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Visconti, Giambattista Antonio; Visconti, Ennio Quirino
Il Museo Pio-Clementino (Band 7): Miscellanea del Museo Pio-Clementino — Rom, 1807

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https://doi.org/10.11588/diglit.3455#0008
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MISCELLANEA
DEL MUSEO
P I O-C LEMENTINO

TAVOLA L
APOLLO CITAREDO (*>

Omero ha descritto Apollo sonante la cetra , e al tempo stesso in atto di ~
muovere a grand/ e leggiadri passi (a) . La positura e l'azione di questa
bella statua destano la stessa immagine . \
Benché la cetra sìa moderno ristauro , il hdlteo o armacollo , intagliato ad
arabeschi, dal quale è sorretta è tutto antico \ e la parte ove questo si termina
dava indizj chiari d'un largo stromento , e non già d'una spada o d'un turcas-
so, che v'era sospeso . Abbiamo osservata la lira d'Apollo pendente da un si-
rnil hdlteo in altro simulacro dello stesso nume (b) : e gli antichi non tacciono
della ricchezza e degli ornati dehdltei citaredici (r) .
Il sito d'onde fu reso alla luce questo marmo è degno di riflessione . E' la
piazza di S. Silvestro in Capite , parte del Campo Marzio dell'antica Roma, ove
i topografi più eruditi han collocate le fabbriche dell'imperator Domiziano (</Y.
Fra queste era un Odio (e) , edilizio destinato a certami , ed a spettacoli musicali.
La nostra statua può avere avuto luogo assai acconciamente in tale edilìzio : anzi
questa scoperta sembra confermare l'opinione di que topografi, ricevuta già su mo-
tivi probabili.
Tom. HI.- A Le

(*) Questa statua alta palmi otto e due terzi è scolpita in inar-
co greco di grana minuta, detto volgarmente grechetto . La parte
antica dissotterrata, verso il fine del passato secolo, sulla piazza di
stro *« Capite consiste nel solo torso colla coscia destra . Il
movimento di questa coscia determina il movimento della sigura intera ;
ci armacollo richiama la lira. Le restanti parti sono moderne , come
anche il tronco a cui si avvolge un serpente , rettile sacro al vincitor di
Pitone. 11 tutto e stato eseguito con buona maniera dal Sie. Giovanni
Pierantonj scultore Accademico .
(a) Omero, Hymn. in Apoll. v. 514.
"Era lor duce il Sire
J)ì Giove figlio Apollo, che tenea
Nelle man lo strumento, ed in maniera
Meravigliosa già cetereggìando ,
Movendo alti e he passi.
Non v'ha dubbio che questi alti e belassi d'Apollo, accompagna-

ti dal suono della cetra, non accennino il movimento regolare e
maestoso delle danze sacre ( Ateneo Lib.i. pag. 22. ). Gli stessi
versi con picciole varietà si leggono ancora nello stesso Inno , al
n. 202. Tal numerazione è quella di tutte l'edizioni : ma veramen-
te una osservazione di Ruhnkenio ha provato che due Inni diversi
ad Apollo si trovan congiunti in un solo . I versi citati son del
secondo eh7 è in lode di Apollo Delfico , dove nel primo si cele-
bra Apollo Delio. Nominando Omero per autor di quest'inni cer-
tamente antichissimi , non intendo decider nulla su i motivi che han-
no indotti i critici a dubitarne , malgrado 1' asserzione di Tucidide
che ascrive francamente ad Omero l'inno in onor d'Apollo . Penso
però che la testimonianza di Tucidide si debba intendere solamente
del primo de'due Inni congiunti, vale a dire dell'Inno ad Apollo
Delio che termina col verso 178. Questa osservazione rende inuti-
li molte questioni.
(&) Tomo I. di quest'Opera, tav.xvi.
(0 Balteus caelatus . Apulejo , Florid. già citato in quel luogo
del I. Volume .
(«0 Nardini Roma vetus lib. vi. cap.x. -, Venuti Roma antica P. il.
e in. pag. 77. e 78. dell'ultima edizione .
(0 Svetonio , in Domitiano e. 5.

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