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:IIO MONUMENTI ANTICHI
sur una clava-nel rovcscio d'una medaglia di Pescennio 1, Te non che difFerisce
nel numero plurale della parola @ehn ; leggendoli perciò : nPONOlA ©EstN, con-
forme si esprime Plutarco , allorché discorre della provvidenza 1j sebbene appo
lui anche il /ingoiare trovai! unito con la parola n<róvotctì, com' anche pressb
d' Euripide 4 . L'autore che citerò di sotto, nel pubblicare la suddetta medaglia ,
si contenta d'accennare j che sendo solito trovarli questo tipo nelle medaglie di
Tiro 5 possa esTere (lata coniata nella medesima città .
Sopra di ciò m'è venuta un' idea la quale potrebbe mettere il tipo in qual-
che relazione con IJ epigrafe -, la propongo però come una mera conghiettura ,
e forsè più ingegnosa che vera . Supponendo Prometeo espresso nella parola
UPONOiA , l'aquila che posa sopra una clava, potrebbe figurare la di lui allego-
ria propongane da Diodoro *. Asterisce questo stoiico che la favola dell' aquila ,
divorante!! il fegato di Prometeo , con Ercole che uccidendola libera costui da
quel tormento, sia un accidente travestito . Dice perciò egli j che l'aquila è
T immagine del fiume Nilo -, detto prima Oceano , c poi aquila * , a cagion del
rapido suo corso s eh' essendo un tempo 1' Egitto rimasto sommerso e devastato
dall' innondazione di questo fiume , Prometeo , che allora era He d' una di quel-
le parti, se ne accuorò tanto che si diede la morte* e finalmente che Ercole giun-
to là in tempo di quella deslazione, trovò il modo di far argine al trabocca-
mento del fiume e di farlo star nel suo Imo. La cosa medesima dicesi dal Banier7,
ma costui, avendola appresa da Huezio, sebben v' aggiugne qualche cosa del
suo, riferisee ad Erodoto ciò che si legge in Diodoro. Ma torniamo a noi :
l'Ercole poc' anzi detto non può enere il Tebano, ma uneroe dello stesio nome
molto anteriore di lui8 com' era l'Ercole figliuolo di Giove e d' Arteria 9 j o il
Fenicio e Tirio IO , detto da questi popoli M«*x*pro5 " , sicchè una tal distinzione
potrebbe combinarli col tipo d' una medaglia di Tiro città della Fenicia: sebbene,
non potendo/] dimostrare che la medaglia , di cui si tratta , sia di Tiro, può
- dubitar/i, eh' ella sia stata coniata in qualche città d' Egitto.
Stante la suddetta notizia del Nilo , non sarebbe per avventura dissìmile dal
vero che l'immagine del nostro intaglio potette rappresentarne il fiume Nilo me-
desimo ; e all' idea corrispondono sì i putti sì la chioma della testa ; impercioc-
ché questa chioma, particolarmente dalla sronte ingiù, ove distesa,sembra mostrare
eh'eli'è bagnata così come d'esser bagnate ne additano tutte quelle delle statue
de' fiumi. Le figure del Nilo poi hanno quali tutte de' putti più o meno , i quali,
come ognun sa, additavano i cubiti, della creseenza di questo fiume secondo la
quale era prodotta la maggiore o minore fertilità dell'Egitto, e furono perciò detti
Èfajì, cubiti11. Otto putti si contano allo stesio fiume in un piccolo bassbrilievo
d1 avorio 13 ; ma la figura del Nilo deseritta da Filostrato, la statua nel cortile
di Belvedere , ed una statuetta nella villa dell'Emo Alessandro Albani, hanno fino
a sedi-
CO Boze resi, sur les med. de Pescen. p. 109. Eustath. in Odyss. a'- p- 1702.1. 51.
(2) ntpì T. 'txÀtA. XP»S- P-7 34- 1.28. (io) Pausan. L.5-P-44S'1-18. Lu cian. de Syr. Dea,
(3) ntpì Ti iwl yjttxv Vr1, liùnvQ. p. 722.1, 25. P-6s7»
(4) Orest. v. 11?9. (t 1) Euseb. priep. Evang. L. 1. p.24. |, j6i Scalig. not.
(5) l. 1. p. 16. d. in Grajc.fragm. p. 2S.
(6) Conf. Schol. Apollon. Argon. L. 2. v. 1252. (12) tucian. Rhet. prajeept. p. 3„, Philostr. L. x.
(7) Mythol. T. 3. p. 468. Icori- 5. p. 769-
(8) Philostr. Vit. Apollon. L, 2. c. 3. p. 51. (13) Euonar. o(s. sop. ale. med. p. 328.
($>) Cic. de nat. deor. L.3. ciò. Strab, L.15. p.<S88. G.

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