5»
MUSEO PIO-CLEMENTINO
ANIMALI
TAVOLA XXXIV.
TORO GENUFLESSO E VASO ORNATO DI BASSI-RILIEVI
RAPPRESENTANTI UCCELLI E PESCI ^
MEritan singolare attenzione quelle sculture che gli antichi impiegarono ad
ornamento dell' architettura : esse e' insegnano la bella maniera d'unir nello
stesso lavoro queste due arti, la prima delle quali par nata a render la seconda
più significante e più ricca .
Il dinnanzi d' un toro, genuflesso su d* una base e portante una cimasa , ci
ricorda l'uso antichissimo di porre ne piedestalli simulacri di bovi. Dodici di que-
sti furono adoperati a sostenere il gran labro o tazza rotonda del lavatojo nel tem-
pio di Salomone (a) . Erano essi disposti in quattro gruppi , forse posati su d'una
Dase quadrilatera ; ed avevano, secondo che il sacro storico lo accenna , le parti
anteriori esposte alla vista , e le deretane si perdevano nella massa del piedestallo.
Questa usanza, d'abbellir di sculture d" uomini o d'animali i sostegni d'ogni
genere , piacque oltre modo all' antichità (b) : e rare sono perciò le are triango-
lari di marmo , che non vengati rette , agli angoli inferiori, da tre animali scol-
pitivi , ora imitati da' veri, or chimerici, e spesso ancora aventi due e ' h
vanno a riunirsi sotto un sol petto \c) .
11 frammento di vaso , eh' è stato sovrapposto a questo nobile basamento
per le sculture onde ha la superficie adorna non disconviene aduna raccolta d'a-
nimali . Vi si veggono rappresentati uccelli, pesci ed insetti (d) , condotti con
stile delicato e molto finito , ma senza magrezza . Li diresti lavoro ; sennon del-
la stessa mano , almeno della stessa scuola dond' è uscito il pavone marmoreo del-
la tavola XXVII.
TAVOLA XXXV.
GRAN VASO DI BASALTE^
Omecchè la maggior parte de grandi vasi marmorei che ci son pervenu-
ti non sieno stati eseguiti sennon per semplice ornamento delle ville d 11"
c
invece di po<r%api>i nella descrizione dello stesso monumento legge-
si apwov. Dunque il monumento Costantinopolitano rappresentava
come il nostro un agnello sull'ara. I due luoghi qui citati prova-
no ciocché aveva di già osservato il grande Enrico Stefano nel suo
Tesoro , v.pótrxiov-, vale a dire che i diminutivi ài ftotrxòs, vitello ? si-
gnificano alle volte , non un vitello , ma un agnello > Questa os-
servazione applicata dal lodato Ellenista ad uà luogo d'Ateneo (L.
Vili. pag. 359.B.) e sfuggirà al dotto editore Argentoratense. L'a-
gnello sull'ara qui rircordato era stato posto da Costantino magno
nel quartiere di Costantinopoli chiamato Neclaea .
(*) I due frammenti insieme , così disposti come nell' annessa
tavola, han d' alteza palmi 8. e oncie io-, e son di marmo lunen-
se 0 sia nostrale. II toro che trovavasi fralle antichità raccolte dal
g1^ lodato Cav. Piranesi non ha di ristauro che le corna e le orec-
chie , ma tutta ia SUperficie della scultura è ritocca. Del Vaso non
sono antiche sennon la parte anteriore ov' è il bassorilievo, ed una
porzione dell'orlo superiore : il rimanente col piede e colle anse e
ter^
stato supplito modernamente, e il corpo del V, s
nella parte di dietro , di semplici baccelli v?t_C ^ °rnat0>
moderni 1 due pesci minori, ed in gran ' basso-rilievo son
ma questo ha la testa antica: la testa \ f*"' ' a'Khe ilma§S'°re,
è moderna, come una parte della testi f,pavone ch'è P'« ™ alto
d'antico in questo frammento, trovatoaH °ud° ' Quel che v'è
sofferto vermi ritocco. t0 alla Vllla Adriana, non ha
(a) Kegum L. III. e 7. s. 2?.
(b) Vedasi ciocché okk;„ 1"
tavole IV. evia."6 ^ dctt0 SU Sproposito, qui sopra alle
(0 Metodo imitato felicemenu* a i t^
delle arme Peretti , che so^n dalFontana ne' leoni di bronzo
0) Unacicognl deliaSTe f ^ ' <*e,is«> Vaticano,
falla, de' pavoni e de'ciani minore,> av«nte nel becco una far-
tosto un'anitra selvatica & -1 H SeppUre J ultilll° a destra non è piut-
(**) Questo VaS0 , dibTs^l*^eUJ?^ daSU etichi Vulpanscr.
suo piede moderno di m»rm„ "?ro E§l2,a»o » è alto , insieme col
rnauno b.gl0, palmi sei e m ^ _ ^ ^
MUSEO PIO-CLEMENTINO
ANIMALI
TAVOLA XXXIV.
