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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 1,1): Testo — Rom, 1929

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https://doi.org/10.11588/diglit.1341#0188
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Capo IX. - / grandi privilegi di Pietro

divine '. Il mausoleo sarebbe per conseguenza il santo
Sepolcro, ricordandoci la passione e risurrezione della
seconda Persona divina. L'artista avrebbe dunque scelto
il mausoleo più nobile, dandogli tuttavia la forma tipica.
Simile santo Sepolcro ritorna sopra un sarcofago su per giù
contemporaneo della stessa officina ~ e sopra un frammento
del Museo di Aix, residuo d'un sarcofago colla rappresen-
tazione dell'Anastasis nel centro {tav. CXXXVII, 8)'\

Pietro non è solamente il fondamento della Chiesa uni-
versale; egli è anche il fondatore della ■■ Chiesa principale »,
come la chiama s. Ireneo, il fondatore della Chiesa di Roma.
A questo fatto alludono gli edifici della testata sinistra, dove
vediamo appunto una basìlica ed un battistero. Poiché siamo
a Roma, non è impossibile che l'artista abbia pensato ai
due edifizi sacri, che in quel tempo erano i più celebri: al
battistero e alla basilica Costantiniana del Laterano, come
non è nemmeno impossibile che coli'edilìzio profano, da-
vanti al quale termina la rupe simbolica, egli abbia voluto
indicare il palazzo lateranense che l'imperatore Costantino
donò alla Chiesa di Roma. Ma la forma è per tutti e tre gli
edifizi la tipica. Soltanto due particolari potrebbero forse
essere presi dal vero: il monogramma di Cristo sulla sommità
del battistero ed il gallo sulla colonna, che si vedeva ancora
ai tempi del cardinale Rasponi *, Comunque sia, il palazzo
forma coi due edifizi sacri un insieme morale, essendo desti-
nato ai precipui ministri della Chiesa romana, cioè al Papa
col suo seguito.

Non ostante qualche difetto, la rappresentazione della
Chiesa fondata sulla pietra, merita, come primo tentativo,
il nostro encomio, in quanto che l'artista la dette quasi come
un'appendice, connettendola più o meno strettamente colle
scene. Per la fonte miracolosa il congiungimento riusci assai
vantaggioso, perchè la roccia si prestò molto bene per fonda-
mento ai quattro edifizi sacri. Invece, nell'annunzio della
negazione nacque un inconveniente. Avendo introdotto la
torre per accennare al luogo dove accadde la negazione,
l'artista la piantò sulla roccia. Per essere conseguente, avrebbe
dovuto prolungarla fino al livello dei due personaggi. Ma così
facendo avrebbe tagliato la roccia. Ciò forse spiacendogli,
preferì prolungare la torre verso sinistra, convertendola
in un muro merlato. Questo è l'unico difetto della composi-
zione, e forse anche la ragione per cui non venne imitata.
Del resto il dogma stesso della fondazione della Chiesa
sulla pietra e dell'indistruttibilità della medesima trovò
una espressione più semplice ed altrettanto ingegnosa nella
ai III e/ir a l'etri.

§ II. - Consegna delle chiavi a Pietro.

Più sopra si è riferito il testo in cui Nostro Signore pro-
metta a Pietro di dargli « claves regni caelorum ». Quasi
venti rappresentazioni ci mettono dinanzi agli occhi la scena
nella quale Cristo adempie la sua promessa, consegnando le
chiavi all'apostolo. Questi divenne pertanto " ianitor caeli »,
come lo chiama il vescovo Achille in una delle sue iscrizioni',
«ianitor aethereus », come lo chiama il poeta Draconzio".

Molto prima Tertulliano, cattolico, rilevò in chiari termini
['importanza della consegna delle chiavi a Pietro: a Nam etsi
adhuc clausum putas caelum, memento claves eius hic Domi-
man Petra et per eum ecclesìae reliquìsse, quas hic unusquisque
interrogata atque confessus feret secum » 7. Tertulliano
risponde ai Valentiniani ì quali discreditarono il valore meri-
torio del martìrio negando la necessità di confessare Cristo
in terra \ Più tardi s. Ottato aggiunge la ragione perchè
Pietro sarebbe stato preferito agli altri apostoli nella con-
segna delle chiavi: « Praeferri (Petrus) apostolis omnibus
meruit -a causa della sua solenne confessione della divinità
di Cristo - et claves regni caelorum communicandas ceteris
solus accepit ». « Stani tot innocentes et peccator accipit cla-
ves, ut unitatis negotium formaretur. Provisum est, ut pec-
cator aperiret innocentibus, ne innocentes clauderent contra
pcccatores et quae necessaria est unitas esse non posset »9.

Come si disse, la consegna delle chiavi a Pietro fu com-
posta nel tempo della pace. Presto le chiavi diventarono il
distintivo dello » ianitor caeli ». Mentre nella pittura e nel-
l'arte musiva la consegna si effettua in modo solenne, nella
scultura funeraria è molto semplice: ambedue i personaggi
componenti la scena stanno in piedi, e Cristo stringe nella
destra una chiave che Pietro riceve nel seno del pallio.
Delle volte l'apostolo ha già ricevuto una chiave, visibile nel
pallio, e Cristo sta per dargli la seconda. Gli artisti vogliono
così alludere alle chiavi « claves regni caelorum ».

Ai dodici esempì della consegna delle chiavi pubblicati dal
Garrucei e dal Le Blant "' possiamo aggiungerne quattro, tra
ì quali tre inediti: uno del Museo del Camposanto teutonico,
uno di quello dì S. Callisto e due di quello di S. Sebastiano
(tav. CX XXX,.?, 6 e S). Tre provengono da coperchi, tredici
da sarcofagi. Dei frammenti da noi completati tre sono
sicuri, sia dalla presenza della chiave sia per altra ragione.
Così sappiamo dalla descrizione del Peiresc che la fronte a
metà distrutta d'un sarcofago del Museo di Arles conteneva,
oltre la moltiplicazione dei pan! e dei pesci, l'annunzio della

1 Bp. .>'-'. iì: Micmì, /'. /,.. In, .1.17. Sul sarcofago « dogmatico » le tre
persone divini- turni accennati- simliolicaineiite da tre diselli elle dovevano
contenere tre stelle. Vedi tav. 1.XXXXV1.

= GiUUtuccl, tav. 350, 4.
Il disegno pubblicatane da Le Blant {Caule,p. 145) è inesatto, come
si vede dalla mia copia; l'autore ile! disellilo non ha velluto il residuo della
traversa incisa della croce.

- Cesari Rasponi, De Baiilka et Patriarchio Lateranenn, Ruma, 1566,
p. 62. Al tempo del lìnuan liT.tT) la colonna era conservala nel Luterano
lucri di Chiesa >, e sarebbe stata ■ quella, su cui cantò il detto volatile 1

[Roma tolt., 1, .34).



"' Vedi sopra p.
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XII.

2]

XLVI. 3; XLVII, 3;

.Ili, -; LVI, 1












 
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