LA BATTAGLIA DI ANGHIARI FRA MITOLOGIA E POLITICA
21
no rivoltati i rappresentanti della Firenze repubblicana a partire dal tardo
XIV secolo. La creazione di una milizia civica proposta da Machiavelli
fin dal 1503 ha contrassegnato la fine di questa polemica contro la piaga
dei capitani al soldo,42 la cui pericolosità si era appena resa nuovamente
manifesta, nella primavera del 1501, con la minaccia della città da parte
di Cesare Borgia e dei suoi mercenari.43 Ma anche durante il periodo di
lavoro di Leonardo al dipinto murale, i politici al potere si trovarono ad
avvertire il pericolo della corruttibilità dei capitani mercenari, inizial-
mente nei primi mesi del 1504 a causa delle difficoltà per l'elezione del
'condottiere' preposto alla campagna contro Pisa e poi, circa un anno
dopo, per l'infedeltà dell'appena nominato capo mercenario Giovam-
paolo Baglioni.44 La decorazione, iniziata nell'autunno del 1503, della
'Sala del Consiglio Maggiore' ebbe dunque sullo sfondo avvenimenti
contemporanei che ripetutamente avevano dimostrato l'inaffidabilità
dei 'condottieri'. Nel dipinto murale della Battaglia diAnghiari Niccolò e
Francesco Piccinino incarnavano, in quanto già figure storiche, quella
stessa inaffidabilità dei capitani mercenari da cui si sperava di potersi li-
berare attraverso una milizia civica. L'incarico promosso da Machiavelli
per la decorazione della Sala del Consiglio con due rappresentazioni di
battaglie doveva sottolineare la necessità di una forma di difesa di questo
tipo, sostenuta dal coraggio civile dei Fiorentini.
IV. Firenze, partito della guerra operante con prudentia
Machiavelli con la sua richiesta di una milizia cittadina civica si ri-
chiamava alle virtù civili che già Aristotele aveva formulato nell'Etica
Nicomachea e che erano state solennemente giurate a Firenze sin dai
giorni di Filippo Villani.45 Qui di seguito sosterrò la tesi secondo cui i
due cavalieri sul lato destro del dipinto murale, Ludovico Scarampo e
Marte, nutriti non dalla Lupa Capitolina ma dal Grifone di Perugia (Da Pisanello alla nascita
dei Musei Capitolini, op. cit. a nota 19, p. 232, no. 79).
42 Hans Baron, The Crisis of the Early Renaissance, 2 voli., Princeton 1955, I, pp. 373-378;
August Buck, Machiavellis Dialog iiber die Kriegskunst, in: Krieg und Frieden im Horizont des
Renaissance-Humanismus, ed. F. J. Worstbrock, Weinheim 1986, pp. 1-12; Rubinstein,
op. cit. a nota 2; idem (1995), op. cit. a nota 2, p. 75.
43 Luca Landucci, Diario fiorentino dal 1450 al 1516, Aprile e Maggio 1501, ed. I. della Ba-
dia, Firenze 1883; si veda anche Hartt, op. cit. a nota 2, p. 100.
44 Butters, op. cit. a nota 3, pp. 83-84 e 93.
43 Vedi Aristotele, Etica Nicomachea, 3.10-11, con un riferimento a Omero, Iliade, 22.100,
8.148 e 2.391-394; Rubinstein, op. cit. a nota 2, pp. 284-285.
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no rivoltati i rappresentanti della Firenze repubblicana a partire dal tardo
XIV secolo. La creazione di una milizia civica proposta da Machiavelli
fin dal 1503 ha contrassegnato la fine di questa polemica contro la piaga
dei capitani al soldo,42 la cui pericolosità si era appena resa nuovamente
manifesta, nella primavera del 1501, con la minaccia della città da parte
di Cesare Borgia e dei suoi mercenari.43 Ma anche durante il periodo di
lavoro di Leonardo al dipinto murale, i politici al potere si trovarono ad
avvertire il pericolo della corruttibilità dei capitani mercenari, inizial-
mente nei primi mesi del 1504 a causa delle difficoltà per l'elezione del
'condottiere' preposto alla campagna contro Pisa e poi, circa un anno
dopo, per l'infedeltà dell'appena nominato capo mercenario Giovam-
paolo Baglioni.44 La decorazione, iniziata nell'autunno del 1503, della
'Sala del Consiglio Maggiore' ebbe dunque sullo sfondo avvenimenti
contemporanei che ripetutamente avevano dimostrato l'inaffidabilità
dei 'condottieri'. Nel dipinto murale della Battaglia diAnghiari Niccolò e
Francesco Piccinino incarnavano, in quanto già figure storiche, quella
stessa inaffidabilità dei capitani mercenari da cui si sperava di potersi li-
berare attraverso una milizia civica. L'incarico promosso da Machiavelli
per la decorazione della Sala del Consiglio con due rappresentazioni di
battaglie doveva sottolineare la necessità di una forma di difesa di questo
tipo, sostenuta dal coraggio civile dei Fiorentini.
IV. Firenze, partito della guerra operante con prudentia
Machiavelli con la sua richiesta di una milizia cittadina civica si ri-
chiamava alle virtù civili che già Aristotele aveva formulato nell'Etica
Nicomachea e che erano state solennemente giurate a Firenze sin dai
giorni di Filippo Villani.45 Qui di seguito sosterrò la tesi secondo cui i
due cavalieri sul lato destro del dipinto murale, Ludovico Scarampo e
Marte, nutriti non dalla Lupa Capitolina ma dal Grifone di Perugia (Da Pisanello alla nascita
dei Musei Capitolini, op. cit. a nota 19, p. 232, no. 79).
42 Hans Baron, The Crisis of the Early Renaissance, 2 voli., Princeton 1955, I, pp. 373-378;
August Buck, Machiavellis Dialog iiber die Kriegskunst, in: Krieg und Frieden im Horizont des
Renaissance-Humanismus, ed. F. J. Worstbrock, Weinheim 1986, pp. 1-12; Rubinstein,
op. cit. a nota 2; idem (1995), op. cit. a nota 2, p. 75.
43 Luca Landucci, Diario fiorentino dal 1450 al 1516, Aprile e Maggio 1501, ed. I. della Ba-
dia, Firenze 1883; si veda anche Hartt, op. cit. a nota 2, p. 100.
44 Butters, op. cit. a nota 3, pp. 83-84 e 93.
43 Vedi Aristotele, Etica Nicomachea, 3.10-11, con un riferimento a Omero, Iliade, 22.100,
8.148 e 2.391-394; Rubinstein, op. cit. a nota 2, pp. 284-285.