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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0181
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§ l. - L'ultima cattura dì Pietro

che

sacrifiant -, dunque una parte della prima scena. Siccome
vi si parla inoltre di un frammento-murato « au-dessus de
la porle de la mairie » e di due « encastrés au-dessus de la
porte de l'ancienne maison du docteur Long»1, mi reca:
a Die per conoscere de visti codesti frammenti *. Per una
circostanza fortuita non potei vedere la collezio
in quel tempo era chiusa in una camera sigillata, i
della divisione legale ^^^^^^^^^^^^m
fra gli eredi. Vidi però I
i frammenti murati
sopra l'ingresso i del-
l'antica casa del dottor g
Long » e fra questi
riconobbi la metà dilla
prima scena: Dio Pa-
dre seduto e Caino
col suo manipolo di
spighe; di più uno dei
soldati dell'ultima cat-
tura di Pietro (fig. 95). DÌ tutti i frammenti menzionati,
come anche di quelli della collezione, ebbi poi le fotografie
che gentilmente fece eseguire il mio giovane amico il
signor Jacques de Font-Réaulx, archivista dipartimentale,
e che mi misero in grado di dare una ricostruzione del
sarcofago {tao. CXXXXI1, 1): al giovane amico rendo i



mate da colonne striate con capitelli sorreggenti archi e
timpani. Come è noto, esso era una vera croce degli archeo-
logi, sopra tutto a causa del personaggio della nicchia cen-
trale, che il Millìn spiega per « le Sauveur du monde, qui
montre le cicl à ceux qui recevront la loi de Dìeu », il Gar-
rucci per il -principe degli apostoli», che «evangelizza"5.
Più critico del Garrucci, il Le Blant, non dette ospita-

_________________ lità alla copia nel suo

volume sui Sarcopha-
ges chrétiens de la ville

I d'Arles, e fece bene:
'■ J'ai vainement cher-

•'* i^rj^ e'hé "> cosi egli, « un

II sarcophage que Millin
1 a seul signalé et figure...

I Corame on la vii déjà,

I son dessinateur, Cle-

ner, n'ht-sitait 'pas a

inventer, et ce défaut

notoire d'exactitude me fait douter que le monument ait

existé tei qu'on nous le présente. Il peut avoir été compose

par l'artiste de deux débris réunis arbitrairement, et dont

je parie dans Ies Notes in et xlvii dece recueil»r'.

Questi due rinvii sono sbagliati; l'autore avrebbe dovuto
rimandare alla « note lxiii ». Ivi è riprodotta la descrizione

più vivi ringraziamenti. Salvo la differenza indicata, la
replica riproduce il modello romano con la consueta fedeltà,
come fanno supporre Ì pezzi superstiti. È anzi possibile
che l'originale copiato fosse pure un sarcofago a colonne.
Residuo d'un tale sarcofago può essere difatti un fram-
mento con l'aquila reggente ne! becco parte della corona,
trovato negli ultimi scavi a S. Sebastiano.

La Gallia ebbe ancora una seconda rappresentazione del-
l'ultima cattura di Pietro, meno espressiva peraltro di quella
descritta. La constatai sulla copia d'un sarcofago di Arles,
pubblicata dal Millin'1 e ripetuta dal Garrucci *, la cui copia
è qui riprodotta {fig. 06). Con questa constatazione sì col-
lega {sia detto di passaggio) la prima scoperta che feci per
la mia opera sulle sculture allora da poco principiata, durante-
la guerra. L'importante sarcofago aveva cinque nicchie for-

1 Le Blant, loc. ck. *

' Vedi il mio articolo Lei fragimnis de sarcophages chrétiens de Die in
Aaakcta sacra tarracontnsiu, Barcelona, 1928, p. 251-259.

' Voyage dans le midi de la Frana, voi. Ili, lav. I.XVII, 2, p. 535 seg.

d'un sarcofago che il Peìresc, archeologo, per il suo tempo,
esattissimo, vide nella chiesa di S. Onorato a Arles, indi-
candone il contenuto delle cinque rappresentazioni con una
mirabile chiarezza: « Gallus inter Christum imberbcm et
Petrum. Figura barbata captiva ducta. Bis. Christus iterum
imberbis claves Petro tradens. In medio, aquila, expan-
sis alis, coronam rostro sustinens, in qua sìgnum salutare
gemmatum, cruci gemmatac impositum, adsidentibus dua-
bus figuris militaribus, crucis brachiis impositis avibus
duabus sublatis alis » '. La preziosa descrizione fu stampata
anche dal Garrucci, ma pure egli non ha saputo servirsene.
Non v'ha dubbio; il Peiresc descrive il sarcofago in parola.
Nella Rivoluzione fu il ■ sìgnum salutare cruci impositum »
naturalmente distrutto e il resto abbandonato. Il Millin che
piamente raccolse i resti dei monumenti cristiani mutilati

1 Garrucci, tav. 340, 5.
1 Garrucci, tav. cit., p. 66.
1 Arles, p. 71.
1 Aria, p. 66, n. LXIII.
 
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