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Fiore, Giovanni; Badolato, Domenico da [Hrsg.]
Della Calabria Illustrata: Opera Varia Istorica Del P. Giovanni Fiore Da Cropani, Predicatore ... (Band 2): In cui si descrivono il Culto divino nella Calabria prima, e dopo il Vangelo ... fino al corrente anno 1743: Opera Erudita ... ; Per la morte dell'Autore succeduta nel 1683 accresciuta fino all'anno presente 1743 — Neapel, 1743 [Cicognara, 4011-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.10172#0136
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u6

CALABRIA SANTA LIBRO I.

che gloriosamente finì in concetto d'Uomo
-Santo nel suo Con veto di Curinga nel i5_jtf.
JVII. Frà Nicolò Mezotero della mcde-
sima Terra di Corogiiano , appena pro-
filato nelT Ordine Carmelitano , volle col
permeilo de'Superiori imitar la vita, e vefti-
gia del suo Santo Padre,e Proseta EliaìQuin-
di allogatosi in un antro villareccio suori
dell'abitato, vi si trattenne fin che vilse, ve-
ltito di cilicio, e di ruvide lane in asprissìme
penitenze . Furono venerati i di lui consigli,
ed essèmpli come oracoli del Cielo, e final-
mente riverito nella morte , che sorti nel
f& Vili. Frà Pietro d' Inzillo di Soriano
MaeAro, e Vicario Provinciale de'Car-
melitani, fu sicome nelle seienze, così eccel-
lente nelle virtùi diede alle (lampe un Poe-
ma Eroico de Venatione, Stemmate, & Proge-
nie Excelientiffimi Ducis Nuceria 5 Ma viep-
più flampò ne'cuori de'Popoli la sua mai a-
vigliosa umiltà, e l'illibatezza della vita, si-
come ne' Religiolì del suo Ordine la disei-
plina regolare. Dal Convento di Montelione
se ne volò al Cielo nel i<?4i.
pi IX. Frà Marco Romeo Laico siorì in
iB? Santità di vita,qualora fioriva nella Ter-
ra di Cardinale il Convento di quella Reli-
gione, di cui era figlio . Religiolò su egli di
rigorofa oflèrvanza, e di penitenza ammira-
bile, onde non vi era giorno,che non ricor-
relsero da lui le genti per raccomandargli le
loro neceflìtà sì temporali, che Ipirituali, e
ne confèguivano immantinente le grazie da
Dio per l'interceflìonc del Servo fuo . Passò
a miglior vita nel Convento di San Biagio
nel 1653.
M X. Frà Francelèo Saccoliti di Coroglia-
*£ no Sacerdote dell' Ordine Carmelitano,
essendo Vicario Provinciale riftorò il Con-
vento della fua Patria, e di Mont'alto sì nel
temporale, che nello fpirituale, tirando più
anime dalla colpa alla grazia, coll'efTempla-
rità di fua vita , e colf amminiltrazione del
Sagramento della Penitenza^onde venne co-
gnominato communemente il Padre Santo.
Cessò di vivere in quello Mondo neH'iftelTo
Convento della sua Patria nel 1654.
^ XI. Frà Domenico Angì della Città di
<& Montelione ofiervantifiìmo Religiofo, e
Maeitro Carmelitano della primiera Regola
non mitigata, vilfe in continuo silenzio, so-
litudine, e penitenza. Indi ottenuto l'allènfo
de'Superiori pafsò a PP. Scalzi di S. Terefa
in Napoli, dove ardendo di carità, egli fu il
primo a fagrificarii nel minuterò di assiftere
a gli oppressì dalla pelle, nel qua! caritativo
impiego, pur egli satto volontaria vittima,
rese lo spirito al Creatore nell'anno 1655.
fé XII. Frà Francefco da Reggio dell'iftess'
■» Ordine, fii di fingolar fama prelTo i po-
poli, non folo per la piena di tutte le virtù
Religiofe., che l'adornarono 5 ma molto più
per la grazia delle curazioni concesfagli da

Dio } mercecchè tanti furono gì' insermi
d'ogni morbo da lui guariti, quanti surono
coloro, che ricorsero alla sua ìntercelsioneì
Quindi avvenne , che lìcome su venerato in
vita, così su creduto Santo dopo la sua mor-
te , che seguì nel Convento di Reggio, nel
1(587-
JXIII. Frà Elia Cerfosimo conobbe per
Patria la Città di Calsano , e per madre
di spirito la Religione Carmelitana, di cui
su allievo. Fu così dedito alla mortisicazio-
ne defenfi, che altre non erano le sue deli-
zie, fe non se le difcipline, i cilicj,e i conti-
nui digiuni in pane, ed acqua . Così carita-
tivo co'poverelli, che mancandogli qualche
volta il bramato alimento per riftorarli,cre-
scevagli nel seno il pane, con cui potea co-
pi ofamente faziare tutti i samelici concor-
renti . Così affettuofo con gl'infermi, cho
non così la madre co'propj ngliuoli^pofclac-
chè ftudiavafi di servidi efattamente, anche
ne'bifogni più baffi del corpo. Così amante
di riformare la Religione, che veniva chia-
mato da Superiori maggiori per aummentar
lolfervanza in molti Conventi d'Italia.Dor-
miva su'l nudo suolo, e non erano poche le
lotte, che faceva coll'Inferno, quale colla_»
virtù della Croce volentieri fugava . Final-
mente confumato dalle penitenze Ipirò la fua
beli' anima in osculo Domini, nel Convento
di S. Martino de'Monti in Roma nel 1718.
JX1V. Frà Francefco Trombetta nato in
San Biagio, Terra della Calabria Ulte-
riore, efiendolì confagrato a Dio nell'Ut itu-
to Carmelitano , divenne Religiolò molto
chiaro nelfolfervanza del lìlenzio,nelfamor
della folitudine, e nelf affiduità della con
templazione. Il suo converfare era con Dio,
che gli parlava continuamente al cuore_>*
Quindi fu che da'fuoi Superiori venne de-
slinato Maeitro di Novizj, dalla di cui con-
dotta pullularono alla fua Religione Uomini
di fegnalati coltumi. Divotiffimo delia Paf-
sione del Redentore difFondevafi in conti-
nue lagrime , maflìrne nel celebrare il Santo
Sagrificio della Mefia, ove rapiva/i quali
sempre, rimanendo eitatico,ed immobile per
molto tempo . Per la fua vita così esempla-
re , cercava ogn'uno raccomandarli alle sue
orazioni, del che fentiva egli non poca tri-
llezza '■) mentre avrebbe voluto , che tutti lo
credeflèro quel peccatore, eh' egli ftimava-
si. Morì finitamente nel Convento di Caro-
lèi, lafciando a polteri molto da imitare per
giungere alla perfezione ileligiosa, ed alla
Santità della vita. Sortì quello felice tran-
sito nel 1719.
JX V. Frà Gregorio d'Amato nella Città
di Mont'alto fù Maellro , Provinciale^
Comminano Generale dell' Ordine Carme-
litano , la di cui vita fù una continua peni-
tenza, ed una contemplazione non interrot-
ta de'Miller; Divini . Niuno ardiva alla di
lui prefenza proserir parola, che onelta non
fune
 
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