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Visconti, Giambattista Antonio; Visconti, Ennio Quirino
Il Museo Pio-Clementino (Band 7): Miscellanea del Museo Pio-Clementino — Rom, 1807

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https://doi.org/10.11588/diglit.3455#0107
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stato dato il soprannome di Sardanapalo; e die quel
molle Augusto abbia in questa statua preso il costu-
me di Bacco barbato. Questa opinione non poteva
fondarsi sennon su d'una simiglianza assatto eviden-
te de1 lineamenti del volto in questa figura e ne' ri-
tratti certi di quel!' Imperatore ; tal simiglianza non
esiste . La statua , come ho già rilevato nella spiega-
zione, ha una fisonomia ideale, quale l'annunziano
la bellezza della fronte e degli occhj, e la forma qua-
drata del naso; forma che Filostrato ha espressamen-
te notata, come propria delle statue, ed appartenen-
te , come noi diciamo alla bellezza ideale : TèToctyoo-
VOS si ÌMoi TX)Q (HVO?, 010V Ct?OLhflXrOQ (IkiOUXl Ìli Pi'Ote-
sllao ).
TAV. XLIII Focione. La bellezza ideale della
fronte e degli occhj non doveva far pensare a ritrat-
to nell' esame di questa statua , tanto meno a quello
di Focione che si presentava con un'aria burbera , ca-
pace di disanimare coloro che se gli fossero appressa-
ti senza conoscerlo , e che non avevano sperienza
della bontà del suo cuore ( Plutarco Phocione pag.
743.). Il luogo dove la statua fu scoperta, ch'era
l'antico Foro d1 Archemoro, potrebbe somministrare
la congettura che questa statua rappresentasse un de
sette guerrieri della Tebaide, Adrasto forse oAnria-
rso , che primi , in onor d' Archemoro, istituirono!
ludi Nemei,
Nella nota. a. della pag. 89. ho parlato d'un pre-
teso ritratto di Focione attribuito a Pirgotele ; ed ho
avanzati i miei dubbj smT autenticità di quel monu-
mento . L'Ab. Bracci nelle sue Memorie degli antichi
incisori T. II., all' articolo Pirgotele , avea già prova-
to che quella gemma non era antica, ma era stata
eseguita nel secoloXVI. dal valente incisore Alessan-
dro Cesari detto il Greco,
TAV. XLIV. Cleopatra . Tutto conferma V opi-
nione che ho qui esposta su questa statua. Gli anti-
chi artefici rappresentavano Arianna dormente, Ap/a-
sonv wQèUjU(roLV , come ha provato con molti esempli
Reiske su Cantone ( L 1. e. 6- p. 145. dell' edizione
seconda). Quindi Catullo la descrive {de iwpt. Pelei
et Thetidis v. 122. )
Tristi dcvinctain lumina som io 1

come ho già osservato in una nota alla pag. 56. del
Tomo III.
TAV. XLVI. Augnato velato. Nella nota.b.del-
la pag. 93. si legge , che la corona radiata è stata da-
ta ad Augusto nelle medaglie sì in quelle battute lui
vivente, sì in quelle che portano V effigie di lui fa-
bricate dopo la sua morte. La corona radiata non si
vede sulla testa d'Augusto, sennonché sulle secon-
de j il primo Imperatore che è stato fregiato di que-
sta corona, sulle monete battute sotto il suo regno,
è Nerone.
TAV. XLVII. Livia informa della Pietà . Nella
nota. a. della pag. 94. ho dubitato se il ritratto rap-
presentato in alcune medaglie latine colla epigrafe
SALVS sia quel di Livia. Avendo esaminato un gran
numero di medaglie simili , non ho più questo dub-
bio; debbo peraltro osservare che quantunque le te-
ste colle iscrizioni Pietas , Salus. lustitia sieno effi-
gie di Livia, questa effigie non è ben caratterizata
sennonché in pochi conjjla maggior parte offrono una
testa che è quasi ideale .
Tavola A. 0.5. e 7. Leggasi fisxìa invece di finti*.
JNum, 13. La congettura che avea fatta sulla
immagine di Roscio è svanita. Un altro putto simi-
le più intero e portato sul dorso d' una divinità ma-
rina da me altre volte veduto nello studio del Sig,
Camillo Pacetti valente scultore, mi ha provato che
questa testa apparteneva a Melicerta lo stesso che
Portunno o Palemone , dio marino e cubino di Bao
co, dalle cui orgie ha presa probabilmente questa co-
rona dionisiaca formata d' un serpente .
Tavola B, Num. 2, e 4. La femmina che sembra
opporsi alla partenza d'un guerriero, dun cacciato-
re , o d'un viaggiatore, si ritrova spesso nelle pitture
de' vasi : la figura d' uomo stante fralle due femmine
sembra avere un tirso. Queste considerazioni mi fan
parere men verisimile la spiegazione che ho propo-
sta di tali pitture, riferendole alla favola d'Ippolito.
Del resto non vi è sovente corrispondenza alcuna fra
i soggetti dipinti sulle diverse parti dello stesso vaso.
Num, 8. Questo bel frammento appartiene ora
alla Dattilioteca del Signor Principe Stanislao Ponia-
towski.

OSSERVAZIONI SUL TERZO VOLUME
DEL MUSEO PIO-CLEMENTINO

TAV. III. Caligola. Ordinariamente V Angustea
o tempio de' Cesari era una appendice della basìlica ;
e spesso s apside o tribuna che la terminava , faceva
le veci di Augustéo . Quindi l'edifizio d' Otricoli era
probabilmente una basilica, poiché la distribuzione
della sala in diverse navi, e l'apside o tribunale che
la termina , sembrano caratterizarla per tale. Que-
sta apside conteneva le immagini Auguste e vi face-
va le veci d'Angustio . Che del foro non rimanga ve-
stigio non è da farne meraviglia : probabilmente non
era questo luogo circondato di costruzioni assai con-
siderabili .
TAV. X. Lucilla . E' da notarsi che le tre figure
d' Agrippina minore, di Drusilla, e di Giulia Livilla,
che si vedono impresse al rovescio delle medaglie di
Caligola in gran bronzo latino, presentano la stes-

sa disposizione di panneggi che si osserva nel simula-
cro inciso in questo rame, ed hanno ciascuna il cor-
nucopia come la statuetta simile della quale ho dato
il disegno nella tavola A n. io. , di questo stesso ter-
zo volume. Le tre figlie di Germanico sembrano e-
spresse in quel tipo cogli attributi della Fortuna, del-
la Concordia , e della Sicurezza .
TAV. XV. e XVI. Menandro e Posidippo. I mu-
nisci che queste statue avevano sul capo, e le lami-
ne di bronzo che ne coprivano i calzari (v. le Corre-
zioni e Addizioni, pag. 70. del Tomo III. ) sembrano
provare eh' esse erano esposte in Atene in qualche
luogo sommamente frequentato, ed all' aria aperta.
Lo erano dunque probabilmente sul teatro. Poiché
questi monumenti furono scoperti presso S. Lorenzo
in Panisperna sul Viminale, dove si sa essere state
le
 
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