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Visconti, Giambattista Antonio; Visconti, Ennio Quirino
Il Museo Pio-Clementino (Band 7): Miscellanea del Museo Pio-Clementino — Rom, 1807

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https://doi.org/10.11588/diglit.3455#0099
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9*

OSSERVAZIONI
SUL PRIMO VOLUME DEL MUSEO
- f
PIO-CLEMENTINO

TAV. IL Giunone, pag. 2. Quantunque il ca-
rattere della regina degli dei secondo il quale que-
sta eccellente figura è stata risarcita non possa
dirsi improprio , è tuttavia molto dubbio se in an-
tico Giunone $ia stata rappresentata in questo si-
mulacro .. Meglio considerata la testa , mi avveggo
gli occhi non esser grandi in proporzione del -vol-
to ; e il cader della tunica dalla spalla manca non
mi sembra convenire al carattere di Giunone. Sa-
rà forse una statua di Venere eseguita ad un.' epo-
ca anteriore a Prassitele che osò il primo esporla
ignuda ne' templi ? o non sari piuttosto una im-
magine della figlia di Cerere , il cui profilo e '1 cui
ornato del capo, particolarmente per la specie di
rete che raccoglie il crine verso la nuca , non son
molto dissimili in alcune medaglie Siciliane ? Non
saprei deciderlo: certo è che questa statua non mi
sembra essere stata fatta per Giunone . Lo stile
nel quale è stata condotta ha molta analogia con
quello della celebre statua detta la Minerva di Vel-
letri eh' e ora a Parigi nel Museo Napolione . Neil'
una e nell* altra si scorge 1' innesto d' un marmo
più fino e più candido per la testa e per le punte
de piedi. Sono opere della greca scuola , anteriori
a Prassitele, e sorse contemporanee a Fidia stesso,
come si può arguire dal confronto di queste scul-
ture col lavoro de' bassi-rilievi del Partenone d' A-
tene.
Quanto ad Olimpiade nelle cui terme fu sco-
perto già questo nobile avanzo dell' arte greca,
questo personaggio non mi è ora ignoto. Olimpia-
de era figlia <s Ablabio o Ablavio, prefetto del Pre-
torio sotto Costantino Magno, e fu sposa dell' Im-
perator Costante figlio di Costantino.
Prima di lasciar questo soggetto debbo avver-
tire che ho qualche dubbio sulla figura della Ssen-
clone, la quale mi è sembrato ritrovare in quell' or-
namento che chiamasi volgarmente diadema e che
suol vedersi sulla fronte delle dee (pag. 3. nota b).
Mi par più certo che questi ornamenti metallici ,
per lo più fatti di lamine d'oro, fossero le Stlengi-
des delle quali parla Ateneo L. IV. pag. 128. La
òfendone non si dice essere stata metallica , credo
piuttosto che fosse tessuta o lavorata a rete : po-
trebbe paragonarsi aduna oplstliospliendone la stri-
scia che raccoglie i crini della nostra figura sulla
parte posteriore del capo.
TAV. VI. Mercurio Agoreo . pag. 6. Si dice,
c« è questa la sola statua dove siasi conservato il
Caduceo^ Ciò non è esatto : si dee dire che questa
è la statua di Mercurio nella quale il caduceo si è
meglio conservato . N' esistono molte più nelle qua-
11 nmane solo qualche parte di questo attributo.
TAV. VII. Mercurio detto l Antimo di Belvede-
Avevo dimenticato di rilevare in questa statua

il tronco di palma che vi serve di sostegno. L'ho
però notato in un altra statua di Mercurio incisa
nel Tomo UT. Tav. XLI , ed ho osservato come la
palma conviene a Mercurio che si servì delle foglie
di quest1 albero per segnarvi le lettere da lui in-
ventate .
Una gemma antica d' eccellente lavoro , e la
cui impronta si trova nella collezione di Dolce
(Federigo Dolce Ducento Gemme n. 34.) rappresenta
una figura di Mercurio co' suoi attributi, eh' è imi-
tata evidentemente dalla statua ch'esaminiamo; vi
si ritrova anche il tronco di palma che serve ad es-
sa di appoggio.
Il big. Zoega, nella sua beli' opera de' Bassi-
rilievi antichi di Roma pag. l6., par che rovi la
congettura per la quale ho attribuita questa statua
a Mercurio, ma ( ivi nota 30. ) espone alcuni dub-
bj che trattengono il suo assenso: egli rimane sor-
preso di vedere all' agile figlio di Maja le cavicchie
storpie (vuol dire 1 malleoli) , ed aveva azzardato
una volta la congettura che questa statua fosse Edipo
I malleoli sembrano storpj in questa bella statua
per la poca attenzione dello scultore che ne ha ri-
messe insieme le parti . Dopo aver riattaccata la
destra coscia rotta, la parte superiore delia gamba
non corrispondeva più colla parte inferiore. Per ri-
mediare a tale inconveniente senza disfare il risar-
cimento si è preso un partito barbaro : si è raspata
a gamba nel suo contorno esteriore , e si è fatto
lo stesso del malleolo interiore , sino a tantocchè
1 contorni delle parti ricongiunte continuasser sen-
za interruzione.
. rAV.Vili. Asozerya. Varie osservazioni voglion
farsi su d alcuni particolari della nota (f) PJ. 13.
la qua! nota continua alla pag. 14. 6
Primieramente il padre di Pittaco si nomava Ir-
TTx^Hyrras) e non Irradio come qui si suppone . Ho
già corretto questo sbaglio nel Tom. VI. tav. aà. ove
ho parlato più a lungo degli ermi de Savj della Grecia.
In secondo luogo il detto : Modus optimuS; è at-
tribuito espressamente a Cleobulo da Diogene Laer-
zio, Li n.93-5 e per errore avevo qui asserito il
contrarlo.
In terzo luogo ( pag. 14. nota a) debbo avver-
tire che ho cangiata opinione intorno al soggetto
del musaico di Palestrina, credo che vi sia rappre-
sentato un Imperatore romano e forse lo stesso Au-
gusto conquistator dell' Egitto.
Convengo sinalmente che le parole ivi citate
di Petronio Arbitro , nelle quali si dice , parlandosi
della pittura, che Aegyptiorum audacia tam magnae
artis compendiariam hwenit ; possono ricevere altre
spiegazioni molto diverse e più probabili di quella
che avevo seguita.
TAV. X. Venere nel Bagno . Ho detto alla pa-
gina
 
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