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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0164
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culla destri! (uni distrutta), liii-r stanta verticale, che è
in cima dove, con motta probabilità, era fissala una
piccola traversa serre gei i-.r» stiAiglic di cucina, come fa aup-
i, fi/In. c|uale allusione ai viveri. Tali
figu re i cconono, in gran numero ed in ottimo stato, nelle

rappresentazioni del treno nei rilievi della col......i tra

lana ' L'ultimo

soldato, visibile

soltanto dall'orlo

: della

i, compi mlia'
finestra e largii ingresso. Di s
cavallo: esso è imbrigliato e sellalo, r
guidato da nessuno; la gualdrappa adorna delle e
frangie, è assicurata con panciera, pettorale e sottocoda.

Perchè il cavallo è solo?

Nelle sculture delle colonne di Traiano e di Marco Au-
relio, il cavallo senza cavaliere viene sempre condotto per la
briglia da un soldato; e se è solo, appartiene all'imperatore,
di modo che dalla sua presenza si può arguire con certezza
che l'imperatore deve, o doveva, trovarsi 11 vicino ''. Ancora
più a proposito sono per noi 1 rilievi dell'arco di Costantino,
raffiguranti la presa di Susa: ivi il eavallo senza cavaliere non
è condotto da alcuno ed è separato dall'imperatore soltanto
da due guardie del corpo, protettore! sacri laleris. Per age-
volare il confronto, riproduciamo la parte che ci riguarda
(tav. CCXXXXII. 5). Simile- sarà stato, per la composizione,
il gruppo del nostro frammento. V. noi possiamo riportarci
con maggior sicurezza ai rilievi dell'arco di Costantino, più
0 meno contemporanei, poiché la battaglia decisiva al ponte
Milvio fu, cerne vidimimi, iji.i da Eusebio messa in relazione
colla disfatta di Faraone nel parsasi L'in del Mar Rosso, dove
costantemente ritorna l'uomo col sacco arrotolato attorno
al collo. Essendo sialo tolto in presi irò per indicare i viveri,
questo particolare determina, in sostanza, il supplemento
della nostra scultura: come gli Israeliti avevano da compiere
un lungo viaggio, cosi le truppe rapprese ni ate sul frammento
debbono supporsì all'inizio di una lunga marcia.

Ben s'intende che deve trattarsi d'una marcia che ebbe
un'importanza particolari nella storia di Costantino; di una

del Signore ;v«)

una marcia inoltre, che si adatti ad una rappresentazione
funeraria. Ora nella storia di Costantino noi troviamo una
sola marcia che soddisfi a tali condizioni, quella cioè in cui
l'imperatore ebbe- la visione della Croce, onde la formazione
del labaro spesso riprodotto, come vedemmo, nelle rapprc-
sentazioni della Anastasis. Tutto calcolato, sembra lecito
completare come visione di Costantino la parte mancante
del nostro frammento [tav. al., ;;).

Per integrare in questo senso la scena distrutta, ci bastò
jsik' ungere al cen-
turione i due pro-
delia scul-

dovettero modificarsi e ia mossa della testa e il gesto delle
mani, essendo i momenti figurati nelle due- scene del tutto
diversi: sull'arco di trionfo, Costantino dirige l'attacco vit-
torioso contro la città di Susa, dando ordini colla destra ele-
vata nel gesto oratorio; sul frammento, invece, egli dovette
alzare gli occhi e le mani verso l'appai in ione celeste. Per l'at-
teggiamento della testa e delle mani ci somministrò gli ele-
menti necessari uno dei Re Magi che, nella scena di Erode,
stanno contemplando l'apparizione della stella. Finalmente,
come oggetto dell'apparizione, abbiamo scelto il mono-
gramma di Cristo, chiamato sr°iiu(m) Christt nelle quattro
iscrizioni citate dianzi, in una delle quali ha l'asta trasver-
sale per esprimere la croce [fig. 201, p. 322).

I tre soldati e il caio camminano con indifferenza; come
retroguardia si trovano ben lontani dall'imperatore e non
hanno ancora visto nulla di quel mirabile fenomeno. Al con-
trario il cavallo è inquieto, evide n teine» te perchè osserva
qualche cosa di straordinario, Questa altitudine lo distingue
dal cavallo dell'arco, che incede tranquillo. Tale differenza
non la credo fortuita, ma intenzionale e fondata sul fatto
che gli animali hanno talvolta un senso più fino degli
uomini per accorgersi di certi fenomeni straordinari, fatto
che l'artista potrebbe aver applicato al caso presente, che,
del resto, non è solo. Descrivendo la scena della natività
dipinta in una chiesa ili ( ,-mm. Cori/io : dice che non appena
l'angelo ha annunziato la nascita del Salvatore ai pastori,
questi si mettono in cammino verso il luogo della nascita,
lasciando il gregge al ricco pascolo presso una sorgente e in
custodia al cane. Ora, mentre le pecore continuano a pasco-
lare e a bere-, come di solito, il cane, p*ù intelligente,



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