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FRANK ZÓLLNER
Piergiampaolo Orsini, rispettivamente i comandanti delle truppe fio-
rentine e di quelle papali alleate, sarebbero la rappresentazione artistica
di queste virtù. Lo dimostra già il drago alato sull'elmetto di Ludovico
12, 14, Scarampo, che compare solo su tutte le copie che derivano dal dipinto
x, xiv murale.46 Il terribile animale simboleggiava tradizionalmente per lo più
qualità negative, anche se sull'elmetto di un guerriero la minacciosità del
drago era diretta contro l'avversario in battaglia.47 Un possibile significa-
to di questo animale nelle decorazioni di palazzi comunali è suggerito da
un ciclo di dipinti al secondo piano di Palazzo Vecchio, precisamente
nella Sala dei Gigli decorata dagli artisti della bottega di Domenico
15 Ghirlandaio (attiva dal 1482).48
Nella stanza immediatamente adiacente la cancelleria di Machiavelli
appaiono due gruppi di virtuosi eroi romani: a sinistra Bruto, Muzio
Scevola e Camillo, a destra Decio, Scipione e Cicerone. Decio si era
sacrificato per la res publica come eroe di guerra; Bruto, noto anche come
tirannicida, veniva considerato anche il salvatore della patria; Cicerone
era lo statista e l'oratore che agiva e scriveva in virtù di un impegno
politico (contro il tiranno); Camillo era eroe della guerra e del popolo,
Muzio Scevola il fondatore del diritto civile.
Questi eroi incarnano dunque l'impegno repubblicano, l'onestà po-
litica, la dedizione militare e lo spirito di sacrificio per la collettività, così
come un'esemplare coscienza giuridica. Anche Scipione l'Africano, che
nel dipinto compare sotto gli altri personaggi simbolici, indossa un el-
metto con drago. Nel suo caso l'animale, rappresentato addomesticato,
adorna l'eroe vittorioso contro Annibale ed i Cartaginesi. Eppure il dra-
go appare comunemente anche nel contesto delle virtù repubblicane,
nel dipinto illustrate dallo stesso Scipione e dalle vicine rappresentazioni
di Cicerone e Decio. Si trattava essenzialmente di due idee: del valore
delle virtù repubblicane e della vittoria militare che con quelle virtù fu
messa in relazione e simbolicamente rappresentata dal drago.
46 Per l'iconografia araldica della Battaglia d'Anghiari ed il drago simbolo di Scarampo o
degli Scarampi si veda Paul Schubring, Cassoni Panels in English Private Collections I e II, in:
Burlington Magazine, 22, 1912-1913, pp. 158-165 e pp. 196-202; idem, Cassoni. Truhen und
Truhenbilder der italienischen Friihrenaissance, 2 voli., Lipsia 1915, no. 104-105, II, pp. 243-244.
47 Brigit Blass-Simmen, Sankt Georg. Drachenkampf in der Renaissance, Berlino 1991, p. 19.
48 Jan Lauts, Domenico Ghirlandajo, Vienna 1943, pp. 19 e 49-50; Ronald Kecks, Ghir-
landaio. Catalogo Completo, Firenze 1995, no. 12. Per la Sala dei Gigli si veda anche Nicolai
Rubinstein, Classical Themes in the Decoration of the Palazzo Vecchio in Florence, in: Journal
ofthe Warburg and Courtauld Institutes, 50, 1987, pp. 29-43; idem (1995), op. cit. a nota 2,
pp. 61-66.
FRANK ZÓLLNER
Piergiampaolo Orsini, rispettivamente i comandanti delle truppe fio-
rentine e di quelle papali alleate, sarebbero la rappresentazione artistica
di queste virtù. Lo dimostra già il drago alato sull'elmetto di Ludovico
12, 14, Scarampo, che compare solo su tutte le copie che derivano dal dipinto
x, xiv murale.46 Il terribile animale simboleggiava tradizionalmente per lo più
qualità negative, anche se sull'elmetto di un guerriero la minacciosità del
drago era diretta contro l'avversario in battaglia.47 Un possibile significa-
to di questo animale nelle decorazioni di palazzi comunali è suggerito da
un ciclo di dipinti al secondo piano di Palazzo Vecchio, precisamente
nella Sala dei Gigli decorata dagli artisti della bottega di Domenico
15 Ghirlandaio (attiva dal 1482).48
Nella stanza immediatamente adiacente la cancelleria di Machiavelli
appaiono due gruppi di virtuosi eroi romani: a sinistra Bruto, Muzio
Scevola e Camillo, a destra Decio, Scipione e Cicerone. Decio si era
sacrificato per la res publica come eroe di guerra; Bruto, noto anche come
tirannicida, veniva considerato anche il salvatore della patria; Cicerone
era lo statista e l'oratore che agiva e scriveva in virtù di un impegno
politico (contro il tiranno); Camillo era eroe della guerra e del popolo,
Muzio Scevola il fondatore del diritto civile.
Questi eroi incarnano dunque l'impegno repubblicano, l'onestà po-
litica, la dedizione militare e lo spirito di sacrificio per la collettività, così
come un'esemplare coscienza giuridica. Anche Scipione l'Africano, che
nel dipinto compare sotto gli altri personaggi simbolici, indossa un el-
metto con drago. Nel suo caso l'animale, rappresentato addomesticato,
adorna l'eroe vittorioso contro Annibale ed i Cartaginesi. Eppure il dra-
go appare comunemente anche nel contesto delle virtù repubblicane,
nel dipinto illustrate dallo stesso Scipione e dalle vicine rappresentazioni
di Cicerone e Decio. Si trattava essenzialmente di due idee: del valore
delle virtù repubblicane e della vittoria militare che con quelle virtù fu
messa in relazione e simbolicamente rappresentata dal drago.
46 Per l'iconografia araldica della Battaglia d'Anghiari ed il drago simbolo di Scarampo o
degli Scarampi si veda Paul Schubring, Cassoni Panels in English Private Collections I e II, in:
Burlington Magazine, 22, 1912-1913, pp. 158-165 e pp. 196-202; idem, Cassoni. Truhen und
Truhenbilder der italienischen Friihrenaissance, 2 voli., Lipsia 1915, no. 104-105, II, pp. 243-244.
47 Brigit Blass-Simmen, Sankt Georg. Drachenkampf in der Renaissance, Berlino 1991, p. 19.
48 Jan Lauts, Domenico Ghirlandajo, Vienna 1943, pp. 19 e 49-50; Ronald Kecks, Ghir-
landaio. Catalogo Completo, Firenze 1995, no. 12. Per la Sala dei Gigli si veda anche Nicolai
Rubinstein, Classical Themes in the Decoration of the Palazzo Vecchio in Florence, in: Journal
ofthe Warburg and Courtauld Institutes, 50, 1987, pp. 29-43; idem (1995), op. cit. a nota 2,
pp. 61-66.