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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 3): Supplemento — Rom, 1936

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https://doi.org/10.11588/diglit.2083#0032
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il letto e prostrala la madre, con le mani protese in atto di
supplica, ora distrutte.

La scena ha pertanto una grande somiglianza con quella
dei sarcofago del Museo di Arlcs, la quale è perù d'un la-
voro migliore: le pieghe sono più profonde e cuneiformi,
mentre quelle del sarcofago dell'Arno, sebbene Mano rifinite,
tradiscono, nella loro forma di solchi, l'uso del trapano. Cristo
consola gli apostoli in maniera quasi identica: ma a sinistra
non vediamo il battesimo simbolico ili Cornelio, bensì i in
fanciulli babilonesi, che rifiutano l'adorazione della statua,
ordinata dal re Nabucodònosor. Pure questa scena offre il
solito tipo; la Statua ha la stessa forma d'immagine dipinta

rinvenuto più tardi '. [vi appunto c la scena nuova, disgrazia-
tamente un po' danneggiata. Siccome la biografìa non rende
bene tutti i particolari, approfittando del mio soggiorno a
Montpellier ', mi recai a Tolosa, per poter esaminare la scul-
tura originale: Pietro, seduto in cattedra, ha la sinistra sul
ginocchio e con la destra distrutta (da noi rifatta nella lacuna)
stringeva un oggetto stretto, il quale è troppo lungo per un
indice, ire pnò rappresentare un rotolo che non si tiene inai
cosi, ma potrebbe essere, invece, una chiave coli'ingegno
rotto: l'Apostolo farebbe, se non c'inganniamo, il gesto di
aprire a un dipresso, come la Vittoria tiene tante volte la
corona, col gesto di metterla sul capo del vincitore che deve

in una tabula, come sul frammento del Museo di S. Sebastia-
no (lai: CC, 4). Solo la tunica eccessivamente lunga dei tre
fanciulli distingui questa rappresentazione da quelli- romani
e dalle galliche dipendenti da Roma, assegnando il sarcofago
dell'Arno ad un artista provinciale.

Salvo qualche scrostatura e ottusioric di visi, lo stato del
sarcofago è discreto; l'asserzione di D. Levi che .tutto il
personaggio angolare a destra fosse .scomparso"' è quin-
di inesatta. Secondo l'esame accurato, cui, a mia domanda,
il prol. Antonio Minto, ha sottoposto il sarcofago, a quel
. personaggio angolare " non manca clic .. la parte anteriore
del viso e del petto ". La fronte del sarcofago e, dunque,
intiera; vi erano sempre, anche prima, soltanto le tre scene
che vediamo oggi. La copia fotografica che pubblichiamo
{tao, CCLXXXVII.l), la dobbiamo alla squisita cortesia del
medesimo prol. Antonio Minio, di ehi gli rendiamo pubbli-
che grazie.

L'avvicinamento dei tre fanciulli rifiutanti l'adorazione
della statua ebbe di conseguenza la constatazione che il
Frammento ilei Museo di Aix cogli stessi Fanciulli completa
quello rimasto In Arles, di cui parlammo poco prima'. A
/ig. _'/.' diamo i due Frammenti Muniti, che costituiscono la
Fronte intiera del sarcofago. Ora si vede che Cristo docente
era giusto nel mezzo, conte sui sarcofagi dell'Arno e della
cappella Albani. Il sarcofago di Arles è quindi rappezzato.

§ 4. - Scena nuova dì s. Pietro?

Un soggetto del tutto nuovo ci si presenta sopra un sar-
cofago proveniente dal cimitero di S. Saturnino (Samt-Sernin)
di Tolosa, ora nel Museo di quella città {tao. CCLXXXXI. 1).
Quando lo pubblici! E. Le Blant, mancava l'angolo sinistro,

' U impera si dee alili Hans vnn Scbocncbeck.
* Cauli. uv.XL, », p. ne.

essere supposto. Pietro sarebbe, dunque, in tal modo quali-
ficato come ciavìger, privilegio che sulle sculture più antiche
è espresso nella scena della tradititi clavium. Nel fondo un
santo in piedi e con un rotolo nella sinistra, tocca il braccio
sinistro alzato d'un giovane che nella destra parimenti alzata
stringe un oggetto la cui Forma nello stato attuale, priva di
colore, è un pò vaga, ma che con due tocchi di pennello può
offrire un giglio, noto simbolo della purità. Il giovane lo
mostreu bbi pel motivali, la preghiera ili essere .immesso
nel paradiso: egli sarebbe, dunque, il defunto cui l'Apostolo
aprirebbe la porta per ammetterlo alla felicità eterna.

Avendo però riguardo alla novità di queste due rappre-
sentazioni d'arte provinciale ed allo stato difettoso delle scul-
ture, diamo le nostre ipotesi, specialmente la prima, con la
massima riserva. Suppostane la giustezza, lo scultore si sa-
rebbe espresso con sufficiente chiarezza. Ma la sua opera
non è punto un capolavoro: i componenti della scena fun-
gono più che mai da semplici tipi d'una significazione de-
tcrminata, che si compongono per formare la scena, come il
tipografo compone i suoi caratteri per formare II testo.

La scena vicina è Fra le più ovvie; essa mostra una
donna velata, la quale, nel consorzio dei santi, prega per i
superstiti. Nel centro Cristo moltiplica i pani e 1 pesci offer-
tigli su scodelle da due apostoli in presenza di due altri, ef-
figiati nel Fondo. Appresso, il Signore guarisce il cieco nato,
ponendogli due dita sugli occhi; l'apostolo assistente alza la
destra in atto di meraviglia e colla sinistra, tutta contorta, Fa
il gesto di parlare. S'intende che l'artista non aveva più una
chiara conoscenza della applicazione dei gesti. I) cieco sì ap-
poggiava ad un bastone, riconoscibile ai punti d" attacco.
Cristo si vede di schiena, come in altre rappresentazioni del
medesimo soggetto'.

i Vedi cafii VI/I.

s Tarn,. LXXXXÌ. CXXVI. I; CCXXIX. 3 t
 
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