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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0064
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j III. - Consegna dei simboli dei lavoro



schiava Agar. La cacciala (lei protoparcnti precede la scena
della consegna. I simboli del lavoro nella scena della caduta
sono quindi prematuri e potrebbero mancare; ma ognuno sa
che gli artisti antichi solevano con facilità ripetere suggèlli
che erano di qualche importanza.

Le due scene soni) amile riprodotte, con piccole varianti,
sul sarcofago di AMfia (tav, LXXXXII, z): nella caduta
l'artista ha omesso la pecora, per poter dare intiera la figura
del serpente; Eva mostra il frutto ad Adamo il quale, rivolto
ad essa, fa il gesto di parlare, evidentemente per scolparsi,
essendo dietro lui un angelo, del pari col gesto oratorio.
Dico ™ angelo » perchè ha capelli corti. Il Verbo appare nella
scena della consegna dei simboli; ivi siringe con la sinistra le
zampe anteriori della pecora ed ha la destra abbassata, però
senza il manipolo che, invece, sta in terra. Si tratta d'un
semplice arbitrio dell'artista, come su un sarcofago del Museo
di Arles, dove in una scena della caduta manca la pecora
(lai: CXXII, 3) e su un coperchio dello stesso Museo
(tav. CLXXVII, 4), dove manca il manipolo. Himik difettò si
scorge altresì sul coperchio latcrancnsc i;t>, ma la mancanza
è compensata dal resto della ingegnosa composizione: al
posto della pecora se drizzato il serpente seduttore e guarda
Eva, la quale, sedotta, ha già colto il frutto e lo porge ad
Adamo; questi, a sua volta, indica Eva per scolparsi da-
vanti a Dio che gli sta accanto (lav.CLXXXXVlI, /).

Una consegna dei simboli del lavoro ancora inedita fu
da me acquistata da un mercante di antichità e poi donata
al Museo delle catacombe di Valkcnlmrg (tur. C7.A VA A. ./).
Il Verbo consegna i simboli nel modo consueto, avendo
presso il piede destro un manipolo di spighe di cui è rima-
sto un piccolo residuo. Nel fondo si vede un personaggio
imberbe, che ha tutta l'aria di un riempitivo. Di Eva è ri-
masta una piccola parte della gamba destra,

§ IV. - Offerta di Caino e di Abele.

1 simboli del lavoro non sono, nell'arte funeraria, soltanto
connessi con Adamo ed Eva; essi riappaiono presso i figli:
Caino che era agricola . ed Abele pastor ovium . Le rap-
presentazioni di questi due si riducono al solo sacrifizio che
fanno al Signore, offrendogli, Caino, « de fructibus lerrae »,
ed Abele. ■ de primogeniti^ gregis sui ■, quegli cioè di so-
lito un manipolo di spighe, questi un agnello. 11 Signore
preferi il dono di Abele; « et respesit Dominus ad Abel, et
ad munera eius. Ad Cain vero, et ad mimerà illius non respe-
xk ■■ '. Qui si fermarono gli artisti, al pan degli autori di due
preghiere antiche:

■■Et tu, Domine sancte Pater, digneris respicere super
preees meas, sicut l'esperisti slip; r munera Abel •'. Cosi prega
l'autore della // Oralio, attribuita, a torto, a s. Cipriano,
ma che ha tutta l'apparenza di non essere posteriore all'epoca

delle persecuzioni. La stessa preghiera rivolge anche, nel
Canon Mùsae, il celebrante al Signore affinchè guardi con
occhio propizio l'ollci!a di lui e l'accolga, •■ sicuti aecepta
habere dignatus es ninnerà pueri lui insti Abel .

Tale è pure il significalo della offerta di Caino e di Abele
rappresentata nella scultura funeraria. Escludo le pitture,
perchè, fino ad oggi, non se ne trova nessun esempio. Con
questa scena l'artista intende dunque raccomandare la sua
preghiera per il defunto, espressa nelle altre scene sacre,
Scolpite sul sarcofago.

La scena fu composta verso il principio del secolo in.
quando la guerra degli eretici contro gli scritti del Vecchio
Testamento fu nel massimo furore. La scena non è cosi
rara, come qualcuno asserì '. Alle nove sculture pubblicate
dal Garruccì e dal Le Blant ', possiam■> aggiungerne otto,
due delle quali assai frammentane, ma sicure \ Una delle
nove pubblicate non esiste che nella copia del Bosio, inservi-
bile per i particolari '.

La composizione è molto chiara. Riceve l'offerta quasi
sempre un personaggio in abiti saeri e barbato, dunque Dio
Padre, di solito seduto su una roccia. Egli fa con la destra il
gesto oratorio e stringe con la sinistra un rotolo o il lembo
del pallio; in una rappresentazione siede sul faldistorio, in
altre tre, sulla cattedra. In due casi l'offerta non si fa a Dio
Padre, ma, sul sarcofago di l'eri in > (tal-. CXi'l, j), al Verbo,
e sopra un frammento inedito a tutte e tre le Persone di-
vine {tav. CLXXXXI, 5). L'ultima scultura si distingue
anche per la mancanza di Caino; sulle altre sedici sono pre-
senti ambedue i fratelli. Caino offre ordinariamente un
manipolo di spighe, in due sole scene un grappolo d'uva;
Abele poi offre sempre una pecora. Entrambi sono giovani
imberbi, ciò che ricorda il <■: puer » della preghiera del Canon

Ver l'atteggiamento di Dio Padre, che è sempre seduto,
la scena si prestava assai per gli angoli, sia destro, sia sinistro,
dei sarcofago. Essa occupa invero su quindici sarcofagi l'angolo
sinistro, e su uno, l'angolo destro. Soltanto sul sarcofago di
Fermo la vediamo nel centro della fronte.

i. La più antica e più bella scultura usci dagli scavi ese-
guiti, una ventina di anni fa, a S. Sebastiano: è l'angolo sini-
stro di un sarcofago a una zona. La scena è quasi completa.
Guardando la pecora, offerta da Abele, Dio Padre fa cori
la destra il gesto oratorio e con la sinistra strìnge un lembo
del pallio. Caino, col suo manipolo nella destra, fu dall'ar-
tista visibilmente negletto; egli è in parte coperto dalle figure
di Dio e di Abele. Nel fondo sorge una torre merlata, rap-
presentazione rudimentale della citta celeste, della regìa caeli,
come suole chiamarla s. Damaso . L'eccellente lavoro asse-
gna la scultura alla prima metà del secolo MI. La speranza di
trovare le scene mancanti del sarcofago, s'è realizzata soltanto
per la metà destra; il resto venne colmato, «speciminis gra-

Tam. CXXXXII. : e -■; CLXXXn, i: CLXXXXI, -,
 
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