna a cavallo del XVI с XVII secolo. Ne fanno parte: la rinascita del mito delia Roma sotterranea ed il richiamo all'arte
protocristiana nonchè il ritomo al Rinascimento, particolarmente alla pittura di Raffaello. Punto di riferimento per le considerazioni
dell'autore è il modello di pittura diffusa dai teorici del Parte ecclesiale, ed in particolare quei suoi aspetti, che motivano il
carattere dei ricordati fatti storicizzanti.

Gli autori dei trattati scritti dopo il Concilio di Trcnto, cercando modelli per i pittori a loro contemporanei, ponevano in
rilievo gli ideali etico-artistici dei tempi dei primi cristiani e dell'epoca del Rinascimento. F'arte devota e piena di semplicità dei
primitivi, attivi prima di Michelangelo, veniva contrapposta alla pittura dei manieristi. I suggerimenti iconografici per i pittori
dell'epoca erano basati sulla pittura del primo cristianesimo e a quanto trasmesso dalle fonti di quel periodo. I dipinti délie
catacombe erano usati nella propaganda antiprotestante.

I richiami, molto interessanti ma scarsi, all'arte protocristiana nella pittura romana dell'ultimo quarto del XVI sec. si collegano
direttamente alla rinascita del mito delia Roma dei primi cristiani (ossia la cosiddetta Roma sotterranea) e agli inizi dell'archeologia
cristiana. P'archeologia cristiana trattava i monumenti storici come testimonianze dei concetti dogmatici e corne simboli délia
Chiesa; in quei tempi di controversie religiose cercava argomenti materiali a favore délie tesi avanzate dalla Chiesa controriformista.
Oltre all'interessamento teorico per la pittura del primo cristianesimo, la scoperta del mito delia Roma sotterranea porto la
rinascita délia tecnica del mosaico, il riallacciamento all'iconografia e aile forme delParte dei primi secoli del cristianesimo
nonchè la tendenza a preparare e a raccogliere copie délie pitture di quel tempo.

Un'altra importante corrente storicizzante nella pittura romana délia fine del XVI sec. e dell'inizio del XVII sec. fu il
Neorinascimento. Sfondo per questo fatto episodico fu il manierismo décadente, riformato sotto Pinfluenza delie direttive dopo il
Concilio di Trente, rappresentato nella pittura romana prima di tutto dal cosiddetto stile sistino. Su questo sfondo si distingue
Pattività artistica storicizzante di Scipione Pulzone, che si richiama direttamente ai modelli del Trecento e del Quattrocento, che
questo pittore non sottopone ad un'interpretazione soggettiva, ma li oggettivizza, tendendo ad una pittura devozionale ideale, al
di fuori del tempo („senza tempo"). Le opère devozionali del Pulzone compiono in modo ideale i postulati del ritorno all'antica
iconografia („antica consuetudine"), basato sulle regole dello stile, che unisce il realismo eon i modelli délia pittura del rinascimento
(„regolata mescolanza"); questi postulati, posti da Gili da Fabriano, erano vicini anche aile concezioni teoriche neoscolastiche di
Gian Paolo Lomazzo.

Un aspetto particolare del neorinascimento nella pittura di Roma e di Bologna fu il neoraffaellismo. A cavallo del XVI sec.
e del XVII sec. in questi ambienti si era formata una nuova formula délia pittura religiosa, basata in gran parte sulla pittura di
Raffaello, che era la base del cosiddetto classicismo barocco. Pa svolta nelPaccoglienza creativa del retaggio raffaelliano, che
aveva il carattere di cosciente storicizzazione, avvenne per mérite degli allievi di Annibale Carracci: Domenichino, Francesco
Albani e prima di tutto di Guido Reni. Raffaello incarnava per loro Pordine classico с la logica delia composizione, che costituivano
un'alternativa all'equilibristica manieristica, alla struttura formale e caotica del mondo raffigurato. Pe opère precedenti dei pittori
qui ricordati si ricollegano in modo intéressante al mito delia Roma sotterranea. Aile soglie del giubileo del 1600 è osservabile
un rapporte ideale fra Parte degli inizi del cristianesimo, vista in modo ideologico, e la pittura di Raffaello. Se gli storiografi
delParte di prima del Concilio di Trente, ricordando Plinio e Quintiliano, avevano creato un quadro letterario di Raffaello come
nuovo Apelle, nel periodo délia controriforma, in particolare verso il 1600, Raffaello, piuttosto implicite che esplicite, era interpretato
come un nuovo San Puca.

Nella pittura romana del 1600 si puô osservare Puso del modus raffaelliano nelle rappresentazioni di santi degli inizi del
cristianesimo. Nelle pale d'altare che rappresentano questi santi si era stabilito, basato sullo schéma délia Santa Cecilia del
Raffaello, un tipo di composizione a due piani, con un gloria di angeli in alto, ed i santi ordinati in fila ad una stessa altezza in
basso. Un poste a parte nel conteste del revival protocristiano è occupato dall'uso del modus raffaelliano delia narrazione nei cicli
di affreschi dipinti dal Domenichino e dal Reni nel corso del primo decennio del XVII sec. che rappresentano scène délia vita dei
santi dell'inizio del cristianesimo.

II classicismo barocco, sin dai primi albori fino ai tempi del Bellori, non cessô mai di aver le sue radici controriformistiche.
Al di sopra delie speculazioni intellettuali о del criticismo raffinato degli studiosi, G.P. Bellori, teorico dcl classicismo, poneva il
giudizio di una analfabeta („vecchiarella divota"), che interpretava l'arte come Bibbia dei poveri. Fonte principale del classicismo
barocco era Popera di Raffaello, che senza dubbio era divenuto l'idéale pittorico délia Controriforma, creato in opposizione
a Michelangelo. Paolo Giovio, e dietro di lui Giorgio Vasari, aïïe feritas michelangiolesche contrapponevano, Yumanitas raffaelliana.
Nel periodo délia Controriforma si formo anche il mito che contrapponeva Raffaello, identificato con Portodossia, a Michelangelo,
ravvisato nella trasgressione culturale.

Il classicismo del diciassettesimo secolo ha una sua chiara dimensione controriformatistica. P'ideale estetico raffaelliano, la
convenzionalità del linguaggio pittorico riguarda valori stabili с immutabili, è la prova perenne di mettere ordine, di chiudere il
mondo immaginato in una regola, e nella gerarchia stilistica si trova pertanto al di sopra del realismo ampiamente inteso, applicato
spesso come uno dei criteri fondamentali délia valutazione dell'opera d'artc. Il neoclassicismo classico nella pittura degli ini/i del
Seicento puô essere ritenuto come il fermente del barocco compreso come arte délia convenzione, che parla il chiaro linguaggio
pittorico délia retorica, basato sul decorum, allora perfettamcnte compreso e toccante ed oggi a poco a poco riscoperto e. nell'epoca
dcl relativisme di tutte le attività artistiche, nuovamente apprezzato.

Tradotto da Celeste-Zawadzka
 
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