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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0196
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I'ii'iiIIÌIDii *ro[>rrl,r

UN'ULTIMA SCOPERTA.

Ero giurilo al termine del mio lavoro quando mi venne
notificata la scoperta di un bel sarcofago avvenuta il i" set-
tembre (1932). Trattandosi di rappresentazioni dei principi
degli apostoli, e in modo particolare di s. Pietro, eredo utile
includere, sia pure fuori posto, una descrizione ed una copia
fotografica dell'importante monumento (fig. 222). È un sar-
cofago a cinque scompartimenti, come quello scoperto poco
prima, di cui si parla nella Prefazione di questo secondo
volume. La sua decorazione si riferisce tutta quanta alla
risurrezione di Cristo. Nel centro, VAnastasis fra gli apo-
stoli Pietro e Paolo quali rappresentanti del collegio apo-
stolico e nella consueta attitudine di acclamare il nome vit-
torioso di Cristo risono. Paolo tiene nella sinistra un volume
chiuso, mentre Pietro stringe la lacinia del pallio davanti
al petto. La Croce è piantata sopra una piccola altura che
significa il monte dal qoale Cristo sali al cielo; nel fondo,
in alto, due palme con datteri, soltanto indicate.

Agli angoli sono effigiati Pietro e Giovanni, cioè i due
apostoli che per primi -1 accorsero ■> al santo Sepolcro, po-
tendo così constatare, coi propri occhi, la risurrezione di
Nostro Signore. Lo racconta s. Giovanni eoo i minimi par-
ticolari. Essendo più giovane, egli arrivò il primo, ma forse
per riguardo al Capo del eoilc^io jpnsinticti, lasciò en-
trare Pietro: « Vcnit ergo Simon Petrus sequens eum, et
introivit in monumcntum, et vidit linteamina posila, et
sudarium. ... 'fune introivit et ille discipulus, qui venerai

redidìt, nondut

sciebant Scripturam, quia oppoitebat eum a mortuis resur-
gcrcn'. Come autore del vangelo, Giovanni tiene il rotolo
ostentatamente con entrambe le mani. Per meglio sepa-
rare i due apostoli dal gruppo principale, l'artista li collocò
sopra piedistalli. l'ietro fa colla sinistra lo stesso gesto di
prima; ma con la destra è in atto di parlare. L'Anailasìs
effigiata nel campo centrale ci fa pensare che l'artista, 0 chi
lo ispirò, abbia voluto ricordare il discorso memorabile
sulla risurrezione di Nostro Signore, pronunciato dall'Apo-
stolo nella Pentecoste davanti ai Giudei e in presenza degli
undici, che lo spettatore ha da supplire in spirito: » Hunc
lesum resuscitavi! Deus, cuius omnes nos testcs sumus. ...
quia et Dominum eum et Christian fccit Deus, huhc lesum,
quem vos crucìfmstìs » ". Queste parole vengono anzitutto
in mente, guardando la figura molto espressiva dell'Apo-
stolo. È da notarsi ehi se l'artista dette alla sinistra di
s. Pietro lo stesso atteggiamento di prima, ciò fece per indi-
carlo con maggior sicurezza. Ad ogni modo è importante il
vedere ripetuto due volte il Principe degli apostoli sopra un
sarcofago come quello in parola. Esso sta ancora in siili, nel-
l'abside d'un mausoleo occupato in parte dalla navata destra
della basilica apostolorum; la sua decorazione è quindi in per-
fetta armonia col luogo de! ritrovamento. La bontà del lavoro
lo assegna alla prima metà del secolo iv. D'un secondo sarco-
fago collocato li presso è purtroppo rimasta la sola impronta.

r. Ap.. 2. 32 ■
 
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