TORO GENUFLESSO E VASO ORNATO DI BASSI-RILIEVI
RAPPRESENTANTI UCCELLI E PESCI ^
MEritan singolare attenzione quelle sculture che gli antichi impiegarono ad
ornamento dell' architettura : esse e' insegnano la bella maniera d'unir nello
stesso lavoro queste due arti, la prima delle quali par nata a render la seconda
più significante e più ricca .
Il dinnanzi d' un toro, genuflesso su d* una base e portante una cimasa , ci
ricorda l'uso antichissimo di porre ne piedestalli simulacri di bovi. Dodici di que-
sti furono adoperati a sostenere il gran labro o tazza rotonda del lavatojo nel tem-
pio di Salomone (a) . Erano essi disposti in quattro gruppi , forse posati su d'una
Dase quadrilatera ; ed avevano, secondo che il sacro storico lo accenna , le parti
anteriori esposte alla vista , e le deretane si perdevano nella massa del piedestallo.
Questa usanza, d'abbellir di sculture d" uomini o d'animali i sostegni d'ogni
genere , piacque oltre modo all' antichità (b) : e rare sono perciò le are triango-
lari di marmo , che non vengati rette , agli angoli inferiori, da tre animali scol-
pitivi , ora imitati da' veri, or chimerici, e spesso ancora aventi due e ' h
vanno a riunirsi sotto un sol petto \c) .
11 frammento di vaso , eh' è stato sovrapposto a questo nobile basamento
per le sculture onde ha la superficie adorna non disconviene aduna raccolta d'a-
nimali . Vi si veggono rappresentati uccelli, pesci ed insetti (d) , condotti con
stile delicato e molto finito , ma senza magrezza . Li diresti lavoro ; sennon del-
la stessa mano , almeno della stessa scuola dond' è uscito il pavone marmoreo del-
la tavola XXVII.
TAVOLA XXXV.
GRAN VASO DI BASALTE^
Omecchè la maggior parte de grandi vasi marmorei che ci son pervenu-
ti non sieno stati eseguiti sennon per semplice ornamento delle ville d 11"
c
invece di po<r%api>i nella descrizione dello stesso monumento legge-
si apwov. Dunque il monumento Costantinopolitano rappresentava
come il nostro un agnello sull'ara. I due luoghi qui citati prova-
no ciocché aveva di già osservato il grande Enrico Stefano nel suo
Tesoro , v.pótrxiov-, vale a dire che i diminutivi ài ftotrxòs, vitello ? si-
gnificano alle volte , non un vitello , ma un agnello > Questa os-
servazione applicata dal lodato Ellenista ad uà luogo d'Ateneo (L.
Vili. pag. 359.B.) e sfuggirà al dotto editore Argentoratense. L'a-
gnello sull'ara qui rircordato era stato posto da Costantino magno
nel quartiere di Costantinopoli chiamato Neclaea .
(*) I due frammenti insieme , così disposti come nell' annessa
tavola, han d' alteza palmi 8. e oncie io-, e son di marmo lunen-
se 0 sia nostrale. II toro che trovavasi fralle antichità raccolte dal
g1^ lodato Cav. Piranesi non ha di ristauro che le corna e le orec-
chie , ma tutta ia SUperficie della scultura è ritocca. Del Vaso non
sono antiche sennon la parte anteriore ov' è il bassorilievo, ed una
porzione dell'orlo superiore : il rimanente col piede e colle anse e
ter^
stato supplito modernamente, e il corpo del V, s
nella parte di dietro , di semplici baccelli v?t_C ^ °rnat0>
moderni 1 due pesci minori, ed in gran ' basso-rilievo son
ma questo ha la testa antica: la testa \ f*"' ' a'Khe ilma§S'°re,
è moderna, come una parte della testi f,pavone ch'è P'« ™ alto
d'antico in questo frammento, trovatoaH °ud° ' Quel che v'è
sofferto vermi ritocco. t0 alla Vllla Adriana, non ha
(a) Kegum L. III. e 7. s. 2?.
(b) Vedasi ciocché okk;„ 1"
tavole IV. evia."6 ^ dctt0 SU Sproposito, qui sopra alle
(0 Metodo imitato felicemenu* a i t^
delle arme Peretti , che so^n dalFontana ne' leoni di bronzo
0) Unacicognl deliaSTe f ^ ' <*e,is«> Vaticano,
falla, de' pavoni e de'ciani minore,> av«nte nel becco una far-
tosto un'anitra selvatica & -1 H SeppUre J ultilll° a destra non è piut-
(**) Questo VaS0 , dibTs^l*^eUJ?^ daSU etichi Vulpanscr.
suo piede moderno di m»rm„ "?ro E§l2,a»o » è alto , insieme col
rnauno b.gl0, palmi sei e m ^ _ ^ ^