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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0068
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li III, - Foriiiu oriliiuiriii del surrijììiu iirll'c/ioai iliihi pace

sminivi può benissimo esistere accanto ili significato generale
della scena intiera.

L'aitate, infine, ha di solilo la forma dell'ira con, la
patera e il st'iiipitliuii, presa dall'arte classica.

Noi due piccoli sarcofagi con coperchi, rinvenuti l'anno
(826 nel territorio di Ficulca, vicini) alla basilica di S. Ales-
sandro sulla via Nomentana, abbiami) delle arche ordinate
espressamente per. ricevere le salme di due fratelli, Seito
Acena Orso e Sesto Acerra Lupo, Entrambi morirono giova-
nissimi, in età l'uno di sci, l'altro di sette anni, caso che
richiama alla mente l'iscrizione pubblicata dal Marini: Quis
non dotai! uni t/iiis non lugetit super nos rerum hoc tantum
scehis 11. LXVH dieb. tres dulces nos film obtulàse d(e)o '.

Siccome «lo scavo era l'alto per comando di S. E. il
signor principe Borghese » ', ambedue i sarcofagi furono
trasportati coi loro coperchi nella villa Borghese. • Dopo le
devastazioni quivi fatte durante l'assedio di Romanci 18491.
il de Rossi li vide » mutilati; ed in uno solo rimanevano nel
coperchio le lettele delle dm- ultime linee, in quello di Sesto
Acerra Lupo « '. Il sarcofago di questo ci interessa qui in
modo particolare (1,52x0,50, (ito. CCI1I, 1). È a cinque scom-
partimenti; all'angolo sinistro si vede il sacrifizio di Abramo,
di contro !a guarigione del cieco nato, e nel eentro la figura
del defunto fanciullo in tunica discinta e scarpe, col rotolo
nella sinistra e con la distra alzata in atto di parlare. Il viso
è irriconoscibile, come pure quello del cieco. Del coperchio
non resta più niente, né alla villa, né al Musco del Campi-
doglio, dove si conservano ora i due sarcofagi. Dalla descri-
zione dovuta all'Amati sappiamo ohe esso conteneva tre scene
di Giona: - Nel coperchio havvi più consuetamente Giona
precipitato dalla nave, e poscia vomitato dal mostro, e gia-
cente sotto la pianta» ecc. '; nel centro era la semplice cartella
senza putti, con la seguente iscrizione: SEXTO ACERRAE
LVPO DVLCISSIMO Fifl.lO QVI VIX1T ANN|IS ■ VII MENS
VII! VRBANVS ET IVSjTINA PARENTES . AMANTISSIMI •

Del coperchio del secondi) sarcofago (tav. LV1, 2) s'è
salvata la metà sinistra in ottimo stato, coi busto del gio-
vinetto Urto, rappresentato davanti una tenda artisticamente
drappeggiata, e con un'iscrizione un po' più lunga dentro
una cartella ; SEXTO ACERRE VRSO SANCTO QVI VI-
XIT i ANNIS ■ VI ■ MENSES ■ VI» ■ \ F1LIO DVLCISSIMO |
VRBANVS : ET IVSTINA . PARENTES SANCTO HISPIRITO
VRSO IN PACE [tav. LXXXIV, 3). Cartella e tenda sono
sostenute da putti con ali, o genii , come scrive l'Amali.
Nella metà destra era ■< un vaso da frutta sostenuto da due
gcnii »"'' ed agli angeli testi: ornamentali di giovani Con Capelli
beccolati. A tav. CI.XXIX, 1, diamo una ricostruzione de!
coperchio, secondo uno simile esistente tuttora col suo sar-
cofago in silu nel cimitero vicino a S. Lorenzo. Contraria-

mente all'opinione erronea di altri ', esso apparteneva, come
abbiamo detto, al sarcofago coi due linoni Pastori, che nel
centro, invece della figura del defunto, offre una botte, sog-
getto puramente ornamentale. Perciò il ritratto fu riservato
al coperchio, mentre il fratello Lupo appare nel centro della
fronte. Del resto l'atteggiamento di entrambi è quello con-
sueto dei defunti, nel senso da noi spiegato.

Fra i soggetti hiblici i genitori scelsero bene a proposito
il sacrifizio di Àbramo, per manifestare la disposizione d'animo
con cui hanno offerto a Dio i loro figli, avendo, come il
patriarca, la ferma fiducia, « quia et a mortuis resuscitare
potens est Deus ;. Nella guarigione del cieco è espressa
la fede alla divinità di Cristo che, da Buon Pastore, porta
l'anima del defunto al paradiso. Finalmente il vaso di frutta
allude alla felicita eterna, ionie si vedrà in alcune rappresen-
tazioni del passaggio del Mar Rosso.

Quanto all'età dei due sarcofagi, sottoscriviamo al giudizio
del maestro che li stima « non anteriori al periodo del secolo
terzo volgente al quarto» .

Secondo un'abitudine molto diffusa, che invalse anche
nell'arte provinciale, gli scultori solevano, sui sarcofagi colla
imago clipeata — sia in conchiglia o semplice tondo—-rap-
presentare in alto la mano divina, che da una parte ritiene
la spada di Abramo, dall'altra consegna la legge a Mosè. Su
un meschino frammento del Museo di S. Callisto è omessa,
per mancanza di spazio, la mano divina, ma che vi sia stato
il sacrifizio, lo prova la spada {tav. CLXXXXIV, 5). Cosi
anche in questi casi possono bastare frammenti piccoli per
una ricostruzione sicura (tav. CV, ó). II sacrifizio si trova
di solito a destra, Mosè a sinistra della imago. Raramente
l'ordine è invertito, come sul sarcofago ■• de la chaste Su-
zanne » e su quello, da me ricostruito, del Museo di Berlino
(taw. CLXXXXV, 4; CCV, 4).

Uno degli esempi più antichi e il più interessante di tutti,
è il sarcofago dei due fratelli {tav. LXXXXl), su cui nella
scena appresso al sacrifizio, Pilato non giudica Cristo, a bella
posta omesso, bensì Isacco: typus enim erat luturae pas-
sionis Dominicae , per dirlo colle parole di Mei itone'. Questa
scena fu malamente copiata sul sarcofago ora citato » de la
chaste Suzanne». '

Il valente artista provinciale aggiunse Cristo che non
trovò nell'originale romano, ma lo aggiunse in maniera
da farlo diventare figura secondaria, troppo nascosta dal
servo che laverà le mani a Pilato e da uno dei seniori,
che contempla Susanna. Il sacrifizio mutò luogo e fu
messo a sinistra della imago clipeata. Vi manca l'ariete, e
Isacco fu collocato sull'ara. In Abramo poi, che si prc-
senra di schiena, è visibile l'influsso della liirtira di Mosè
nella traditili legis. Cosi l'importante simbolismo andò per-

, 1S9Z, p. 48: •Nel capere!

lo --; ■i.-i.-i-.'ìi.- e riprodotto da


 
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