(iao)
Così voglio,prometto, e così giuro :
Per tutto è Dio, nè può mancar sollievo
A chijla libertarie hà per Arturo.
A chi nulla mi diede, Io nulla devo :
Lascio ad altri gulìar le (ìmpatie
Del Posilipo Tuo, del suo Vesevo :
Cercherò fuor di lei le glorie mie ,
£ lontan dalle sue magiche arene
Rintracciar di Stilpon spero le vie .
Son Cordo à i velli delle sue Sirene ,
Schiuo,e aborro i Cuoi gusti,odio il suo nortf
Truova Patria per tutto un huom dabbene
E tu, chi sei, come t’appelli, e come
Vivi in quello paese , ove si fanno
Pria , che candido il Cor,bianche le chioffls
Io qui nacqui in Babeile : Un lungo inganno
Schiauo mi rese, e condannommi in Corte
La speme infida, & il desio tiranno j
Ed in quella prigion tenace, e forte
Piansi più d’una volta,• ind’imparai
Colla pazienza à disprezzar la Sorte ;
A un Califa servendo in me provai ,
Che il premio hà l’ali, e che però la fede]
C’hà la catena al piè , noi giunge mai :
Mà spera in uano in aspettar mercede
La verde età, dell’Ambizione elìinta
11 pentimento al fin s’èfatto erede .
Così dal duol già superata , e vinta
La sofferenza mia, lasciai la Reggia,
E la grandezza sua bugiarda , e finta
Là sì, che si callpelta, e si dileggia
L’avvilita bontade e sol s’apprezza
Chi sui volto mentito il Cor falseggia.
Se tu vederti vn dì con qual fierezza
Colà scherzi Fortuna, affé, che poi
Ti dorrelìi di lei con meno asprezza.
Chi
Così voglio,prometto, e così giuro :
Per tutto è Dio, nè può mancar sollievo
A chijla libertarie hà per Arturo.
A chi nulla mi diede, Io nulla devo :
Lascio ad altri gulìar le (ìmpatie
Del Posilipo Tuo, del suo Vesevo :
Cercherò fuor di lei le glorie mie ,
£ lontan dalle sue magiche arene
Rintracciar di Stilpon spero le vie .
Son Cordo à i velli delle sue Sirene ,
Schiuo,e aborro i Cuoi gusti,odio il suo nortf
Truova Patria per tutto un huom dabbene
E tu, chi sei, come t’appelli, e come
Vivi in quello paese , ove si fanno
Pria , che candido il Cor,bianche le chioffls
Io qui nacqui in Babeile : Un lungo inganno
Schiauo mi rese, e condannommi in Corte
La speme infida, & il desio tiranno j
Ed in quella prigion tenace, e forte
Piansi più d’una volta,• ind’imparai
Colla pazienza à disprezzar la Sorte ;
A un Califa servendo in me provai ,
Che il premio hà l’ali, e che però la fede]
C’hà la catena al piè , noi giunge mai :
Mà spera in uano in aspettar mercede
La verde età, dell’Ambizione elìinta
11 pentimento al fin s’èfatto erede .
Così dal duol già superata , e vinta
La sofferenza mia, lasciai la Reggia,
E la grandezza sua bugiarda , e finta
Là sì, che si callpelta, e si dileggia
L’avvilita bontade e sol s’apprezza
Chi sui volto mentito il Cor falseggia.
Se tu vederti vn dì con qual fierezza
Colà scherzi Fortuna, affé, che poi
Ti dorrelìi di lei con meno asprezza.
Chi