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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0133
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§ III. - Fusione della prima cattura col battesimo di Cornelio

accanto all'altra, furono fuse insieme: Pietro viene catturato
mentre opera il miracolo della fonte* o invita a bere l'acqua
scaturita dalla pietra percossa.

Gli esempi muglio conservati della prima fusione si
trovano sopra i sarcofagi di Clermont e di Gerona (ta-
vole LXXXXIX, i e CXII, s)*. Su quello di Gerona uno
dei due soldati di polita arresta Pietro, prendendolo per
l'avambraccio sinistro; l'altro emerge dal fondo con la sola
testa, perciò è omesso dal Garrucei; l'apostolo percuote, come
di solito, la roccia colla verga, e due soldati bevono l'acqua.
In modo simile si ripete la scena sul sarcofago frammen-
tario che serve di fontana nel cortile d'un farmacista di Cor-
doba (tav. CIX, 6), poi sul sarcofago della Villa Albani, che,
ad eccezione d'un soldato di fondo, è tutto sopraìavorato
(tav. CXlll, 3), e su uno del Museo dì Arles edito con
grandi lacune, dal Garruccì e dal Le Blant (tav. CXIII, i)*.
In tutti e tre i casi il soldato arresta l'apostolo, mettendo la
mano su di lui. Così ho supplito un frammento oggi scom-
parso dal cimitero di S. Callisto. Hsso esiste nella fotografìa
Simelli, che riproduco (tav. CHI, y).

Una leggera variante offre il sarcofago di Clermont11,
(tav. LXXXXIX, 1), dove il soldato afferra il lembo del
pallio, che dalla spaila sinistra dell'apostolo cade sul davanti.
Di questa scena mi sono servito per la ricostruzione del
frammento callistiano (fig.63, tav. CHI, 9). Più grande è
infine la differenza della scena scolpita
sulla testata destra di un sarcofago del
Museo di Arles: ivi l'apostolo sta a sini-
stra, il soldato che beve, a destra della
fonte, e dietro questo spunta un centu-
rione munito della vitis e con la destra
minacciosamente alzata verso Pietro. La
composizione fa un bell'effetto, ma non
è così precisa come di solito, non rap-
presentando il momento più saliente, bensì l'inizio della
operazione (tav. XI, 3).

E. Le Blant, pubblicando i tre sarcofagi menzionati in
ultimo, non s'è accorto della cattura; egli parla soltanto del
« frappement du rocher » ', di « Moise frappant le rocher
d'Horeb » e di « Moise frappant le rocher »5; il Garrucci
invece ne ha riconosciuto il vero significato0.

Per la fusione della scena della cattura coll'altro tipo del
battesimp, in cui Pietro invita a bere l'acqua salutare,
citiamo anzitutto tre sarcofagi gallici, di Cahors, Arles e
Tarascon (tavv.CXV,i; CHI,5; CXIII,2)1 e quello famoso
dei due fratelli al Museo lateranense (tav. LXXXXI)*. Sul
primo, l'avambraccio destro del soldato che iniziò la cat-
tura, è distrutto; ma la mano era senza dubbio alzata mi-
nacciosamente, come sulla testata destra del sarcofago di
Arles. Alla minaccia Pietro si è rivolto colla testa, come
per protestare. Le sue mani sono pure distrutte, dagli

attacchi però si vede che con la sinistra impugnava la
, verga; colla destra poi faceva il gesto d'invito. Manca
l'acqua e gran parte della roccia. Il secondo soldato sbuca
dal fondo e si scaglia sull'apostolo; egli e armato d'un
bastone, dunque e. un centurione. Il bastone manca nella
copia del Garrucci.

Sul sarcofago distrutto di Poitiers (tav. CXLIII, 1) e su
quelli di Cahors e del Museo di Arles, v'ha anche un mili-
tare amico, cioè Cornelio, rappresentante dei fedeli; egli si è
gettato a terra, per baciare il piede
di Pietro. Nella scena accanto, sul
sarcofago di Cahors,
viene portato via senza fare resi-
stenza, il che è una eccezione.

La fronte del sarcofago di Arles
mostra la cattura in un modo un
po'vago, essendosi lo scultore limi- Fi 64

tato al milite minacciante ed a Cor-
nelio prostrato. La composizione è di nuovo molto precisa sui
sarcofagi Albani, di Tarascon e dei due fratelli, dove un sol-
dato afferra l'apostolo per trarlo in arresto. Disgraziatamente
il sarcofago di Tarascon, da due secoli rinchiuso in un sarco-
fago moderno, è in pessime condizioni, come prova la copia
fattane in ghisa: ad eccezione dei due soldati che bevono, e
di Maria, sorella di Lazzaro, tutte le figure sono decapitate;
Pietro tiene nella sinistra la verga, in gran parte distrutta.

Sul sarcofago dei due fratelli si vede della verga solo
l'estremità superiore. Tranne questo particolare, la scul-
tura è d'una conservazione perfetta. Al soldato che con
gesto energico eseguisce l'arresto, l'apostolo dà uno sguardo
pieno di rimprovero, come per domandargliene la ragione.
Il secondo soldato è rivolto verso un giovane in abiti sacri,
che colla destra alzata, ora danneggiata, faceva il gesto ora-
torio: l'angelo che libererà Pietro dal carcere. Egli ha invero
una grande rassomiglianza coll'angelo che impedisce il sacri-
fizio di Abramo. L'artista lo introdusse nella scena, quasi
per attenuare la dolorosa impressione prodotta nel riguar-
dante dall'azione brutale degli agenti della forza pubblica.
Il gesto d'invito finalmente trova una illustrazione nell'in-
vito che l'autore dell'epitafio di Pettorio fa al lettore, di
attingere all'' immortalt's jons aquarum divinitus manantium,
cioè farsi battezzare.

Con l'aiuto del sarcofago di Arles si potè ricostruire l'an-
golo destro d'un sarcofago di cui ho scoperto una buona metà
negli scavi a S. Damaso (tav. CXXIII, 2). Ai piedi dell'apo-
stolo ho supplito Cornelio secondo l'esemplare gallico. Più
difficile fu la ricostruzione del frammento callistiano (fig. 64,
tav. CXIV,2), essendo rotta la mano del soldato insieme col
pizzo del pallio, che questa afferrava per arrestare Pietro.
Nelle pieghe ondulanti delle vesti l'artista volle indicare l'ecci-
tazione dell'apostolo. La figura di fondo ha altri riscontri".

' Garrucci, taw. 374, 3; 381, v. Le Blant, Caule, tav. XVIII,

' Garrucci, taw. 369, 3; 379, 4; Le Blant, Arles, tav. XXII.

3 Garrucci, tav. 351, 6; Le Blant, Aria, tav. XV, 2.

' Caule, 68.

6 Arles, zy e 46.

• Garrucci, p. 104, 120 e 77.

' Garrucci, tav. 380,2-3; Le Blant, Arles, tav. VII; Caule, XX, 1; IX, 3.

* Gahrucci, tav. 358, 3.

' Garrucci, law. 313, 1; 314, 2 e 6; 316, 3; 318, 4; 358, 3; 361, 1;
3<M. 3- 3^7. 3. 37*. 2; 37<>> ' e z; 378, 2; 398, io.
 
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