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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0147
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Capo li. - Scene della vita pubblica ili Nostro Signori-

cheèu

.e del Garrucci. Gli evangelist
un solo uomo i salito sull'albero i per vedere il Signore,
e quest'uno è Zaccheo. L'errore e anche più manifesto in
quanto che nel testo greco non si parla di alberi, bensì di
a-Toiiìdcn c< rùk irfpOr', dunque di piante, come p. e. la
ginestra. Ciò non di meno E. Le Blant segui il Garrucd,
prendendo Zaccheo nel sarcofago di Clermont, per un per-
sonnage monte dans un arhrc >, e quello del sarcofago di-
strutto di Poiticrs ((«.. CXXXXVIII.I) per «un Juif re-
gardant du haut d'un arbre »a.

A noi la fusione di due scene disparate non fa meraviglia
né ci riesce nuova. Una fusitme simile, per citarne un esem-
pio, capitò di rilevare nel lui!! fimo di Cornelio e la prima
cattura di Pietro: quello ebbe luogo a Cesarea, questa in Ge-
rusalemme; eppure i soldati di polizia arrestano l'apostolo
alla fonte, cioè mentre egli sta battezzando Cornelio. Ab-
biamo quindi la fusione di due scene accadute non solo in
luoghi, ma ancia in tempi diversi, giusto come Zaccheo assi-
ste sull'albero all'ingresso di Gesù in Gerusalemme, cavalcante
un'asina, mentre in realtà lo vide passare a piedi perGerico.

È vero, tali anomalie ed altre che ci accadrà di notare
in seguito, urtano non poco contro la storia sacra. Ma gli
artisti antichi non hanno la più lontana idea di offrirci una
storia illustrata; questa deve, al contrario, piegarsi alle esi-
genze ed allo stupì) simbolicn: essi vogliono presentarci in
Zaccheo un vero Israelita, uno che in Gesù Cristo riconobbe
il promesso Messia; » ... festinans descendit et excepit illuni
gaudens « '.

Zaccheo diventò in tal guisa una figura parallela al centu-
rione di Capharnaum, il quale non si stimava degno di rice-
vere il Signore in casa sua,dicendo:-Domine, non sumdignus,
ut intres sub tectum meum... ■ ', parole memorabili, che ogni
giorno vengono sulle labbra di migliaia di fedeli.

Può essere che alla fusione delle due scene di Zaccheo
abbia contribuito in qualche modo il racconto di Matteo e
Marco secondo la Volgata, i quali parlano espressamente di
uomini che ■caedebant ramos de arboribus et sternebant in
via»5. Invece di farci assistere a questo atto secondario, gli
artisti, come si disse, lo suppongono e mostrano i rami O già
sparsi sulla strada o, più spesso, nelle mani dei festeggiane,
e Zaccheo sull'albe]-" a! post" degli ■ homines qui caedebant
ramos. » Ci resta ancora da aggiungere qualche parola spe-
ciale sull'entrata in Gerusalemme.

trionfale del signore
in Gerusalemme.

Nostro Signore, volendo manifestare in modo solenne la
Sua dignità di Messia e adempiere la profezia di Zaccaria, fece
l'ingresso in Gerusalemme seduto su un giumento, preceduto
e seguito dagli apostoli e dai discepoli, ed acclamato da una

Di questo avvenimento parlano tutti e quattro
gli evangelisti", prova evidente della sua importanza e ra-
gione sufficiente per essere adottato dall'arte cimiteriale, ma
soltanto dalla scultura, perchè la sua composizione richiede
troppi elementi.

San Matteo insiste anzitutto sul lato profetico: « Hoc
autem totum factum est, ut adimpleretur quod dictum est per
Prophetam dicentem: Dicite filiae Sion: Ecce Rex tuus venit
tibi niansuetus, stdens super asinam et pullum filium subiu-
galis ». Cosi l'evangelista, riportami» la profezia di Zaccaria1.
A questo passo si sono ispirati quegli artisti che nella rappre-
sentazione dell'entrata introdussero, oltre l'asina cavalcala da
Nostro Signore, un somarcllo che accompagna la madre.

In origine le rappresentazioni dell'ingresso, insieme a
quelle che seguono l'annunzio della visita, dovrebbero arri-
vare forse ad una trentina". Delle inedite il Museo di S. Cal-
listo ne possiede una quasi intiera, oltre i due frammenti
menzionati dianzi; d'una quarta il cimitero di Domitilla ha
dato due frammenti, l'uno di Zaccheo, l'altro di Gesù col-
l'apostolo che io seguiva; poco manca invece ad un quinto
esempio, quello d'un sarcofago barbaramente rotto in pezzi
e trovato a S. Lorenzo fuori le mura. Anche quello del Kaiser-
Friedrich-Museum di Berlino è quasi intiero, addirittura in-
tegri quelli dei sarcofagi della Storta e di Berja, Infine
possiamo aggiungere quello scolpito sul fianco destro del sar-
cofago di S.Trofimo ad Arles,di cui il Le Blant e il Carnicci
pubblicarono una copia incompleta" (taw. CU, 2; CCV, 4;
CCXIl, 2; CCXXV, 1 e 3; CCXXXV, 2; CCXXXXII, 1).

I tre primi evangelisti raccontano che gli apostoli posero
sul giumento i loro mantelli, ipti™, come precisa meglio il
testo greco, e vi fecero sedere sopra Gesù "'. Di questa sella
improvvisata non si vede mai traccia. La bardatura del giu-
mento è di solito molto sommaria e si riduce alla sola ca-
vezza; una o due volte manca anche questa. Di rado sono
aggiunti altri linimenti; i più ricchi si vedono nel grandioso
sarcofago uscito al tempo del Bosio dalla basilica del prin-
cipe degli apostoli e poi ridotto in pezzi nella villa Bor-
ghese; monumento assai pregevole per l'antitesi delle sue
rappresentazioni: all'ingresso trionfale di Gesù risponde la
condanna pronunciata da Pilato, dunque -AVOsaiinti il Cruci-
fige,e in mezzo a queste due scene il Signore istituisce il regno
della Chiesa con s. Pietro a capo (tati. CLI, z).

Ad eccezione d'una scultura {tav. CCXXXV, 4) di Co-
stantinopoli, d'età incerta, Zaccheo si vede in tutte le rap-
presentazioni assistere all'entrata ", sicché tutte rivelano l'in-
flusso del vangelo di s. Luca che, solo, racconta questo
episodio, e lo racconta poco prima dell'entrata.

II corteo muove sempre da sinistra a destra, perchè
Cristo, veduto quasi di profilo, deve avere la mano destra li-
bera per il gesto oratorio; la sinistra Stringe di solito il vo-

1314, 21 s; 317,4:322.1; 334,2; 348, i;3J»,

H 3*5-'13*7. ai 372. a

aw. XII, 1; XVI, a; p. 67, LXV.

;. Le Buiki, Aria.
 
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