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Rosellini, Ippolito
I monumenti dell'Egitto e della Nubia (Band 1,2): Monumenti storici — Pisa, 1833

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https://doi.org/10.11588/diglit.4588#0426
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4ao

sta. I Romani non ebber bisogno di mantenere in
Egitto grandi eserciti stanziali, né di far guerre san-
guinose per reprimere alcuni parziali e fiacchi mo-
vimenti dei popoli sottomessi (i).

La decadenza delle arti d'Egitto che già ho av-
vertito essersi manifestata ai tempi tolemaici, pre-
cipitò sempre più in basso grado sotto l'impero di
Roma. Sembra però che si conservasse in splendo-
re l'architettura, come quella che era fondata so-
pra grandi precetti e sostenuta da grandissimi e-
sempi, senza bisogno di tal minuta diligenza e pa-
zienza industriosa, che era uno dei principali carat-
teri della scultura e della pittura d'Egitto; la qual
diligenza, che veniva ispirata agli artefici dall'amo-
re dell'arte e dalla carità della patria e dalla speran-
za di conseguirne l'onore e il premio meritato, non
poteva più ornai essere una qualità degli artefi-
ci d'Egitto, decaduto da tanta sua altezza all'abie-
zione di romana provincia. Dico peraltro sembrare
che l'architettura si conservasse nel deperimento
delle altre arti, perchè alcuni grandi e belli edifizi
ancora sussistono, i quali in tutti gli adornamenti
della scultura mostrano di appartener totalmente
all'epoca romana. Ma nulladimeno non può con
certezza definirsi, se questi edifizi sorgessero affat-
to sotto il dominio degl'imperatori e dei procon-
soli, ossivvero se le sculture soltanto fossero opera

(i) Strabone lib. xvn, §. 2a.
 
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