PARTE SECONDA
217
Vili.
Con Ulisse e col ritorno suo a Itaca finisce, secondo il fiìosofo Proclo , quel
che dagli antichi dicevasi Circolo mitico, Kvxhoq ixvBikòs 1, cioè il tempo favoloso >
e questo monumento di terra cotta riferito al Num. 161. ed attenente al museo
del collegio Romano, rappresenta il riconoscimento dello stesto eroe > quando
egli dopo molti anni rividde Itaca sua cara patria .
Tornato in quest' isola, fu tosto riconosciuto dalla sua nutrice Euriclea 5 che
in atto di lavargli i piedi, come si solea fare ai forestieri, scoprì nella di lui gam-
ba la cicatrice . Essendo questa sopraffatta da piacere e da timore , ed avendo per-
ciò ssargato le mani, le sfuggì il piè d' Ulule , che nel cadere urtò con impeto
jl vaso dell' acqua , e lo rovesciò . Tu sei il vero Ulisse, gli dissè , e non t' ho
riconosciuto prima di toccarti e vederci Je gambe . A queste parole le chmse Ulis-
se la bocca con la mano 5 perchè non divulgale il suo arrivo . Dietro a luì
sta Eumeo suo porcaro , celebre negli ultimi libri dell' Odisiea . Si potrebbe qui
applicare, quantunque UlisTe sia scalzo > il proverbio greco: Aejj/o* «$ vv^usta,
àzlvipov «s TTo^òvi-n-Tfov j il pie dejlro sieli a /carpa > il Jtmjìro nella conca > che diceasi
di coloro i quali sanno adattar/i alle contingenze .
Il medesimo soggetto vedesi espressò con qualche diversirà in una patta anti-
ca j ed in una gemma del museoStoschiano;*.
CAPITOLO XXXIV.
MONUMENTO INCOGNITO
L'Ultimo monumento di questa seconda Parte , posto al Num. 161. è un fram-
mento le cui figure sono incirca della stessa grandezza , in che qui sono
espostc, e trovasi fra altri già pubblicati dal Ficoroni J, ma prcso da un disegno
poco esatto, ove non si c osiervata nè la figura principale diademata, nè la co-
razza nè le bande che le cadono giù dalla /palla . Figurandosi poi il suddetto
antiquario di riconoscere in una delle tre teste qualche somiglianza con quella
di Socrate, si persuade che in questo marmo russe stato figurato un colloquio
di filosofi.
La stampa da me riportata è stata presa da un disegno del pittore Pier Leone
Ghezzi 5 che si ritrova nella biblioteca Vaticana. V ho poi replicata non con al-
tro motivo se non Per provare che poiTono incontrarli de' soggetti, come questo 9
asfatto incogniti 5 e che non ne danno alcuna speranza di poterli illustrare .
Per altro nella figura diademata è senza dubbio esfigiato qualch' eroe guer-
riero , e 1* attenzione dello sguardo in tutte le tre figure ne indica espresto un
qualche fatto rilevante > eli cui però si sarà per avventura perduta la memoria in-
sicine con la precisa notizia di tanti altri avvenimenti già celebri. E nel vero quan-
to sono fiati decantati da Simonide , Euforione e Teocrito gli Alevadi e gli Sco-
padi, personaggi di due famiglie di Tessalia ricchilsimc e potenti, i quali domi-
navano in molte isole vicine ? come si rileva da Erodoto > da Aristotele e da Dio-
fi e doro
(j) Chrestomath. ap. Phot. bibl. p. 521.1.
(2) Descr. des Pier. gr. du Cab. de Stosch, p. 401. a« 362. 63.
(j3 Maschere.
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Vili.
Con Ulisse e col ritorno suo a Itaca finisce, secondo il fiìosofo Proclo , quel
che dagli antichi dicevasi Circolo mitico, Kvxhoq ixvBikòs 1, cioè il tempo favoloso >
e questo monumento di terra cotta riferito al Num. 161. ed attenente al museo
del collegio Romano, rappresenta il riconoscimento dello stesto eroe > quando
egli dopo molti anni rividde Itaca sua cara patria .
Tornato in quest' isola, fu tosto riconosciuto dalla sua nutrice Euriclea 5 che
in atto di lavargli i piedi, come si solea fare ai forestieri, scoprì nella di lui gam-
ba la cicatrice . Essendo questa sopraffatta da piacere e da timore , ed avendo per-
ciò ssargato le mani, le sfuggì il piè d' Ulule , che nel cadere urtò con impeto
jl vaso dell' acqua , e lo rovesciò . Tu sei il vero Ulisse, gli dissè , e non t' ho
riconosciuto prima di toccarti e vederci Je gambe . A queste parole le chmse Ulis-
se la bocca con la mano 5 perchè non divulgale il suo arrivo . Dietro a luì
sta Eumeo suo porcaro , celebre negli ultimi libri dell' Odisiea . Si potrebbe qui
applicare, quantunque UlisTe sia scalzo > il proverbio greco: Aejj/o* «$ vv^usta,
àzlvipov «s TTo^òvi-n-Tfov j il pie dejlro sieli a /carpa > il Jtmjìro nella conca > che diceasi
di coloro i quali sanno adattar/i alle contingenze .
Il medesimo soggetto vedesi espressò con qualche diversirà in una patta anti-
ca j ed in una gemma del museoStoschiano;*.
CAPITOLO XXXIV.
MONUMENTO INCOGNITO
L'Ultimo monumento di questa seconda Parte , posto al Num. 161. è un fram-
mento le cui figure sono incirca della stessa grandezza , in che qui sono
espostc, e trovasi fra altri già pubblicati dal Ficoroni J, ma prcso da un disegno
poco esatto, ove non si c osiervata nè la figura principale diademata, nè la co-
razza nè le bande che le cadono giù dalla /palla . Figurandosi poi il suddetto
antiquario di riconoscere in una delle tre teste qualche somiglianza con quella
di Socrate, si persuade che in questo marmo russe stato figurato un colloquio
di filosofi.
La stampa da me riportata è stata presa da un disegno del pittore Pier Leone
Ghezzi 5 che si ritrova nella biblioteca Vaticana. V ho poi replicata non con al-
tro motivo se non Per provare che poiTono incontrarli de' soggetti, come questo 9
asfatto incogniti 5 e che non ne danno alcuna speranza di poterli illustrare .
Per altro nella figura diademata è senza dubbio esfigiato qualch' eroe guer-
riero , e 1* attenzione dello sguardo in tutte le tre figure ne indica espresto un
qualche fatto rilevante > eli cui però si sarà per avventura perduta la memoria in-
sicine con la precisa notizia di tanti altri avvenimenti già celebri. E nel vero quan-
to sono fiati decantati da Simonide , Euforione e Teocrito gli Alevadi e gli Sco-
padi, personaggi di due famiglie di Tessalia ricchilsimc e potenti, i quali domi-
navano in molte isole vicine ? come si rileva da Erodoto > da Aristotele e da Dio-
fi e doro
(j) Chrestomath. ap. Phot. bibl. p. 521.1.
(2) Descr. des Pier. gr. du Cab. de Stosch, p. 401. a« 362. 63.
(j3 Maschere.